Dagli archivi di Radio RF101 – Affidando al Signore l’anima della sign.na BENEDETTA PRESTI…una pagina di storia favarese del 28-2-2004

Oggi 17 febbraio 2020, alle ore 16, funus nella Chiesa di S. Calogero-Favara della Sig.na PRESTI BENEDETTA grande devota di S. Pio da Pietrelcina, che ha diffuso a Favara la devozione a questo Santo, ottenendo dall’Autorità Ecclesiastica di potere far nascere un nuovo Gruppo di preghiera nella Chiesa di S. Vito intitolato a “Maria Ss. della Neve”, dove, all’interno, a sue spese ha finanziato l’acquisto e la collocazione di una grande statua di P. PIO benedicente…….e questo Santo che, andando in Paradiso,  ha promesso di stare alla porta sino a quando non fosse entrato l’ultimo dei suoi devoti, oggi accoglie l’anima benedetta della Sig.na BENEDETTA, che ultranovantenne ha concluso ieri la sua vita terrena per iniziare la vita eterna nella Gerusalemme celeste che è la nostra comune madre che ci attende.

La Messa esequiale si svolge a S.Calogero, data la misteriosa coincidenza delle SANTE QUARANTORE a S. Vito, dove diversamente si sarebbe svolta, davanti a quella statua di S. Pio da Lei tanta venerata.

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Padre Pio e i suoi figli spirituali:   “Quando morirò, chiederò al Signore di farmi sostare sulla soglia del Paradiso e non entrerò fino a quando non sarà entrato l’ultimo dei miei figli spirituali.”

In queste semplici ma impegnative parole, è racchiusa la straordinaria promessa che Padre Pio fece in vita, nelle più diverse circostanze, a numerosi suoi devoti. Furono infatti molti i figli spirituali che, soprattutto quando ormai era evidente l’approssimarsi della sua morte, gli chiesero: “Padre, ora che te ne vai, come faremo senza di te?”. E Padre Pio, con il suo consueto modo di fare, burbero e scherzoso nel medesimo tempo: “Pezzo di scemo, io sarò qui in mezzo a voi più di prima! Venite sulla mia tomba e riceverete più di prima!”.    Mentre, per quanti non potevano muoversi fino a San Giovanni Rotondo isse  “Andate innanzi al tabernacolo: in Gesù troverete anche me.”.——Che non fossero parole disperse nel vento, lo documentano le testimonianze di quanti gli furono intimissimi, a cominciare dell’allora amministratore della Casa Sollievo della Sofferenza, Angelo Battisti, il quale ha raccontato di quando Padre Pio scherzando gli diceva: “Nella tomba sarò più vivo che mai!”.  La certezza della costante compagnia di Padre Pio era qualcosa di materialmente percepibile da parte di quanti il frate aveva accolto fra i propri penitenti, diceva con solennità: “Quando il Signore mi affida un’anima, io me la pongo sulle spalle e non la mollo più”.

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Affidando al Signore l’anima benedetta della Sig,na  PRESTI BENDETTA, vogliamo ricordare una pagina di storia, vissuta dalla Città di Favara…..in data 28 febbraio 2004…….così come trascritta dalla cronaca del tempo su Radio RF 101 alcuni giorni dopo…..

………..vogliamo richiamare l’attenzione dei nostri radioascoltatori, sull’evento che si è verificato nella nostra Favara, sabato 28 febbraio scorso, quando migliaia di fedeli hanno partecipato alla cerimonia di accoglienza della statua di Padre Pio, che ha fatto il suo ingresso ufficiale nella Chiesa di S. Vito. Migliaia di fedeli di tutte le 9 Parrocchie della Città. Un evento su cui vale la pena di riflettere in questo tempo di Quaresima.

Dopo la benedizione avvenuta davanti al Calvario, il venerato simulacro di P. Pio è stato accompagnato nella Chiesa di S. Vito, nel tripudio di un popolo in festa, accompagnato dagli stendardi dei vari Gruppi di Preghiera, tra canti e preghiere, in un clima di sensibile commozione e di entusiasmo; un entusiasmo che i componenti del Comitato Venerdì Santo in divisa, – Comitato guidato dal Presidente delegato Rosario Sutera Sardo – come pure alcuni Vigili Urbani, hanno stentato a disciplinare. Un vero e proprio bagno di folla, in un contesto di sentita devozione. Un clima di grande partecipazione popolare, partecipazione accuratamente preparata da Lillo  Montaperto, responsabile, unitamente alla moglie Sig.ra Piera, del nuovo Gruppo di Preghiera, in stretta collaborazione con Dino Patti, coordinatore del Consiglio Pastorale Parrocchiale della Parrocchia S. Vito.

