Contro ogni forma di schiavitù nel lavoro….si richiederebbe convergenza di impegno !

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Impegno perchè l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro….su un lavoro dignitoso ed a misura d’uomo….e sicuramente non su un lavoro che rende schiavi !

E tutto ciò senza volere minimamente parteggiare per nessuno, ma con l’unico fine di sollecitare la concentrazione sul problema. Un problema, quello del lavoro, a mio parere gravissimo, che non si può continuare ad eludere. E che mi auguro sia davvero e seriamente nelle intenzioni dei proponenti.
Il popolo italiano è democraticamente maturo per comprendere !

E’ noto che questa inedita maggioranza di Lega e 5-Stelle, secondo gli impegni del contratto che hanno firmato per formare il Governo, si propone di fare approvare dal Parlamento un decreto-dignità, che chiaramente è anzitutto voluto dai pentastellati.
Un decreto-dignità di cui tanto si sta discutendo, con tante e di vario tipo battute ironiche, più o meno intelligenti ed azzeccate, mentre dopo l’annuncio si attende la stesura definitiva del testo , … e dopo che, a quanto pare, il Quirinale dopo aver esaminato la bozza, ha fatto sapere di essere pronto alla firma.

Un decreto-legge che quindi, come tale, entrerà subito in vigore, dopo la pubblicazione sulla G.U. – e nel mentre, che nei tempi regolamentari, il Parlamento possa apportare qualche modifica, per poi bocciarlo o renderlo definitivo, perché convertito in legge.
Un decreto che vuole colpire anzitutto la precarietà del lavoro, che è la fonte di quella che con asprezza di linguaggio, ma comunque non senza fondamento, nel titolo abbiamo chiamato schiavitù, sia per i lavoratori immigrati che italiani.
Perché – è bene parlare sempre con franchezza ! – non sempre le catene sono metalliche e ben visibili, così come era nell’antichità per gli schiavi, spesso assicurati da catene perché non fuggissero dal posto di lavoro….
Oggi certamente non si vede più questa scena e non si vedono sicuramente lavoratori incatenati. Ma sicuramente dobbiamo dire, – se si vogliono aprire gli occhi – che la schiavitù c’è, è rinata sotto altra forma, non è morta e sepolta come si preferisce pensare.
Esiste chiaramente sotto altre forme, sicuramente meno rozze, meno appariscenti dei tempi antichi ….ma la schiavitù esiste…esiste – eh come ! – in maniere e modi più raffinati, ma schiavitù è nella sostanza.
Quanti, italiani o immigrati, per qualche decina di euro lavorano dodici ore al giorno senza contratto né garanzie.
E, per gli immigrati, la triste storia del migrante del Mali ucciso in Calabria è la spia eloquente di una moderna tragedia che non pochi si rifiutano di vedere , per evitare il fastidio di avvertire il dovere di porvi rimedio.
Non è forse schiavismo lavorare tantissime ore, alle dipendenze di un “caporale” o di un capo-settore di un grande supermercato, che, davanti ad un lavoratore (specie se immigrato) ogni giorno , si fa per dire ,… o settimanalmente o periodicamente a scadenza , ha la possibilità di scegliere tra quelli che vuole, tra i tanti che sono a disposizione, con il solo criterio della forza fisica ed assicurandosi che soprattutto si accettino le condizioni e si stia in silenzio.
E che dire degli alloggi e delle condizioni igieniche in cui vivono tanti, soprattutto immigrati, ma non solo. Ecco il richiamo anche del Papa per gli immigrati, ancora più pressante negli ultimi tempi, sul dovere di “Accogliere, accompagnare, sistemare, integrare”.
Perché accogliere senza il resto, di fatto, produce schiavitù, perché significa concretamente avere abbondanza di manodopera sempre a disposizione ed a poco prezzo.
E se questa non è schiavitù !….e non congiunturale per il momento o periodo determinato, ma strutturale, quasi pianificata e comunque accettata ben volentieri da chi riceve vantaggio ed arricchimento.
Ecco allora la necessità di un decreto! Sì, di un decreto-legge che miri a tutelare la dignità della persona umana, italiano o straniero che sia, ponendo le condizioni perché si sfugga a quello che sembra esser, purtroppo, un ingranaggio importante e quasi necessario del presente super industrializzato, con le tecniche in continua evoluzione.
Diego Acquisto

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