San Carlo Borromeo Vescovo
Notiziario di Telepace
martedì 04.11.2003
San Carlo Borromeo Vescovo
servizio di don Diego Acquisto
Memoria liturgica oggi di S. Carlo Borromeo, fondatore dei Seminari, arcivescovo di Milano, il quale, in una vita relativamente breve, di appena 46 anni,- essendo nato nel 1538 e morto nel 1584 – dispiegò un’intensissima attività pastorale, consumando le sue energie nell’impegno ascetico, nella carità e nella riforma della Chiesa. Un impegno quest’ultimo della riforma, che fa di S. Carlo Borromeo, se non il più grande, sicuramente fra i più grandi promotori del rinnovamento nella fede e nei costumi, sancito dal Concilio di Trento. Espresse egli, infatti, attraverso i seminari e la fedele attuazione dello spirito delle disposizioni conciliari un nuovo modello di pastore d’anime, unicamente dedito alla preghiera ed allo zelo apostolico. La sua azione riformatrice si estese alla disciplina liturgica (del rito romano e ambrosiano), alla catechesi e alla cura dei poveri. La sua grande carità pastorale ebbe modo di manifestarsi specialmente nella famosa peste di Milano del 1576. Un Vescovo grande nella carità, grande nella dottrina, grande nell’apostolato, ma grande soprattutto nella pietà e nella devozione. Appartenente alla nobile famiglia dei Borromeo, padroni e signori del Lago Maggiore e delle terre rivierasche, era il secondo figlio del Conte Giberto e quindi, secondo l’uso delle famiglie nobiliari, fu tonsurato a 12 anni. Il giovane prese la cosa sul serio: studente a Pavia, dette subito prova delle sue doti intellettuali. Chiamato a Roma, venne creato Cardinale a soli 22 anni. Gli onori e le prebende piovvero abbondanti sul suo cappello cardinalizio, poiché il Papa Pio IV era suo zio. Inviato al Concilio di Trento, si rivelò un lavoratore formidabile, un vero forzato della penna e della carta.
Nel 1562, morto il fratello maggiore, avrebbe potuto chiedere la secolarizzazione, per mettersi a capo della famiglia. Restò invece nello stato ecclesiastico, e fu consacrato Vescovo nel 1563, appena concluso il Concilio, a soli 25 anni.
Entrò trionfalmente a Milano, destinata ad essere il campo della sua attività apostolica, una diocesi vasta come un regno, stendendosi su terre lombarde, venete, genovesi e svizzere. Il giovane Vescovo la visitò in ogni angolo, preoccupato della formazione del clero e delle condizioni dei fedeli. Fondò seminari, edificò ospedali e ospizi. Profuse a piene mani, le ricchezze di famiglia in favore dei poveri.
Nello stesso tempo, difese i diritti della Chiesa contro i signorotti e i potenti. Riportò l’ordine e la disciplina nei conventi, con un tal rigore da buscarsi un colpo d’archibugio, sparato da un frate indegno, mentre pregava nella sua cappella. La palla non lo colpì, e il foro sulla cappamagna cardinalizia fu la più bella decorazione dell’Arcivescovo di Milano.
Il nome di Carlo discretamente diffuso anche nel nostro ambiente, è anche il nome di battesimo dell’attuale Pontefice Giovanni Paolo II, al quale la nostra emittente agrigentina di Telepace formula devoti e filiali auguri, unitamente a preghiere anche per la sua salute fisica.
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