OSSERVATORIO sulla FAMIGLIA

Notiziario di Telepace – venerdì 30.01.2004

OSSERVATORIO sulla FAMIGLIA

servizio di don Diego Acquisto

L’insediamento di un Osservatorio nazionale sulla famiglia presso il ministero del Welfare è uno dei “segnali che dicono che la famiglia è al centro della preoccupazione. Ma abbiamo ancora tantissima strada da fare”. Soprattutto si tratta di “sostenere e tenere questo nuovo organismo sotto osservazione in modo da vigilare che sia un’iniziativa che abbia un seguito”. Esprime soddisfazione ma anche cautela don Sergio Nicolli, direttore dell’Ufficio famiglia della Cei, alla notizia dell’insediamento l’altro ieri a Roma di un Osservatorio sulla famiglia di cui fanno parte, oltre ai Comuni e ai rappresentanti delle Regioni, anche le associazioni familiari. “Credo che l’Osservatorio – dice don Nicolli _ sia il frutto di un lavoro fatto capillarmente dal Forum presso le istituzioni. Il fatto però che venga istituito un organismo, non significa che sia automaticamente efficace. Spero che questo nuovo strumento sia preso nella dovuta considerazione, sia convocato e fatto lavorare. Dovrebbe infatti essere uno strumento che incide profondamente su tutta la legislazione nazionale in quanto uno dei suoi scopi è quello di studiare l’impatto che ogni legge può avere sulle famiglie”. Anche la Chiesa è un osservatorio privilegiato del mondo della famiglia in Italia. “Sono aumentate molto –  afferma ancora don Nicolli _ le situazioni di povertà: con il passaggio all’Euro, molte famiglie che prima avevano un tenore di vita appena sufficiente, ora sono sotto la soglia della povertà. Penso che questo fatto non sia stato ancora sufficientemente considerato. Questo osservatorio dovrebbe essere un ulteriore passo per superare anche questi problemi, purché venga preso sul serio”. La Chiesa fa sentire, ancora una volta, la sua voce, in favore dell’istituzione fondamentale della società, in un momento in cui, nella politica nazionale, con l’Osservatorio, sembra che si voglia passare davvero a fatti concreti e finalmente voglia invertirsi un orientamento di penalizzazione economica, che per troppo tempo ha colpito la famiglia. Ricordiamo che riduzione del carico fiscale per le famiglie numerose, potenziamento dei servizi all’infanzia, facilitazioni di accesso al credito per l’acquisto di abitazioni da parte di giovani coppie, erano state le linee guida disegnate dal Libro bianco presentato dal ministro Roberto Maroni, nei mesi scorsi, alle parti sociali per riformare il Welfare e «ridare centralità alla famiglia». Con l’impegno poi del Governo, di «raddoppiare e riqualificare in 10 anni» le risorse destinate all’assistenza, realizzando contemporaneamente una riorganizzazione degli strumenti disponibili.

La situazione italiana, infatti, denuncia una spesa per il comparto famiglia_minori_assistenza, pari a circa un terzo della media dei Paesi che fanno parte dell’Unione europea. La Regione Siciliana, dopo la legge approvata, a larghissima maggioranza, lo scorso luglio, è all’avanguardia tra le regioni italiane, avendo stabilito provvidenze ed aiuti ai nuclei familiari per l’acquisto della prima casa, contributi alle famiglie che ospitano anziani non autosufficienti o disabili gravi, fondi ai consultori pubblici e privati convenzionati nell’attività di assistenza a famiglie in difficoltà ed a ragazze madri. Una legge, inoltre, quella siciliana per le famiglie vere, fondate sul matrimonio, così come vuole la nostra Carta Costituzionale che non prevede altre forme di famiglia. E come ha ricordato ieri il Papail sostegno al matrimonio ed alla famiglia” deve ispirare l’intera attività della società civile e di tutte le persone di buona volontà.

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