SU RADIO RF 101, LE 12 SFIDE PER LA DIGNITÀ E LA DEMOCRAZIA, NEL DISCORSO DI MATTARELLA ALL’INIZIO DEL NUOVO SETTENNATO
Un mese fa proprio un questi giorni si faceva un gran parlare del memorabile discorso di Mattarella di pochi giorni prima, al momento del suo giuramento e quindi insediamento per il nuovo settennato, a cui aveva dovuto piegarsi dietro formale richiesta di tutti i responsabili dei Partiti rappresentati nel nostro Parlamento, Camera e Senato. I Quali tutti , in quel modo, riconoscevano ed anzi toccavano con mano la loro incapacità di trovare un accordo per eleggere un nuovo Capo dello Stato, o come più comunemente si dice – Presidente della nostra Repubblica.
Tutti i giornali proprio in questi giorni concentravano la loro attenzione sulle cosiddette 12 sfide per la dignità e la democrazia…sfide contenute nel discorso di Mattarella, in cui tra l’altro c’era anche l’invito alla riforma della Giustizia in Italia…. Un duro monito per la riforma della giustizia, non più rinviabile, e per le riforme da completare subito. L’appello alla politica poi a rafforzare i processi decisionali ed esaltare quindi il ruolo del Parlamento, il cui fallimento era stato sperimentato nei giorni precedenti in cui non era stato possibile raggiungere una maggioranza sufficiente per eleggere il Presidente della repubblica. In pratica diceva – che non avere la capacità di decidere, significava far prevalere i poteri economici dei più forti a danno delle classi più deboli.
Intanto dobbiamo ricordare il lungo, lunghissimo applauso alla Camera, dove si teneva la riunione congiunta di tutti i cosiddetti Grandi Elettori…. l’ennesimo appaluso, intanto all’ingresso in aula… e Mattarella che sorrideva sotto la mascherina e accennava ad un saluto a tutta l’aula. Dopo il giuramento, nuovo applauso e tutti in piedi mentre dal Gianicolo partivano i colpi di cannone di rito. Ma l’attesa era per le parole del presidente della Repubblica. Un discorso di quasi 12 cartelle piene, lette da Mattarella in 38 minuti con voce a volte emozionata, ….parole interrotte ripetutamente, più di 50 volte, dai battimano. Si pensava di sentire , come la volta scorsa alla rielezione di Napolitano, moniti e rimproveri. Ma nulla formalmente di tutto questo….nulla almeno formalmente …. Perché formalmente arrivavano con mitezza, parole di sfide….parole di incoraggiamento a sognare un’Italia diversa dopo la pandemia.
Il cuore del messaggio del discorso integrale di Mattarella è nelle 12 sfide per la dignità del Paese, che il presidente elencava alla fine del discorso: “Dignità – diceva – è azzerare le morti sul lavoro… “Dignità è opporsi al razzismo e all’antisemitismo…. Dignità è impedire la violenza sulle donne, profonda, inaccettabile piaga che deve essere contrastata con vigore e sanata con la forza della cultura, dell’educazione e dell’esempio”. La nostra dignità, proseguiva Mattarella, “è interrogata dalle migrazioni, soprattutto quando non siamo capaci di difendere il diritto alla vita, quando neghiamo nei fatti la dignità umana degli altri. E’ anzitutto la nostra dignità che ci impone di combattere, senza tregua, la tratta e la schiavitù degli esseri umani. Dignità – insisteva – è diritto allo studio, lotta all’abbandono scolastico, annullamento del divario tecnologico e digitale.
Dignità è rispetto per gli anziani che non possono essere lasciati alla solitudine. Dignità è contrastare le povertà, la precarietà disperata e senza orizzonte che purtroppo mortifica le speranze di tante persone. Dignità è non dover costringere le donne a scegliere tra lavoro e maternità. Dignità è un Paese dove le carceri non siano sovraffollate e assicurino il reinserimento sociale dei detenuti. Dignità è un Paese non distratto di fronte ai problemi quotidiani che le persone con disabilità devono affrontare. Dignità è un Paese libero dalle mafie, dal ricatto della criminalità, dalla complicità di chi fa finta di non vedere. Dignità è garantire e assicurare il diritto dei cittadini a un’informazione libera e indipendente.
La dignità, dunque, come pietra angolare del nostro impegno, della nostra passione civile”. Un elenco molto accorato di sfide che si concludeva ricordando al Parlamento la figura di David Sassoli, “testimone mite e coraggioso”.
Mattarella aveva iniziato, parlando della settimana che aveva portato il Parlamento ed i Grandi elettori alla sua elezione, …. Giorni “travagliati” anche per lui. E sottolinea che le attese sul Paese “sarebbero state fortemente compromesse dal prolungarsi di uno stato di profonda incertezza politica e di tensioni, le cui conseguenze avrebbero potuto mettere a rischio anche risorse decisive e le prospettive di rilancio.
Ho letto questa consapevolezza – diceva – nel voto del Parlamento. E’ questa stessa consapevolezza è stata la ragione del mio sì“. C’era e c’è quindi un contesto nazionale, europeo e internazionale che suggeriva questo esito e in nome del quale Mattarella ha messo da parte tutti gli altri progetti che aveva formulato e che personalmente lo interessavano non poco, unitamente ad un desiderio di legittimo riposo.
E per concludere diciamo che il presidente non ha mancato di allargare lo spettro della sua riflessione, mettendo anche in guardia su tutti i segnali di crisi della democrazia.
“Un’autentica democrazia – ha detto – prevede il doveroso rispetto delle regole di formazione delle decisioni, discussione, partecipazione. L’esigenza di governare i cambiamenti sempre più rapidi richiede risposte tempestive. Occorre evitare che i problemi trovino soluzione senza l’intervento delle istituzioni a tutela dell’interesse generale: questa eventualità si tradurrebbe sempre a vantaggio di chi è in condizioni di maggior forza”.
Un ammonimento questo che non dobbiamo perdere di vista.