Una riflessione quaresimale e sinodale
Una riflessione sull’ubbidienza, nello sforzo di storicizzare il mistero trinitario. Una riflessione su un tema forse scabroso, ma sicuramente importante ed impegnativo, da accogliere con senso di maturità umana e cristiana, in questa quarta domenica di Quaresima, che domani iniziamo con la parabola, cosiddetta del “Figliuol prodigo”, ma che in realtà parla del Padre che deve far comprendere il suo amore a due figli diversamente perduti.
Una riflessione che può essere utile anche nel clima sinodale in cui ci troviamo, per maturare assieme in quella verità che davvero evangelicamente ci fa liberi.
Vogliamo proporre alla riflessione un articolo pubblicato qualche mese fa, non su un giornale anticlericale di professione, ma su un giornale evangelicamente coraggioso, come il quotidiano Avvenire. Un articolo piuttosto recente di Stefania Falasca sui rapporti tra coscienza ed autorità, tra ubbidienza e potere, nella Chiesa, in Monastero o in un Convento. Obbedienza che – si badi bene – è una virtù non solo per chi deve ubbidire, ma anche per chi è in autorità e quindi la esige.
Per tutti l’ubbidienza è, (e deve essere !) una virtù, pure per chi la propone (o la impone !), se accompagnata da un sincero sforzo di cogliere la volontà di Dio. Quindi non obbedienza come imposizione o come dominio, per dirla gesuiticamente, non “perinde ac cadaver”.
In questo senso, una parentesi: come Clero agrigentino, nell’ottobre 2016, nei locali del Seminario di Agrigento, come Clero, proprio sull’ubbidienza siamo stati invitati a riflettere durante il ritiro spirituale di inizio d’anno-pastorale, da P. Guido Innocenzo Gargano (nella foto), invitato dall’allora nostro Arcivescovo, card. don Franco Montenegro.
Allora abbiamo ascoltato una meditazione che ci ha colpito e di cui, allora, non abbiamo mancato di riferire sui social ! Una meditazione suggerita da questo monaco benedettino-camaldolese, già priore del monastero romano di San Gregorio al Celio, consultore di diversi dicasteri vaticani ed esperto di dialogo interreligioso. Lo stesso P. Gargano che già nell’ultima decade del settembre precedente, ad un gruppo di presbiteri agrigentini, (tra cui chi vi parla) aveva predicato a Linguaglossa sull’Etna, un Corso di Esercizi Spirituali. Dove, come nel suo stile, non sfuggendo ad alcuni argomenti di più scottante attualità sui temi del Giubileo della Misericordia, e delle varie, discutibili forme penitenziali nel corso dei tempi, ai temi della famiglia, della giustizia, della libertà e della verità, sempre nell’ottica di confrontarsi con le sfide più impegnative di oggi e sapere scrutare i segni dei tempi…… non aveva mancato di invitare a riflettere sul valore sacro dell’ubbidienza, in cui nello sforzo di storicizzare sempre il mistero trinitario, del rapporto paritario tra le identità uguali ma diverse di Padre e Figlio, – diceva – deve finire per non esserci più, nella concreta prassi ecclesiale, un “superiore” ed un “inferiore”.
E ciò per realizzare un condiviso piano di Dio, con la conseguente fatica di scoprirlo, in sintonia comunionale. Una meta – ci diceva – sicuramente molto elevata ed impegnativa, anche e forse soprattutto per il Superiore, le cui disposizioni non devono mai essere né apparire frutto di convenienze, di dominio e calcoli umani. Come è facile notare, – (lo abbiamo colto tutti allora) – una visione chiaramente diversa ed innovativa, rispetto alla famosa e tradizionale concezione gesuitica dell’ubbidienza “perinde ac cadaver”.
Un problema che si ripropone oggi….nella Chiesa di Papa Francesco…. ed ecco l’articolo sul quotidiano Avvenire….l’articolo a firma di Stefania Falasca del dicembre scorso, su una realtà che dai competenti dicasteri vaticani, pure in questo periodo, è oggetto, tra gli altri, di attenzione e riflessione. Cioè, tra gli altri, anche il problema degli abusi di un’ubbidienza fuor di posto, di un’obbedienza insensata , – come dice il gesuita P. Cucci– …. c’è in radice il cancro del clericalismo ….quel clericalismo malsano di cui spesso parla anche Papa Francesco, come fonte di tanti, tanti mali nella Chiesa……
Una riflessione allora coraggiosa la nostra… in questo tempo quaresimale e …in questo tempo di Sinodo in cui si è deciso di affrontare tutti i problemi, anche i più scabrosi, anche quelli che riguardano il servizio dell’autorità nella Chiesa.
Chiesa che non ha difficoltà (e mai deve averla!) a mettere in luce le sue debolezze su cui mai deve appiattirsi.
Diego Acquisto
26-3-2022