Lettera di un disabile contro l’eutanasia

Edit. DI Radio RF 101- 13-3-2017 EUTANASIA- Lettera disabile

Mentre mi preparo a questa conversazione, pensando all’argomento da trattare, leggo la notizia che il tribunale di Londra è chiamato a sciogliere un dilemma terribile…un dilemma che divide l’Inghilterra e fa dire al giudice londinese – come riferisce la stampa – di trovarsi avanti ad “uno dei casi più tristi che siamo mai arrivati davanti a quella corte di giustizia”. Ed il riferimento è al caso del piccolo Charlie, sette mesi, cui i dottori vorrebbero staccare la spina, perché afflitto da una malattia giudicata incurabile (almeno per il momento), …. Il bimbo “ha la sindrome di deperimento mitocondriale, che provoca il progressivo indebolimento dei muscoli”. Chi ha diritto di decidere della vita (e della morte) di un bambino? I genitori o i medici che lo hanno in cura?  I genitori supplicano i medici e dicono ai medici: «Non decidete voi se staccare la spina».—In Italia intanto, ha fatto  e fa molto discutere  da qualche settimana la lettera di un giovane disabile  ai politici; una lettera  in cui questo giovane disabile, che si chiama  Lorenzo Moscon, scrivendo la sua missiva, indirizzata ai capigruppo di Camera e Senato, – e per loro tramite a tutti i Deputati e Senatori  della Repubblica, – per dirla in estrema sintesi –  dice  che l’eutanasia gli fa paura…teme cioè per la propria vita…perché malgrado la sua disabilità ed i suoi tanti problemi…come subito spiegherò…. Ha tanta, tanta voglia di vivere….vuole restare in vita….e vuole che nessuno decida diversamente……

Intanto diciamo subito che  la lettera di questo disabile a tutti i deputati e senatori, è stata scritta subito   dopo tutto il chiasso mediatico che non pochi hanno sollevato in seguito alla vicenda di Fabiano Antoniani, il dj Fabo, che, come è noto,  ha deciso di concludere volontariamente la sua vita in una clinica svizzera…con i suicidio assistito… dato che in Italia l’eutanasia non è permessa….e Fabo, questo defunto,  venerdì  scorso è stato salutato con una preghiera comunitaria nella parrocchia di sant’Idelfonso, a Milano…dove egli è cresciuto, partecipando da fanciullo alle attività dell’Oratorio.

Di questa vicenda e della lettera del disabile Lorenzo Moscon ne parliamo oggi perché proprio oggi, 13 marzo, inizia alla Camera il dibattito sul fine vita…sì, arriva cioè in Parlamento la proposta di legge sul «fine vita», ovvero sulle cosiddette Dat, cioé le Dichiarazioni anticipate di trattamento, le dichiarazioni che  ognuno  dovrebbe potere fare su cure e trattamenti in caso di infermità o disabilità…  trattamenti che desidera ricevere (o non ricevere) e che più di qualcuno magari preferisce chiamare “biotestamento”.  Difficile dire se si tratterà di un testo che in tutte le sue parti e con tutta la chiarezza necessaria  ribadirà il «no» all’eutanasia, disciplinando con saggezza  queste Dichiarazioni anticipate di trattamento, o se invece anche l’Italia  aprirà pericolosi spazi  che possano aprire la strada  alle derive che già si sono verificate e si verificano in altri Stati europei, dove, per dirla in breve, l’eutanasia è stata da alcuni anni introdotta e legittimata.

Proprio per questo rischio Lorenzo Moscon sabato 4 marzo u.s., con una lettera  ha chiesto al Parlamento di non piegarsi al vento della morte, all’Eutanasia di Stato… Un appello-invito appassionato ai politici a dire NO!. Moscon scrive testualmente: “Sono uno studente universitario di 23 anni affetto dalla nascita da una triplegia spastica a causa della quale sono disabile al 100%, costretto su di una sedia a rotelle. Mi rivolgo a voi attraverso questa lettera, poiché ho appreso che in questo periodo inizia un dibattito in sede parlamentare sul tema dell’eutanasia, e questa notizia ha destato in me un sincero timore. La World Medical Association nel 1987 definì l’eutanasia come segue: “Atto volontario con cui si pone deliberatamente fine alla vita di un paziente, anche nel caso di richiesta del paziente stesso o di un suo parente stretto”: dunque anche nel caso di richiesta, da parte non solo del paziente, di realizzare nei suoi riguardi un abbandono terapeutico, e quindi la cessazione di terapie adeguate….– scrive questo disabile Lorenzo Moscon –  ….intravedo il pericolo che, mediante una legge, si giustifichi e si consenta la soppressione di un malato per alleviarlo da una sofferenza terribile, mentre è ormai dimostrato da numerosi studi a riguardo che, laddove vi fosse un dolore lancinante, il ricorso alle cosiddette cure palliative consente di lenire il dolore in maniera estremamente efficace. Piuttosto, il problema nel nostro Paese è l’inaccettabile mancanza della disponibilità a intraprendere siffatto cammino terapeutico in molti luoghi di cura”. Ed a questo punto una domanda inquietante che dovrebbe avvero fare riflettere: “Non sarebbe meglio contrastare la sofferenza dei malati piuttosto che ucciderli in nome di una pietà falsa che cela più che ragioni sanitarie, ragioni economiche?”

