A proposito di scontri ideologici, insulti e quant’altro nell’attuale scenario politico

Degli insulti, se n’è preoccupato espressamente  e giustamente anche il nostro arcivescovo don Franco nell’omelia di S. Calogero, parlando anche di “Povera democrazia!”,  dopo che, nei giorni scorsi,  nei social  qualcuno dei più eminenti giuristi del foro agrigentino come l’avv. Mimmo Russello,   aveva aperto un apposito dibattito chiedendosi in maniera esplicita, tra l’altro : “Si può ancora in questa nostra nazione esercitare liberamente il proprio lavoro senza essere insultati e minacciati? Siamo ancora una democrazia?”.

 Non c’è dubbio che  lo scontro ideologico, specialmente in questi giorni, si è fatto più aspro e magari nell’incalzare degli eventi negativi ha debordato dai limiti che il confronto democratico esige di reciproco rispetto, pur nella totale e contrapposta diversità delle opinioni.

A chi è avanzato negli anni però la cosa sicuramente meraviglia di meno, ricordando il forte ed aspro scontro ideologico  dei primi anni di questa Repubblica, subito dopo la guerra,  con un’Italia distrutta e problemi a non finire, tra i due maggiori Partiti che raccoglievano oltre l’80% dei consensi, cioè  la Democrazia Cristiana ed il Partito Comunista Italiano, cioè per dirla più breve, DC e PCI.

Che tuttavia, grazie alla personalità dei due loro leaders, Alcide De Gasperi e Palmiro Togliatti (entrambi nella foto),  si trovarono in sintonia per approvare concordemente la nuova Carta  Costituzionale.

Non mancavano, anzi allora  erano  quasi all’ordine del giorno,  nella base  dei militanti del PCI  gli insulti,  verso la Chiesa per il suo fermo atteggiamento e le sue direttive ufficiali tra cui la “scomunica” verso il Comunismo ateo;   e conseguentemente offese ed insulti contro  i  preti che spesso, in ottemperanza alle norme, negavano  gli stessi sacramenti ed addirittura il funerale in Chiesa in caso di morte.

I preti spesso dileggiati in strada e nelle campagne dove – ricordo da ragazzo decenne – che a Canicattì, un certo prete che portava abitualmente la pistola in tasca, sentendosi offeso e forse minacciato, in campagna, aveva fatto fuoco a scopo intimidatorio, ferendo comunque un bracciante agricolo, fortunatamente in maniera non grave e comunque finendo per un certo tempo in prigione.

Basta solo questo triste episodio per capire il clima di quel tempo.

E quindi credo che lo “scontro” che sempre c’è stato,   adesso deve esserci come scontro-confronto tra due visioni politiche diverse, due modi diversi di affrontare  ed avviare a soluzione i problemi sul tappeto, seguendo le indicazioni del popolo sovrano, come recita la Costituzione. Popolo che è giudice dell’operato del Governo e che esprime il suo giudizio liberamente nel segreto dell’urna.

Niente però insulti e minacce e ciascuno deve potere lavorare, compiendo il suo dovere secondo coscienza nell’osservanza della legge. Per le minacce, da Parte di tutti bisogna adoperarsi perché non ci siano né quelle più o meno esplicite se non proprio rozze…. né quelle felpate, dai modi politicamente magari corretti…..ma non meno pericolose e dannose per la giustizia….anzi !……. Sappiamo tutti bene che la mafia dei colletti bianchi non fa meno danni di quella violenta che uccide fisicamente, anzi forse ne fa proprio di più.

Il bello della democrazia è il confronto anche aspro ma reciprocamente rispettoso….senza seminare veleni ed odio, né in un modo né in un altro, stimolando le intelligenze degli italiani, a cui appartiene la sovranità.

Talvolta a me pare che si cercano dei pretesti o si creano abilmente situazioni per distrarre dai veri problemi che si stanno, finalmente, affrontando per rinviarne, interessatamente e  possibilmente, “sine die”, la soluzione.

Per esempio, un Ministro, che durante un comizio, professandosi peccatore, anzi l’ultimo dei peccatori e spiegando anche il perché, ma contestualmente dicendosi credente, e mostrando la corona che porta  in tasca con la piccola croce che bacia,… scatena i media, con interventi di uomini politici e di Chiesa, anche di grado elevato.

