La Maestosità della Chiesa Madre di Favara, mentre si attende con ansia la riapertura al culto
La Chiesa Madre di Favara, una delle più belle e più grandi della diocesi agrigentina, ancora chiusa al culto per i necessari lavori di restauro, dopo il grave incendio del 15 luglio 2020 divampato all’interno, a causa di un corto circuito che ha causato notevoli danni, ancora in corso di riparazione a cura dell’Ufficio Tecnico della Curia, con i fondi dell’8 per mille .
Un incendio che sicuramente avrebbe potuto causare danni molto più gravi se non fosse stato subito dato l’allarme, che fortunatamente è stato raccolto con pronta sollecitudine dal comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Agrigento.
Ricordiamo infatti che allora il Comando provinciale, tempestivamente, ha inviato due squadre che hanno controllato e riuscito in breve a spegnere le fiamme, mentre c’è voluto poi tanto altro tempo per liberare tutto il luogo sacro della Chiesa dal fumo, che ha annerito pareti, soffitto e non solo !.
Ecco che cosa riferivano subito le cronache di allora, il giorno successivo: “Palpabile la sofferenza dei cittadini presenti e di quanti dalla notizia dell’incendio venivano raggiunti nei vari quartieri della città. Tristezza per questa inaspettata notizia ! visibile la commozione per la Chiesa Madre, a cui tutti i favaresi sono tanto legati e chiamata in gergo popolare ancora da molti la “Chiesa granni”, oltre che per l’ampiezza del suo interno, sicuramente anche per il suo grande cupolone che sovrasta la citta ed è visibile anche a notevole distanza.
Ancora una prova non lieve per Favara, una prova di sofferenza per il tessuto sociale favarese già negli ultimi tempi, per vari motivi tanto provato per varie cause di carattere socio-politico, igienico, etico-culturale, compresa la celebrazione che già proprio alla Matrice proprio domani 17 luglio era programmata per la povera favarese Lorena Quaranta, vittima di un assurdo femminicidio nel messinese; una celebrazione di suffragio, che adesso dovrà svolgersi sicuramente altrove.
Perché come ha dichiara il direttore dell’Ufficio Beni Culturali della Curia, don Giuseppe Pontillo, prontamente sopraggiunto, che ha parlato di “dolore” non solo per Favara ma per l’intera diocesi, il luogo sacro della Chiesa Madre “non potrà essere riaperto al culto subito, perché bisognerà verificare alcuni elementi e poi preparare il tutto per renderlo nuovamente agibile ai fedeli”.
Superfluo dire che per tutto il tempo necessario, è stato presente sul posto anche il Pastore dell’arcidiocesi card. don Franco Montenegro, unitamente a quasi tutti i Parroci della Città ed alla Sindaca Anna Alba” .
E ancora : “Non si contano sui social le testimonianze di solidarietà ed affettuosa stima verso l’arciprete don Giuseppe D’Oriente, a cui unanimemente ed espressamente viene detto che non solo non sarà lasciato solo, ma – se necessario, nei limiti del possibile – si vorrà prontamente contribuire, anche economicamente, a riportare nel più breve tempo possibile il luogo sacro alla sua piena efficienza”.
Diego ACQUISTO
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