L’attualità della risonanza di un appello che ha segnato la storia italiana nel 1919

Un appello ai “liberi e forti” di oggi.– Lo ha rivolto da Roma a tutti gli italiani, appena qualche giorno fa, il presidente della CEI card. Bassetti, introducendo i lavori della sessione invernale del Consiglio permanente.

Pressante l’invito a lavorare “insieme per l’unità del Paese”, a fare “rete”, a condividere “esperienza e innovazione”. Tenendo sempre presente che “governare il Paese significa servirlo e curarlo come se lo si dovesse riconsegnare in ogni momento”.

Un’esortazione quest’ultima, ad essere pronti a “riconsegnare in ogni momento” il potere, forse inattesa e comunque decisamente nuova e coraggiosa, che tende a fare riflettere sul senso vero della democrazia, in cui a decidere deve essere sempre il popolo sovrano.
E non c’è chi non scorga in queste parole un preciso riferimento alla situazione italiana, dopo il risultato delle ultime elezioni politiche del 4 marzo u.s.
In tutto il resto, un invito autorevole e significativo per una ripresa d’impegno, in preparazione alla data storica di oggi, 18 gennaio 2019, che invita a riflettere su quell’appello del 18 gennaio 1919 che segnò la nascita del Partito Popolare, che ispirandosi ai principi della cultura e spiritualità cristiana, segnò l’ingresso in politica dei cattolici.

Partito Popolare Italiano (PPI), che, dopo il ventennio, alla ripresa della vita democratica dopo la caduta del fascismo, nel 1942, prese il nome di Democrazia Cristiana. Partito questo che efficacemente ha contribuito alla rinascita dell’Italia dopo i disastri delle guerra, con la ricostruzione sino al cosiddetto miracolo economico. Partito poi, che all’inizio degli anni ’90, per il discutibile comportamento da taluni suoi esponenti si frantuma in tanti rigagnoli che, gradualmente confluiscono in nuove aggregazioni politiche, perdendo la loro identità.
Avviene cioè in Italia quello che il suo fondatore, don Luigi Sturzo, aveva profeticamente fiutato e cercato di scongiurare, quando, primo fra tutti, nel novembre 1946 aveva pubblicato un articolo dal titolo: “Moralizziamo la vita pubblica”.

E negli anni novanta, sui riflettori della Magistratura tutta una serie d’inchieste giudiziarie in Italia, che accompagnò lo scandalo di tangentopoli. Tutti i Partiti più o meno beccati e toccati, ma soprattutto la DC ed il PSI al governo del paese che scompaiono dalla scena politica, facendo immaginare una logica e conseguente affermazione del PCI, che nel frattempo, dopo la caduta del Muro nel 1989, cambiava pelle scegliendo di chiamarsi nel 1991 PDS (Partito Democratico della Sinistra) e poi nel 1998 DS (Democratici di Sinistra), in pratica, sostanzialmente, sempre con lo stesso gruppo dirigente, segretario incluso.

Intanto c’era l’affermarsi di nuove forze che cercavano di interpretare via via la mutata sensibilità popolare. E per farla breve, così in pratica siamo arrivati al risultato del 4 marzo u.s. che, dopo tre mesi di travaglio in cui tutto politicamente è avvenuto, ai primi i giugno, si è insediato l’attuale Governo, giallo-verde, formato da 5-Stelle-Lega, che, malgrado tutto, su un programma radicalmente diverso ed innovativo rispetto al passato, continua a mantenere un largo consenso popolare.

E nell’attuale, inquietante scenario, l’appello ai liberi e forti di oggi del Cardinale Gualtieri.
Un appello che ci sembra in sostanziale consonanza con il messaggio di fine anno del capo dello Stato Mattarella, che ha richiamato al senso di comunità degli italiani per il bene comune e per lo sviluppo, ricordando a tutti i doveri e i privilegi della democrazia, che ha testualmente detto: “garantisce a tutti i cittadini diritti, equità, solidarietà, giustizia, sicurezza”.
Ed è proprio così, perché la vera democrazia deve garantire davvero questi valori. Cosa che a valutare le statistiche ed a giudizio degli italiani non è avvenuta soprattutto nell’ultimo decennio, in cui si sono avvicendati al governo del paese, personalità e Partiti diversi, da Berlusconi a Monti, Letta, Renzi, Gentiloni.
A parere di non pochi politologi, Il popolo italiano il 4 MARZO ha giudicato come i valori che stanno dietro a quelle nobili parole, soprattutto equità, solidarietà e sicurezza, sono state garantiti e attuati, con i risultati prodotti dalle manovre economiche degli ultimi 10 anni, dal 2008 al 2018.

In mezzo a tante polemiche, confusione e critiche ci viene da pensare a quello che nel suo diario tra l’altro scriveva don Lugi Sturzo: “Certe volte mi viene da piangere su di me e sugli altri, al pensare quanto tempo e quante energie si sciupano a urtarci, contraddirci, dissiparci e quanto poco contribuiamo all’edificazione comune”.
Da qui l’attualità del monito-appello della Chiesa italiana oggi a riscoprire il valore alto della politica e l’impegno concreto richiesto ai “liberi e forti” di oggi, per affrontare anzitutto la questione sociale, e rispondere alla richiesta popolare di equità, solidarietà e sicurezza, valori basilari fondanti di una vera democrazia .

Diego Acquisto

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