Francamente non capisco se a distrarre dai problemi sia interessato  quell’uomo politico, o tutti gli altri che per giorni e giorni non fanno che far parlare i media  di questo episodio.

Per una piccola croce mostrata in pubblico ! mi viene da pensare ad un Partito che a giudizio di molti ha salvato l’Italia non solo dal Comunismo!   curando nel dopoguerra per diversi decenni la ricostruzione fisica, culturale, spirituale del paese-Italia, inserendola tra le grandi potenze industriali del mondo!  quel Partito nel suo emblema ufficiale aveva la CROCE, con al  centro la parola “Libertas”…e nessuno, né dei leader politici, né degli uomini di Chiesa anche  ai più alti livelli aveva alcunché da ridire.

Come mai questo cambiamento ?  Francamente viene difficile capire.

Diego ACQUISTO

09-07-2019

 

Su FACEBOOK si è sviluppato un interessante confronto di opinioni. Ecco :

 Mimmo Russello Condivido gran parte tuo discorso, ad eccezione dell”ultimo accostamento tra il simbolo dello scudo crociato della Democrazia Cristiana e la croce o il rosario esibiti pubblicamente da Salvini. Francamente, mi sembra ingeneroso verso la vecchia D.C..

 

  • Diego Acquisto Caro Mimmo tocchi il punto più sensibile del mio scritto e te ne sono grato perché mi dai la possibilità di chiarire……Hai ragione che può sembrare ingeneroso verso la DC…..ma non è la mia opinione, anzi ! …….e sicuramente ci possiamo intendere !….nel servizio dico che quel “…Partito a giudizio di molti – (tra cui, chiaramente, il sottoscritto !) – ha salvato l’Italia non solo dal Comunismo! curando nel dopoguerra per diversi decenni la ricostruzione fisica, culturale, spirituale del paese-Italia, inserendola tra le grandi potenze industriali del mondo!”. E quel simbolo della Croce con la parola Libertas è stato indovinato ed efficace…..preferito da milioni e milioni di italiani a quello della Falce e Martello, sicuramente per il programma ideale e sociale di vera libertà e democrazia……ma è pure innegabile che (forse specie alle nostre parti) tanta gente semplice confondeva il simbolo politico con la fede…..tra la gente più semplice che frequentava le nostre parrocchie al momento delle votazioni si diceva “cruci ‘ncapu cruci”……e qualcuno/a si vantava pure col dire “iu a la cruci di lu Signuri nun l’haiu mai tradutu”……….Uno Scudo Crociato comunque segno di rispetto che attirava fiducia e speranza….e nessuno mai parlava di strumentalizzazione della fede……..adesso tutta la polemica sulla piccola croce esibita dal PECCATORE – “CREDENTE ?” Salvini – (che non si doveva e non si deve fare….in un comizio) – mi sembra solo un pretesto per distrarsi e distrarre ….e non affrontare i problemi concreti con grinta, giusta determinazione……intercettando davvero , (con uno stile, un programma politico ed un’ottica opposta a quella di Salvini) – i bisogni reali e le esigenze concrete della gente……tranne che non lo si faccia di proposito per altri scopi ………con stima …..

 

Mimmo Russello Concordo, con la sola precisazione che, a mio avviso, la D.C., che ha guidato l’Italia post fascista, e a Favara ha avuto nel prof. Ambrosini il suo miglior rappresentante, non ci ha salvati dal pericolo comunista, ma da un possibile ritorno alla dittatura fascista, unitamente a tanti uomini e donne combattenti di sinistra, con i quali hanno scritto la nostra Costituzione Repubblicana.

 

Dino Costanza –  D’accordo con Mimmo, pero”, Mamma mia, ancora si parla di pericolo comunista. E, poi, Ci avrebbero salvati dai mangiabambini gli Andreotti, i Lima, Leone, Cossiga….che si nutrivano di altre materie ( ed ora lo fanno gli eredi a vita) e che hanno apparecchiato il terreno per l’espandersi del fenomeno mafioso e della crescita dilagante della corruzione e collusione con malavitosi di ogni genere………la storia giudiziaria dal 1970 ad oggi e’ chiara.

 

Mimmo Russello Non generalizziamo; alcune responsabilità, specie in ambito giudiziario, sono sempre e solo personali.

 

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