Pregare per la beatificazione di Livatino, ma senza immagini in Chiesa
Mentre, senza immagini, in tutte le nostre Chiese si prega per la beatificazione del giudice Livatino, è opportuno riflettere su beatificazione e canonizzazione.
In questi due mesi che mancano alla data fissata da Papa Francesco che è quella del 9 maggio p.v., si moltiplicano soprattutto in tutte le nostre Chiese dell’agrigentino, le preghiere di preparazione alla beatificazione. Ma in Chiesa non si espongono immagini del giudice Livatino; la cui beatificazione per il momento è solo ufficialmente annunciata, ma non è ancora avvenuta.
Un messaggio questo che è bene chiarire, senza possibilità di equivoci, richiamando eventualmente qualcuno che, magari solo per eccesso di “santo” zelo e non perché vittima di cultura volutamente trasgressiva, osasse già (o in questi prossimi giorni !) collocare in Chiesa immagini del nuovo beato.
Ciò potrà avvenire solo dopo il 9 maggio prossimo. Le norme canoniche dicono chiaramente che alla beatificazione è legata la concessione del culto pubblico, limitato però ad un ambiente particolare, e che solo con la beatificazione al candidato spetta il titolo di Beato.
Il Beato cioè pur non essendo ancora canonizzato, è venerato con pubblico culto, ma solo nei luoghi e modi concessi dal Sommo Pontefice.
Con la canonizzazione invece si ha la concessione del culto pubblico nella Chiesa Universale, ed al Beato compete il titolo di Santo. Chiaramente allora beatificazione e canonizzazione sono due momenti entrambi assai importanti, ma distinti e diversi.
La beatificazione apre la strada alla canonizzazione, ovvero alla dichiarazione di santità di un cristiano defunto.
Il beato può essere dichiarato santo dopo ancora un’apposita procedura che in genere dura alcuni anni. La decisione di un esito positivo o meno del processo spetta al Pontefice e si sancisce attraverso un atto pontificio. Essere santi vuol dire poter essere venerati nella Chiesa universale, superando il culto locale che è invece proprio della beatificazione. Ma per raggiungere la santità, oltre al miracolo già acclarato per la beatificazione, serve almeno ancora un secondo miracolo ufficialmente accertato, ancora con le rigide procedure previste, tramite sempre, un’apposita Commissione nominata dalla Congregazione per le cause dei Santi, composta da specialisti credenti e non.
Durante la cerimonia solenne di beatificazione e canonizzazione è coinvolta l’infallibilità pontificia. Il cui domma promulgato durante il Concilio Vaticano I da un Papa di santa vita come Pio IX, stabilisce, senza possibilità di equivoci, che quando il Papa parla “ex cathedra” gode personalmente di quella infallibilità che Cristo ha voluto assicurare alla sua Chiesa. E per inciso diciamo che Papa Giovanni Paolo II il 3 settembre 2000, a Roma, ha proclamato beato Pio IX, al secolo Giovanni Maria Mastai Ferretti, nato a Senigallia, (Ancona) 13 maggio 1792 – morto a Roma il 7 febbraio 1878, dopo 32 anni di pontificato, in un periodo particolarmente travagliato.
Ed infine è bene ricordare quanto i due pastori della Chiesa agrigentina, don Franco e don Alessandro (nella foto), a firma congiunta, hanno voluto scrivere nel loro messaggio direttamente alla Comunità Ecclesiale di Canicattì, ma in realtà a tutti i 43 Comuni dell’arcidiocesi. Che cioè il giudice Livatino è “esempio di santità per tutti: una santità che certamente si radica nel proprio contesto originario, ma che eccede i confini ….per assumere dimensioni ben più vaste”.
E ancora che Livatino appartiene a quei figli di questa nostra terra che “…in una storia tristemente segnata da logiche e interessi estranei al Vangelo — l’hanno edificata nel bene e nella giustizia, diventando «sale della terra» e «luce del mondo» (Mt 5,13.14) secondo lo stile delle beatitudini evangeliche”.
Ed infine, sempre riferendosi al canicattinese Livatino: “….. la valenza simbolica del suo singolare profilo di uomo, di cristiano e di santo, …..si inserisce in un orizzonte molto più ampio di quello circoscrivibile alla sua città natale. In lui la professione della fede e l’annuncio del Vangelo si concretizzano in un modello inedito di santità, senza precedenti nella storia della Chiesa”.
Per attualizzare concretamente tutto questo, mi viene da dire che con la preghiera dobbiamo tutti ottenere da Dio, tramite l’intercessione e l’esempio di Livatino, di sprigionare un effetto propulsore veramente nuovo nell’amministrazione della giustizia, capace di punire severamente gli illeciti. Per favorire la costruzione di un nuovo modello sociale ed economico capace di valorizzare la persona, diminuire le diseguaglianze, per una società giusta e solidale.
Ecco perché la preghiera proposta dalla Curia Agrigentina che viene recitata ogni giorno da tantissimi fedeli in tutte le nostre Chiese, rivolgendosi a Dio Padre santo e misericordioso, dice : “Per sua intercessione ti chiediamo di sapere contrastare le “strutture di peccato” e le varie mentalità mafiose che deturpano l’uomo e minacciano a vita umana per vivere la beatitudine della giustizia e della pace. Amen”.
Diego ACQUISTO
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Preghiera di Preparazione alla Beatificazione
del giudice Rosario Livatino
Padre santo e misericordioso, Ti ringraziamo per la testimonianza credibile del servo di Dio Rosario Angelo Livatino, magistrato e martire per la fede.
Ponendosi “sub tutela Dei” ed ispirandosi ogni giorno al Vangelo, ha vissuto la sua vita, offrendoci un luminoso esempio di santità laicale.
Conformato pienamente a Cristo tuo Figlio, ha vissuto la beatitudine dei perseguitati per la giustizia e, come il chicco di grano che resta solo, muore per portare frutto.
Illuminato dallo Spirito Santo, con impegno quotidiano, ha offerto il culto a Te gradito attraverso l’amore per la giustizia e la carità per i fratelli.
Per sua intercessione Ti chiediamo di saper contrastare le “strutture di peccato” e le varie mentalità mafiose che deturpano l’uomo e minacciano la vita umana, per vivere la beatitudine della giustizia e della pace.
Amen.
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