Favara – Lettera aperta sui problemi della Città
–Al Signor Sindaco
Dott.sa Anna Alba
–Ai Sigg Consiglieri Comunali
–A tutti i Cittadini
Lo stimolo a scrivere questa “Lettera aperta” me lo ha fornito uno dei miei vecchi “frammenti”, quando a Favara si viveva, in anni passati, una situazione in qualche modo assimilabile a quella di oggi.
Per caso inoltre mi sono imbattuto, con un pensiero di S. Agostino che dice: “Quando si tace, quando si parla, quando si corregge, il cristiano lo fa per amore” .
E Papa Francesco proprio ieri in Aula Paolo VI, nella prima udienza generale dopo il lockdown , ha voluto parlare di Elia, “uomo integerrimo, incapace di compromessi meschini“, “di vita contemplativa e, nello stesso tempo, di vita attiva, preoccupato delle vicende del suo tempo, capace di scagliarsi contro il re e la regina”, per concludere che oggi “…abbiamo bisogno dello spirito di Elia”, cioè “di essere uomini e donne integri”, capaci di non “truccarsi l’anima” ma di un serio “confronto con Dio che spinge a servire i fratelli”.
Ed i fratelli da servire nel nostro caso, carissimi Sig. Sindaco e Sigg. Consiglieri Comunali, ciascuno nel suo ruolo e per la sua parte, concretamente sono i cittadini di questo territorio, che da voi con la parola e l’esempio, devono essere sollecitati a fare responsabilmente la loro parte, in osservanza delle norme che regolano la vita democratica e civile.
Nella vita di preghiera, che deve scandire la vita del cristiano – ( ha spiegato ieri il Papa a braccio, così come aggiungo io nella vita quotidiana civile) – ci sono “momenti di preghiera di esaltazione, anche di entusiasmo, e momenti di preghiera di dolore, di aridità, di prove. La vita è così”.
Per andare concretamente al dunque, dico subito che quasi tutti abbiamo vissuto l’ondata di entusiasmo popolare del giugno 2016, quando sul piano amministrativo la nostra Favara ha democraticamente deciso, con una maggioranza schiacciante, l’assetto dirigenziale che è ancora al “potere”.
Quanto avvenuto è storia recente che abbiamo vissuto, mentre la situazione attuale della città, adesso, è sotto gli occhi di tutti.
Lungi da me la tentazione di qualsiasi forma di sterile, inutile e dannoso disfattismo !
Ma di fronte alla somma dei problemi che attualmente affliggono la Città, nessuno può continuare ad avere atteggiamenti elusivi, facendo finta di niente.
Si richiede in tutti, ognuno per la sua parte e nel suo ruolo, una forte presa di coscienza, con conseguente impegno.
Per il bene della Città, bisogna ritrovare il coraggio del confronto e del dialogo, anche se siamo negli ultimi sette/otto mesi del Mandato amministrativo.
Un Mandato comunque destinato a “morire”- si pensa – di morte naturale, alla data fissata per legge. Un Mandato che sarà archiviato e giudicato dalla storia, ma al quale intanto si ha il dovere di risparmiare, specie in questo ultimo lasso di tempo – facendo tutto il possibile – inutili dolori e sofferenze. Che, oltre tutto, non gioverebbero a nulla se non ad aggravare la situazione, e magari solo a rendere ancora più difficile la ripresa nel prossimo futuro.
Le difficoltà non sono mancate mai, nemmeno nel precedente Mandato (2011-2016), quando non pochi Consiglieri Comunali, con motivazioni gravi sul “modus operandi” del Sindaco rassegnavano (cosa mai prima avvenuta a Favara ! ) le dimissioni dal Consiglio, venendo sostituiti dai primi dei non eletti nella rispettiva lista.
E furono così tanti quelli che si dimisero, che in qualche caso la sostituzione non fu possibile, e in un caso – mi pare – la pirandelliana situazione di un sostituto che doveva rappresentare la lista in cui era inserito, ma che nel frattempo aveva maturato una scelta diversa e si trovava con un colore politico contrapposto, per cui dovette rinunciare.
Comunque, a parte tutto questo, l’attuale difficile situazione vede contrapposti a Favara, “l’un contro l’altro armato”, il potere esecutivo rappresentato dal Sindaco ed il potere “legislativo” rappresentato dal Consiglio Comunale.
E ciò in un tempo di particolare difficoltà che stiamo vivendo anche dal punto di vista socio-sanitario per l’epidemia-coronavirus, di fronte alla marea dei problemi la cui soluzione era stata promessa, ma nei fatti non attuata; problemi che sono sotto gli occhi di tutti, pericoli derivanti dalle strade dissestate e da un centro storico fatiscente, … con l’aggiunta di una crescente povertà, in un ambiente che dal punto di vista igienico – per usare un eufemismo – lascia non poco a desiderare. Con ulteriore possibile pericolo di aggravamento per lo stato di agitazione degli operatori ecologici, da alcuni mesi senza salario.
