La responsabilità di approfondire la propria fede. Corso di teologia per laici.

Agrigento – Corso di teologia per laici…mentre  si discute sulla “sparata” di Scalfari.–Corso di approfondimento delle problematiche religiose e teologiche nei locali del Seminario di Piazza don Minzoni ,  aperto a tutti quei laici che,  forniti di diploma di scuola secondaria superiore, hanno desiderio di maturare meglio la loro fede, magari poi esercitando qualche ministero specifico all’interno delle celebrazioni liturgiche, se così il Vescovo dovesse decidere dopo una loro esplicita richiesta.

Si tratta in sostanza di quella che viene  abitualmente chiamata “Scuola per i ministeri”  che già ha avuto inizio mercoledì 9 ottobre u.s. con un momento di preghiera e di riflessione comunitaria da parte del direttore don Giuseppe Marciante (nella foto), recentemente  nominato arciprete di Sciacca e che perciò dopo tanti anni di proficuo lavoro anche in questo importante settore  pastorale, adesso per decisione dell’arcivescovo,  passa il testimone a don Leo Argento, arciprete nella vicina Porto Empedocle, e che, oltre tutto, anche lui ultimamente nominato dal nostro Pastore don Franco, Vicario Episcopale per la Pastorale e la Ministerialità del settore Centro dell’arcidiocesi.

Questo corso di teologia per laici di ambo i sessi, che non ha nulla a che vedere con i percorsi ordinari di catechesi  previsti in preparazione alla Cresima o al Matrimonio,   dura quattro anni  e si svolgerà ogni mercoledì dalle 15.30 alle 19.15, nei locali del Seminario.

Lo ha comunicato il Rettore del Seminario  Don Baldo  Reina che ha invitato a considerare questo luogo in cui si terranno le lezioni, come la propria casa, rimarcando contestualmente  il  grande valore dello studio teologico per vivere sempre  meglio e più responsabilmente la propria fede.

Un invito che sembra cadere proprio nel momento più opportuno, mentre da parte di tanti, in Italia e non solo, spesso e soprattutto in questo momento, si cerca di  correggere taluni “malintesi illustri e un po’ tristi (e “sciacalli” pronti all’abuso)” in  cui  risulta distorta  la verità e  seminata altra speciale  confusione, oltre a quella ordinaria, che specie in Italia, malgrado tutto, non pare proprio poca.

E per dirla, come al nostro solito,  chiaramente nel caso in cui qualcuno non lo avesse capito, il riferimento è all’incredibile interpretazione  del pensiero di Papa Francesco su Gesù Cristopersona solo umana dopo l’incarnazione”,  da parte del laico Eugenio Scalfari, considerato in genere quasi il “Pontefice massimo del laicismo e dello stesso giornalismo”.

Ed ancora in queste ore, in ogni parte del globo,  persone di fede e non,  leggono i tanti interventi di Papa Francesco su Gesù “vero Dio e vero uomo”, cioè con la  duplice natura, umana e divina, nell’unica persona divina del Verbo.

Il Vaticano, dopo le sconcertanti e irreali frasi attribuite a Papa Francesco  sulla divinità di Gesù Cristo ha parlato di  “libera e personale interpretazione”  del dott. Scalfari, secondo cui  Papa Francesco non crederebbe alla divinità di Gesù.  Un’interpretazione  palesemente irreale da meritare una pubblica correzione.

E proprio Papa Francesco domenica scorsa,   aprendo il Sinodo sull’Amazzonia, accennando ai gravissimi problemi di quella zona, di fondamentale importanza per la salute del nostro pianeta,  ha parlato Gesù di Nazareth,  incarnato, crocifisso, morto e risorto, messo al centro di tutto. Ed al Suo Sacro Cuore straripante d’amore divino ha affidato se stesso, la Chiesa, e l’umanità tutta.

Diego Acquisto

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