Ennesimo ammonimento: “FERMARSI e NEGOZIARE”
Il commercio delle armi è uno «scandalo a cui non dobbiamo
e non possiamo rassegnarci»
«Fermarsi e negoziare»: all’indomani del rientro dal Canada, a conclusione del pellegrinaggio penitenziale iniziato domenica 24 luglio, Papa Francesco ha rilanciato all’Angelus due parole-chiave che hanno segnato in questi mesi i suoi ripetuti appelli affinché termini il conflitto in Ucraina. Assicurando la sua incessante preghiera per la popolazione del Paese, il Pontefice ha chiesto ancora una volta di porre fine al «flagello» della guerra. «Se si guardasse la realtà obiettivamente, considerando i danni che ogni giorno di guerra porta a quella popolazione ma anche al mondo intero, l’unica cosa ragionevole da fare sarebbe fermarsi e negoziare» ha scandito, esprimendo l’auspicio che «la saggezza ispiri passi concreti di pace». Prima della preghiera mariana domenicale recitata a mezzogiorno di ieri con i fedeli in piazza San Pietro, il Papa ha commentato il brano liturgico del Vangelo di Luca (12, 13-21), lanciando un nuovo monito contro il commercio della armi: «uno scandalo — ha detto — a cui non dobbiamo e non possiamo rassegnarci».
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