Ed a questo punto, Moscon parla dei suoi ben se interventi chirurgici subiti…delle “difficoltà economiche”, della pressione sociale che ricevono le strutture sanitarie stesse”,  che – dice testualmente – potrebbero non rimanere “esenti dalla tentazione di manipolare i pazienti, spingendoli a chiedere l’eutanasia”.

Per questo e per il modo come vanno in genere le cose, quando si apre la maglia,  Lorenzo Moscon, rivolgendosi ai nostri politici dice:………Ritengo doveroso ricordare alle vostre persone che alcune misure legislative, una volta adottate, hanno effetti a lungo termine spesso imprevedibili. In questo caso però, già in altri Stati è possibile osservare gli effetti dell’adozione di simili norme. Non è nuovo, tra gli altri, l’esempio dell’Olanda, nella quale l’eutanasia fu introdotta nel 2000 per gli infermi maggiorenni capaci di intendere, di volere, e di farne richiesta scritta. Approvata la legge, i promotori hanno subito fatto notare che anche i minorenni possono soffrire in modo atroce. Così, nel 2002 la possibilità di chiedere l’eutanasia è stata estesa agli adolescenti sopra i dodici anni, ritenuti abbastanza maturi per richiederla. Ormai, il Parlamento olandese e belga discutono l’estensione dell’eutanasia ai malati di mente, e a quelli in terapia intensiva riservando la decisione ai medici. Tant’è vero che la Società belga di terapia intensiva, in un documento ufficiale propone l’eutanasia del paziente anche senza consenso di questi. In quanto cittadino,- conclude Lorenzo Moscon -,   confido nel vostro impegno per la ricerca di un autentico bene comune, e mi affido alla vostra disponibilità a considerare le mie istanze durante lo svolgimento dei vostri lavori. ».

E qui anche noi ci fermiamo, invitando tutti a riflettere, ed  a seguire i lavori parlamentari….

Bisogna comunque   precisare che molti politici, anche di diversa estrazione politica e culturale, hanno ufficialmente risposto alla lettera di Moscon, dicendogli Lorenzo non sarai solo…. Non ci sarà mai l’eutanasia —-Lorenzo Le tue parole ci interrogano—Vigileremo sugli emendamenti che saranno proposti in Aula per meglio precisare gli ambiti di applicazione delle “dichiarazioni anticipate di trattamento”. …contro l’eutanasia così come contro l’accanimento terapeutico. Occorre inoltre dare forma e visibilità a una cultura che sia a favore della “libertà di vivere” una vita degna di questo nome.

Per fare questo occorrerebbe una “grande alleanza” tra politica, cultura, media. Esattamente l’opposto dello “spettacolo” che abbiamo visto in questi giorni, fatto per intimorire e condizionare i parlamentari. Serve serietà, responsabilità, equilibrio e rispetto da parte di tutti…..le leggi non sono e non possono essere la risposta a una campagna mediatica. Le leggi sono la regola di civiltà che il consorzio umano si dà. Il dovere del legislatore è di adottare buone leggi, chiare, coerenti con i principi costituzionali che reggono l’ordinamento e, soprattutto, guardando con attenzione alle conseguenze: Nella nostra Costituzione non esiste un “diritto al suicidio”…..«Uno Stato civile non abbandona i propri cittadini a una fine rapida»….«Mai in Italia la morte di Stato. Ecco i nostri quattro paletti invalicabili» Purtroppo viviamo in una …. fase nella quale la politica rischia di assolutizzare i diritti individualistici perché ormai incapace di garantire i diritti sociali, «All’autodeterminazione anteponiamo la sacralità della vita  …«Diffidare di chi ritiene che la migliore cura sia la morte»……«Il vero tema è l’assistenza. Ora lo Stato torni a fare lo Stato»…nessuno Stato è “padrone” della vita e della morte delle persone…

Detto tutto questo , diciamo subito che non pensiamo che sarà semplice e lineare il cammino del disegno di legge sul «fine vita» all’esame dell’aula della Camera da oggi.  Tuttavia  il quasi corale «no all’eutanasia» dei presidenti dei gruppi parlamentari – frutto di risposte personali eppure impegnative, com’è giusto che sia su un tema che tocca anche la loro coscienza di cittadini e legislatori – offrono l’immagine di una politica che ha saputo chinarsi ad ascoltare una voce “dal basso” e che capisce l’autenticità del problema posto. Li ringraziamo per questo, e speriamo che ognuno di loro sappia contribuire a varare norme senza ombre e coerenti con questo libero e rasserenante impegno. Dobbiamo comunque precisare che sul questo delicatissimo  problema , forse invece per rimarcare una “differenza” politica, forse per una sottovalutazione, soltanto i presidenti dei deputati del Movimento 5 Stelle e del Movimento democratici progressisti  (la nuova formazione “uscita” dal Pd) non hanno ancora  risposto a Lorenzo Moscon. ….speriamo che ciò avvenga nel corso dei lavori,…avvenga in maniera positiva a favore della vita.

Radioascoltatrici e radioascoltatori  don Diego Acquisto e per la parte tecnica, Luigi Greco  cordialmente vi salutano ed anche a nome dello staff tecnico e giornalistico di Radio R.F. 101, vi augurano buona settimana,  con i programmi della nostra emittente.

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