San Carlo Borromeo Vescovo
Notiziario di Telepace – giovedì 04.11.2004
San Carlo Borromeo Vescovo
servizio di don Diego Acquisto
Memoria liturgica oggi di S. Carlo Borromeo, Arcivescovo di Milano, uno dei più grandi Vescovi nella storia della Chiesa: grande nella carità, grande nella dottrina, grande nell’apostolato, perhè grande nella pietà e nella devozione. Patrono dei catechisti e dei Vescovi, vissuto appena 46 anni, tra il 1538 ed il 1584. Una vita relativamente breve, ma segnata da un’intensissima attività pastorale. Egli consumò le sue energie nell’impegno ascetico, nella carità e nella riforma della Chiesa, secondo le disposizioni del Concilio di Trento. La sua azione riformatrice si estese anche alla disciplina liturgica, alla catechesi e alla cura dei poveri. Attraverso i seminari, si adoperò per la formazione di un nuovo modello di pastore d’anime, che sa unire l’austerità e la preghiera, allo zelo apostolico. ” Le anime – dice San Carlo Borromeo – si conquistano con le ginocchia “. Si conquistano cioè con la preghiera, e preghiera umile. E san Carlo Borromeo fu uno dei maggiori conquistatori di anime di tutti i tempi.
Proveniente da una nobile famiglia, quella dei Borromeo, padroni e signori del Lago Maggiore, e nipote di Papa Pio IV, venne creato Cardinale a soli 22 anni, e poi onori e prebende piovvero abbondanti sul suo cappello cardinalizio; si rivelò sempre un lavoratore formidabile. Nel 1562, morto il fratello maggiore, avrebbe potuto chiedere la secolarizzazione, per mettersi a capo della famiglia ed amministrare i tantissimi beni patrimoniali. Restò invece nello stato ecclesiastico, e fu consacrato Vescovo nel 1563, l’anno della conclusione del Concilio di Trento, a soli 25 anni. Entrò trionfalmente a Milano, l’arcidiocesi ambrosiana, grande ancora oggi, che aveva allora giurisdizione su 15 diocesi della Lombardia, Liguria e Canton Ticino. In questo territorio così vasto, l’arcivescovo Carlo Borromeo, ammirato dal Manzoni per il suo zelo in occasione della terribile peste del 1576 e non solo, esercitò un influsso decisivo per l’applicazione dei decreti del Concilio di Trento, specie per quanto riguarda la formazione del Clero nei Seminari. La memoria liturgica di S. Carlo Borromeo oggi, è particolarmente cara alla Chiesa e all’attuale Pontefice, Giovanni Paolo II, al secolo Karol Woitila, che nell’udienza di ieri, facendo riferimento alla Solennità di Tutti i Santi e auspicando che “spingano ciascuno a seguirne l’esempio, dato che i Santi hanno speso la vita a servizio di Dio e del prossimo”, ha voluto fare cenno particolare della “memoria di San Carlo Borromeo, a lui particolarmente cara”, -ha detto- ringraziando i fedeli “per gli auguri che , da più parti, gli sono stati presentati in vista della sua festa onomastica”.
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