Una situazione grave, assurda ed intollerabile che sta arrecando altri danni alla città.
Una situazione che può essere superata solo rinunciando preliminarmente da parte di tutti i contendenti ad ogni forma di chiusura, di arroganza comunque camuffata, … ad ogni inutile asprezza, con conseguente caduta di stile, …superando ogni tentazione di pregiudiziale rifiuto al confronto, e contemporaneamente di rassegnazione e di appiattimento, rinunciando a diffondere pericolose dicerie condite da incredibili veleni, che sicuramente non giovano a nessuno, né tanto meno alla Città.
Il bene della città deve essere messo al primo posto, superando anzitutto qualsiasi forma di passiva rassegnazione, come se nulla fosse più possibile tentare.
Intanto può essere utile, anzi necessaria una riflessione sui fondamenti della vita democratica così come attualmente fissate dalle norme in vigore, e trovare assieme qualche sbocco, per esempio, compatibilmente con le norme coronavirus, un Consiglio Comunale aperto…o di quartiere, per dare a tutti, in una forma di democrazia diretta, la possibilità di parlare.
Il sindaco a cui la sovranità popolare ha unicamente affidato il governo della città, per la sua parte, – (dopo le scelte che, nell’ambito dei suoi poteri ed in piena, legittima autonomia ha ritenuto di dover fare anche recentemente) – è chiamato sempre ad una verifica, con il coraggio delle decisioni più appropriate, per il bene comune , che sempre deve essere prioritariamente considerato.
Precisato questo, c’è pure da dire che non c’è dubbio che il giudizio complessivo sul suo operato e su quello della Giunta da lei scelta, spetta al Consiglio Comunale, l’unico organo rappresentativo dell’intera Comunità, in cui si esprime e manifesta costantemente la sovranità popolare.
Le difficoltà amministrative ci sono dovunque e ci meraviglieremmo se mancassero a Favara; ma la prassi politica dello struzzo non va bene in nessuna parte e da parte di nessuno.
Il Consiglio Comunale, nel suo dovere di giudizio e di controllo del comportamento del Sindaco, è quasi naturalmente chiamato ad essere sempre una spina al fianco dell’Amministrazione.
Una spina con la naturale vocazione di pungere, ma sempre e unicamente nel superiore interesse della collettività.
Il massimo che può fare, però una sola volta il Consiglio Comunale, in caso estremo, nell’arco dei cinque anni per punire eventualmente un Sindaco, è quello di votargli la sfiducia secondo le procedure previste, costringendolo alle dimissioni e nello steso tempo causando contestualmente il proprio scioglimento.
Cosa già avvenuta a Favara con l’esito che sappiamo. Esito cioè favorevole al Sindaco, non essendo stata raggiunta la maggioranza necessaria per la sfiducia.
Adesso oltre ai problemi che c’erano prima del voto di sfiducia, se ne sono sicuramente aggiunti altri, con diversi Consiglieri che hanno cambiato valutazione nei riguardi dell’Amministrazione Alba.
Dovendo restare tutti in carica sino alla prossima primavera, l’unica via è quella del dialogo, evitando ogni arroganza di potere.
Né la Sindaca deve sentirsi in una botte di ferro, dato che il Consiglio non può più votare la sua decadenza, né il Consiglio, depositario nel suo complesso della sovranità popolare, può rifiutarsi di dialogare, con pretesti vari.
A me pare che facendo mancare deliberatamente in ogni seduta il numero legale, come già è avvenuto diverse volte consecutivamente, si pone un problema di carattere giuridico che le attuali normative – mi pare – non hanno previsto.
Ecco – se riusciamo ad avere capito bene e ad essere chiari – questo è il problema !
Come è noto il parere attuale della maggioranza dei Consiglieri Comunali è quello che la Sindaca, non avendo la possibilità di dialogare con il Consiglio, – (essendo la validità legata alla presenza seppur minima stabilita dal regolamento) – dovrebbe trarre la conclusione di dimettersi, non potendo ottenere l’approvazione di alcuna delibera. Cosa che vorrebbero – pare – la maggioranza dei Consiglieri, ma che la Sindaca non è disposta a fare.
A giudizio dello scrivente bisognerebbe uscire dal groviglio paralizzante di questa situazione e nel superiore interesse del bene comune e della Città, trovare un punto di accordo.
Il Popolo favarese non merita questo sfascio ed ha tanta capacità di capire e giudicare al momento opportuno, secondo le regole della democrazia.
Nel mentre il dovere grave ed urgente di promuovere un’azione per adeguare le norme al fine di potere in futuro, a Favara come altrove, potere risolvere una situazione del genere, dato che al momento nessuna norma pare prevista per tutelare la collettività.
Con senso di stima, cordiali saluti ed auguri di bene a tutti.
Favara 08-X-2020
Sac. Diego Acquisto
Parroco S. Vito
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