Fede e laicità a confronto. Scalfari fa spesso riferimento a Papa Francesco
La spiritualità ambientalista di Papa Francesco al giudizio della cultura laica di Eugenio Scalfari—-Una spiritualità che emerge dalle ultime due encicliche “Laudato si” (LS) e “Fratelli tutti” (FT) e che riceve attenzione ed approvazione da chi nessuno se lo sarebbe aspettato.
Una spiritualità in fondo, che, detto in una sola parola, semplicemente, sembra anzitutto accogliere il ragionevole principio del limite. Anche e soprattutto per quanto riguarda le risorse del nostro pianeta, come conseguenza del concetto fisico di entropia, che porterà all’ esaurimento finale dell’energia dell’universo con la morte termica. Per cui all’uomo resta solo il dovere e quindi la doverosa possibilità di un rallentamento del processo entropico, adottando una metodologia diversa di sviluppo, tutelando l’ambiente, valorizzando le risorse rinnovabili. La legge fisica dell’entropia cioè, in parole povere, ricorda che l’energia del cosmo si va gradualmente sempre esaurendo.
Popolarmente, con la tipica saggezza popolare siciliana, sempre si è detto che tutto quello che ha avuto un inizio avrà anche una fine. Solo Dio non potrà mai avere fine, solo perché non ha avuto un inizio.
Ed oggi comunemente si incomincia ad ammettere che il limite è una realtà.
Una realtà a cui prima poco si pensava o addirittura si escludeva, specie durante gli ultimi decenni dell’euforia del progresso tecnologico. Il limite invece una realtà con cui l’uomo deve imparare a convivere, perché la morte termica che riguarda il nostro sistema solare e l’Universo nel suo complesso, è la visione oggi più accreditata in campo scientifico.
Come è ormai a tutti noto, la svolta fondamentale della pastorale di Papa Francesco è quella di preferire una Chiesa magari accidentata, ma in uscita; una Chiesa impegnata a tentare sempre di dialogare e fraternizzare con la cultura di ogni persona, per potere dare risposta ai problemi esistenziali in consonanza con i valori del Vangelo.
In questo senso, partendo dalla stessa “pandemia-coronavirus” che non è “castigo divino”, la spinta più decisa ad un nuovo modello segnato da valori che non sono solo cristiani ma sono universali. Come “libertà, uguaglianza e fraternità”, oppure lo stesso perdono, che non vuol dire solo non vendicarsi, ma anche impegno a far maturare questi valori. Che però, per troppo tempo, stranamente, “liberté,legalité, fraternité” sono stati il simbolo di un pensiero laico contrario ed opposto a quello della Chiesa.
Ed ecco il messaggio di Papa Francesco: Imparare dalle passate debolezze a cercare Dio con cuore sincero, liberandosi da “interessi ideologici e strumentali”; l’impegno concreto per tutti deve essere quello di “riconoscerci compagni di strada, veramente fratelli. (FT n. 274).
Un messaggio questo, dirompente ed innovativo, che trova riscontri e risonanze da parte di chi mai lo si sarebbe sospettato, perché catalogato tra gli atei o tra i panteisti.
Perché così, come la scienza oggi ammette, inequivocabilmente il limite parla di entropia, e suggerisce un comportamento diverso da parte dell’uomo e dell’organizzazione sociale nel suo complesso per un modello diverso di sviluppo, pena la fine accelerata del nostro pianeta.
Ed a questo punto il fascino della spiritualità di Papa Francesco che fa non solo capolino, ma viene espressamente chiamata in causa. Un richiamo che potrebbe anche portare successivamente al riconoscimento di un Dio, che unico nella natura, è Comunità di tre persone. E quindi alla contemplazione del mistero di fondo delle fede cristiana, cioè il mistero trinitario.
Nella stampa laica, forse anche in rapporto al particolare clima pandemico che stiamo vivendo, si sente da parte di Scalfari questa affermazione : “Appartengo alla specie umana e a un mondo che è molto più esteso poiché contiene non soltanto gli umani ma anche i vegetali, gli animali ed un insieme molto vasto del quale fanno parte le varie “specie”. Collegando poi tutto, da parte dello stesso, alla legge dell’entropia per cui tutto ha un limite, compreso il nostro sistema solare, che dovrà essere sostituito da un altro astro.
….. “La terra sulla quale viviamo sarà esposta ad una realtà terribile. Terribile ma non insuperabile, per un religioso cattolico come Papa Francesco…..”…. “….il Sole che tramonta sarà inevitabilmente sostituito da un altro astro di analoga potenza…”.
Ed in verità la religione ed il messaggio di Papa Francesco, che (- a giudizio di un laico, ateo ma non anticlericale del calibro di Eugenio Scalfari ) – … “è la persona più preparata ad affrontare questa visione dell’Universo”.
Affermazione di un laico di quel calibro che sicuramente fa pensare e che comunque bisogna collegare con l’affermazione dello stesso che in altra occasione avrebbe detto che la Trinità “…non è più il mistero della fede, ma l’articolazione dell’unico Dio”. Non solo ! anche che Papa Francesco dovrebbe trarre una conseguenza teologica dalla visione profetica che porta avanti. Perché sempre Scalfari afferma che il Papa “… non è più il Vicario di Cristo in terra, ma il Vicario di Dio”, in quanto Cristo non è che l’amore di Dio, quell’unico Dio di cui parla il Papa, non un Dio diverso che incarnandosi come Gesù di Nazareth è , vissuto sulla terra per 33 anni e morto in Croce.
Affermazioni queste ultime di un laico ateo – come si definisce – che appaiono sicuramente sorprendenti e rivelatrici di un travaglio di pensiero che potrebbe avere altri sbocchi.
Nel complesso allora, la spiritualità ambientalista, con lo stimolo all’approfondimento delle problematiche connesse si collega con una visione che trova tanta sintonia con la scienza e le ipotesi astrofisiche oggi più scientificamente accreditate.
Ed a giudizio sempre di Scalfari perciò …. “la religione – come Papa Francesco la intende – “è estremamente estesa: non è soltanto il territorio ma L’ “Universo”. E’ molto difficile – (sempre a giudizio di Scalfari ) – trovare nella storia vaticana figure della profondità di papa Francesco”.
Diego Acquisto
26-1-2021
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