Una grande festa per il centenario di Madre Margherita

Festa grande a Favara per i 100 anni di Madre Margherita.- Anche con lo sparo di mortaretti ed un ricco buffet nel grande refettorio alla conclusione della solenne concelebrazione ! Che, per l’occasione, si è eccezionalmente svolta ieri  a Favara, alle ore 18 nella grande Sala del Teatro e dei Convegni del Seminario Minore-Casa dell’Accoglienza, ad appena una  decina di metri per via d’aria, dalla grande monumentale statua di Gesù-Sacerdote con le braccia spalancate che domina la collina Belvedere.

Concelebrazione di un buon gruppo di presbiteri,  presieduta dal Pastore della Chiesa Agrigentina, Arcivescovo-Metropolita, Cardinale don Franco Montenegro, arrivato appena 15 minuti prima dell’inizio, reduce da Lampedusa; presente anche l’Arcivescovo-Metropolita emerito  S.E. Mons. Carmelo Ferraro, che ad 87 anni compiuti ed in ottima forma, dalla sua Santa Croce Camerina (RG)  era già giunto nella prima  mattinata.

Superfluo rilevare che anche la grande Sala  si è rivelata insufficiente e tanti, favaresi e non, anche provenienti da paesi lontani, come Montevago, S. Margherita o Menfi, Camastra o Ravanusa, ecc. o addirittura da  fuori diocesi,   hanno dovuto accomodarsi alla meglio per seguire la celebrazione.

Una concelebrazione animata da una Corale cittadina guidata da Franco Morgante,   in cui non è mancato  neppure qualche  tocco di folklore africano specie  al momento dell’Offertorio, quando due discepole del Redentore della Tanzania, a suon di musica e con le caratteriste movenze della terra d’Africa, hanno consegnato, dopo averle gestite sulla loro testa, due ceste di ottima uva-Italia, delle nostre zone.

L’omelia del Cardinale, nel suo solito stile di fascinosa semplicità, parte dal fondamentale senso di gratitudine verso il Signore per il grande dono della vita, che non bisogna mai minimamente sciupare, anzi sempre più e meglio valorizzare, arricchire, senza mai appiattirla su valori effimeri. Naturalmente  non poteva non invitare a riflettere sul modo come Madre Margherita Riolo ha vissuto questi  100 anni, sempre impegnata attivamente e con sacrifici, nelle attività  della Chiesa e  della Società civile.

Madre Margherita Riolo, nata in Agrigento il 10 ottobre  1919, figlia di Giuseppe Riolo e Giovanna Montana, genitori provenienti da due ottime  famiglie di Naro ed Agrigento, battezzata l’11 novembre 1919, oltre che col nome di Margherita, anche con quello di Maria-Marta. E qualcuno che ha fatto ricerche dice che il nonno materno Emanuele Montana era compare  del beato Giacomo Cusmano. Laureatasi  in lettere classiche nel 1942 con una  tesi sulla cattedrale di S. Gerlando,  la giovane Margherita vive la sua giovinezza con una spiritualità guidata dai benemeriti Padri Liguorini di S. Alfonso o Redentoristi di Agrigento. Ha molto influito nel suo percorso di fede il Redentorista Padre Salvatore Giammusso, di venerata memoria, suo Padre Spirituale, che parlando della sua figlia spirituale Margherita,  ha più volte invitato a non dimenticare la data del 17 settembre 1944; una data particolare che ha segnato profondamente il cammino di fede della sua figlia spirituale, quasi una vera e propria “conversione”, con tutto quello che questo può significare e di fatto ha significato nel prosieguo.

Impegnata nell’Azione  Cattolica, nelle ACLI e quindi anche nel campo socio-politico del dopoguerra, nello scenario italiano ed agrigentino che vedeva contrapposti cattolici e marxisti, Lei non ha trascurato l’impegno per le fasce più deboli e quindi  dedicato tanto tempo e tantissimi anni, nell’assistenza materiale e spirituale dei carcerati, allora nel carcere di S. Vito e poi anche a Petrusa. Ma il Signore, man mano,  le ha indicato altre strade e con altre promettenti e volenterose ragazze, come Vera, Gisella e Nella – (quest’ultima l’attuale responsabile della Comunità delle Discepole del Redentore, che ieri ha introdotto con  auguri ufficiali la Concelebrazione, ringraziando anzitutto il Cardinale per la sua presenza) – un cammino nuovo che sarebbe troppo lungo descrivere, ma che ha portato alla presenza di una Comunità Cristiani nel Mondo, per un periodo a Monreale, a Catania, e quindi a Palermo e  Roma, ed anche in Tanzania, paese dell’Africa Orientale, precisamente ad Ipogolo, che dista pochi chilometri da Iringa e dove è in crescita una Comunità con tante vocazioni religiose e tanto desiderio di evangelizzazione.

Un aspetto quest’ultimo di Ipogolo di  cui si sta molto occupando anche per la costruzione di nuovi locali, Don Saverio Pititteri, che proprio di recente è stato ancora in quella zona.

Dove ricordiamo che Madre Margherita unitamente a Mons. Giuseppe Di Marco,  ha saputo coinvolgere la Comunità ed i coniugi  Ruvolo- La Rocca. E proprio il CARDIOLOGO prof. Giovanni Ruvolo (nella foto a sinistra) e la sua Signora Margherita La Rocca, (quest’ultima in atto la Responsabile legale  della Comunità Cristiani nel Mondo, al cui interno operano pure le religiose, Discepole del Redentore), ormai da tanti anni hanno avviato l’ASSOCIAZIONE “A CUORE APERTO” ed anche  dietro la spinta  di don Franco, ormai da più di dieci anni in terra agrigentina,  una periodica azione benemerita ad Ipogolo, dove alcune volte all’anno i coniugi   Ruvolo-La Rocca si recano, per assicurare le cure cardio-vascolari agli abitanti della zona.

Basta ! questo nelle grandi linee  qualcosa delle attività che  alla radice  hanno avuto impulso dalla vita di Madre Margherita,  dando significato e senso alla gioiosa  manifestazione di ieri per i  suoi 100 anni.

Una festa comunque  semplice e popolare, senza autorità ufficiali, anche se non si può non sottolineare che la Signora Margherita La Rocca Ruvolo (la prima a sinistra nella foto), in atto deputato al Parlamento Siciliano, è anche presidente della Commissione Regionale della Sanità.

Ma per concludere   dobbiamo anche dire che ieri a Favara, esattamente in contemporanea, c’è stata un’affollata assemblea nella Chiesa Madre,  dove si sono ritrovati amici, parenti e soprattutto fedeli della Parrocchia dell’Itria guidata dal giovane parroco don Calogero Lo Bello, ma anche  delle altre otto parrocchie della Città, con l’organizzazione del CPC (Consiglio Postarle Cittadino) guidato dal bravo coordinatore Totò Sutera;  veniva festeggiato il sacerdote novello don Rosario Bellavia.

 

Diego ACQUISTO

11-X-2019

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