E proprio Lillo Montaperto –  responsabile del neo-Gruppo di Preghiera della parrocchia s. Vito – in un breve intervento al Calvario, prima della benedizione,  ha voluto condannare, senza mezzi termini,- sollecitando anche un intervento del Sindaco – l’atteggiamento generale della stampa, sempre pronta a dare grande risalto a tutti gli eventi negativi che si verificano a Favara , mentre contemporaneamente trascura o dà scarso risalto o addirittura nessun risalto, a tanti eventi positivi che a Favara con sempre maggiore frequenza si verificano, come quello, ad esempio, in corso dell’imponente manifestazione religiosa e di fede, attorno alla figura del santo frate stigmatizzato di S. Giovanni Rotondo, Padre Pio, per il quale evento la stampa più attenta ha dedicato solo poche righe nelle pagine interne, a differenza delle notizie negative di Favara, che subito  vengono collocate in prima pagina all’attenzione dell’opinione pubblica, siciliana e nazionale. Un atteggiamento senz’altro deplorevole, questo di certa stampa, che sicuramente non aiuta Favara ed i favaresi. Un atteggiamento per il quale Lillo Montaperto ha auspicato un intervento ufficiale dei pubblici Amministratori.

Ma ritorniamo alla cerimonia.

Dopo la benedizione, processione verso la Chiesa di S. Vito per la solenne S. Messa, animata dalla Corale Polifonica “Jubilate Deo”, diretta dal maestro Salvatore Lentini. Ma in Chiesa per la Messa solenne è riuscita ad entrare solo una piccola parte della moltitudine dei fedeli; il resto, – la maggior parte – non riuscendo ad entrare, suo malgrado, ha dovuto andar via, anche perché il tempo era improvvisamente peggiorato ed era impossibile restare fuori. Durante le benedizione al Calvario, invece, c’era stata solo qualche goccia d’acqua dal cielo, mentre il sacerdote benediceva il simulacro e poi, durante la processione l’arcobaleno nel cielo. Sicuramente nel riferire questi particolari, non vogliamo far rilevare nulla di soprannaturale, ma solo eventi naturali che si sono però obiettivamente  verificati e da tutti osservati,  contestualmente a quanto si andava svolgendo. Il fenomeno P. Pio, nel suo complesso, nel contesto mondiale, è difficilmente spiegabile con le consuete categoria umane di valutazione. Questo umile fraticello – che ha conquistato il cuore di milioni e milioni di persone in tanti  paesi del mondo dei cinque continenti – una figura lineare e nello stesso tempo  dalle molte sfaccettature umane, spirituali e carismatiche.

Un uomo di Dio, che non ha organizzato nulla, – a parte la tenacia con cui  ha voluto la Casa Sollievo della sofferenza, un frate  che non è uscito mai dal suo convento, – un convento, quello di S. Giovanni Rotondo, prima di lui assai secondario, sperduto e dimenticato – lui,  un umile frate, di origine popolare e dal cuore schietto, che al di là dei fenomeni mistici e delle stimmate, attrae le folle di fedeli che andavano a visitarlo, perché offre a tutti la possibilità di incontrare in lui, non solo un uomo di profonda e intensa spiritualità, ma anche di grande semplicità, di grande carica umana e di grande immediatezza. Malgrado il dolore delle piaghe, sempre disponibile ad ascoltare e consigliare, per tutti padre sollecito e vicino. La Chiesa  istituzionale che pure lo ha fatto tanto soffrire, con l’isolamento, con l’allontanamento, con la sospensione a divinis, la Chiesa istituzionale  che lo ha tanto provato, ma che – come diceva sempre P. Pio – lo ha anche tanto amato, la Chiesa istituzionale  il 2 maggio 1999, lo ha ammesso ufficialmente nella schiera dei suoi beati e il 16 giugno 2002 lo ha iscritto definitivamente e ufficialmente nell’albo dei suoi Santi, proponendolo alla venerazione ed all’imitazione dei fedeli.

Una vita molto tribolata, travagliata e sofferta quella di P. Pio, con sofferenze fisiche e morali,  una vita molto travagliata e sofferta, così come il periodo storico in cui è vissuto, dal 1887 al 1968, un periodo  segnato da rivoluzioni sociali, capovolgimenti politici, due guerre mondiali. In questo scenario così contraddittorio, Dio, attraverso la figura mistica e la semplicità di P. Pio, francescano cappuccino, è venuto incontro ai bisogni dell’umanità ed ha voluto dare all’umanità un messaggio per il nuovo millennio, richiamando al primato di Dio e quindi alla dimensione soprannaturale, da non confondere col miracolismo; una deviazione, questa del miracolismo, da cui egli, Padre Pio, sempre è rifuggito con fermezza e  da cui sempre P. Pio, in vita, ha voluto prendere le distanze, ammonendo severamente in questo senso i suoi figli spirituali.

Diego Acquisto

 

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