Arcidiocesi-Mentre soffia il vento del rinnovamento, ecco intanto che cosa cambia dopo la riunione del Consiglio Presbiterale presieduta dall’arcivescovo don Alessandro
Anche in mancanza di un verbale ufficiale, – (un verbale, da portare a conoscenza di tutti i Presbiteri, che forse nel prossimo futuro sarà bene introdurre per evitare notizie frammentarie e magari parzialmente inesatte) – tuttavia siamo in grado di informare. Ed informiamo da quello che abbiamo potuto raccogliere dai legittimi rappresentanti a suo tempo eletti, che hanno partecipato stamattina alla riunione del Consiglio Presbiterale, che si è tenuta come previsto , nella Sala Chiaramontana del Seminario di Piazza don Minzoni, in Agrigento.
Riprendendo il titolo che abbiamo voluto dare a questo nostro intervento, ci pare di poter dire che, per gli input che vengono seminati dal nuovo Pastore, cambia anzitutto un modo di vivere la pastorale dell’incontro e quindi nella concretezza lo stesso modo di calare la fede nel territorio, animando le situazioni spicciole.
Don Alessandro una persona umanamente diversa da don Franco, (che noi abbiamo amato ed amiamo), e che nella diversità umana, logicamente, ha una sensibilità ed un modo di pensare ed operare diverso.
Tutto questo, lo abbiamo subito capito dai primi approcci,…dalla scelta che ha fatto del suo collaboratore più importante che è il Vicario Generale, e comunque non solo ! perché non era difficile pensarlo. Ci saremmo sorpresi e negativamente meravigliati se non fosse stato così, dato che nel dna della nostra fede c’è il mistero trinitario, che è mistero di diversità e di comunione. Un mistero che la Chiesa ha il dovere, per quanto umanamente possibile, in qualche nodo di storicizzare.
E così comprendiamo meglio il motto episcopale scelto di don Alessandro che invita a mantenere sempre e comunque l’unità nello spirito. Ha scelto infatti il versetto tratto dalla Lettera agli Efesini 4,3 che dice “Servare unitatem Spiritus”, cioè “Conservare l’unità dello Spirito” , che è sempre la cosa più importante, dovendo ciascuno di noi essere sempre e doverosamente se stesso, nell’esprimere liberamente la propria opinione.
Credo che con questo, già abbiamo detto tutto.
Il resto, per quanto ci è dato sino ad ora di sapere dalla riunione del Consiglio, ci appare davvero secondario anche se importante. Come per esempio apprendere dalla riunione che, da ora in poi, per i trasferimenti dei preti il Vescovo consulterà solo il Vicario Generale e poi parlerà con l’interessato; o che un Parroco che contrae un mutuo dovrà restare in quella Parrocchia sino all’estinzione del mutuo; o che a cura del direttivo sarà modificato lo Statuto ed il regolamento del Consiglio Presbiterale; o che da ora in poi non ci saranno più Vicari episcopali Zonali e/o per la ministerialità, e che l’invito alla conversione pastorale non passerà per un Piano, ma dovrà viversi appieno nel cammino sinodale con la Chiesa tutta e con papa Francesco. Cammino sinodale la cui data precisa di inizio è fissata al prossimo 17 ottobre e che si concluderà con l’Anno Santo del 2025; per questo sarà nominato un referente diocesano affiancato da un’équipe ad hoc, che dovendo seguire una metodologia assolutamente nuova di “conversione pastorale”, saranno tutti liberi o dovranno essere liberi anche da possibili residui di incrostazioni nostalgiche di quel passato che ha già fatto il suo tempo. Ed i più anziani ne sappiamo qualcosa! anche durante i non pochi anni quando nel PIANO non doveva figurare mai l’espressione DSC (dottrina sociale della Chiesa), con tutte le conseguenze negative del caso.
Intanto pare chiarissima la decisione che l’attuale Consiglio Presbiterale resterà in carica solo sino al prossimo settembre; e quindi sarà rinnovato con criteri di più efficace e trasparente rappresentatività dell’intero presbiterio, chiamato, con la forza dello Spirito, ad un impegno nuovo di comunione e di più incisiva presenza sul territorio.
Diego Acquisto
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