Campi di sterminio e foibe in un unico lodevole ricordo da parte di “Penna Sottile”
Lodevole il ricordo, deplorevole quanto avvenuto nel ricordo a cui ci sollecitano le due date che l’Associazione culturale “Penna sottile” ha celebrato nella VII edizione del “GIORNO della MEMORIA e del RICORDO”
Una commemorazione che si è svolta nella mattinata di venerdì 7 febbraio nel salone dell’Istituto Professionale “Nicolò Gallo” di Contrada Calcarelle di Agrigento, per iniziativa dell’Associazione culturale “Penna sottile” con la partecipazione delle massime autorità civili e militari della provincia che sarebbe lungo elencare, limitandoci perciò a sottolineare solo la presenza del Prefetto, S. E. Dott. Dario Caputo.
In un’aula assiepata da una larga rappresentanza degli alunni delle IV e V classi e da numerosi invitati in rappresentanza di tante Associazioni impegnate nel sociale in territorio agrigentino, dopo una preghiera inziale in suffragio dei morti di tutte le guerre, l’attenzione naturalmente si è concentrata sulle due vergognose pagine di storia che ogni anno vengono ricordate il 27 gennaio ed il 10 febbraio.
Due date queste che il Parlamento italiano – con due apposite leggi, approvate la prima nel luglio 2000 e la seconda nel marzo 2004 – ha stabilito che vengano considerate solennità civile, perché senza riduzioni dell’orario di lavoro nei pubblici uffici, al fine di conservare la memoria, soprattutto si possano favorire iniziative varie per diffondere la conoscenza dei tragici eventi che si sono verificati.
Il 27 gennaio, Giornata della Memoria, ricorda che nel 1945 l’armata russa abbatté i cancelli di Auschwitz, simbolo di tutti i campi di sterminio nazisti del popolo ebraico, fra i quali anche di tanti deportati militari e politici italiani ; mentre il 10 febbraio Giornata del Ricordo commemora le tantissime vittime di cittadini italiani nelle foibe e l’esodo degli stessi dalla città di Trieste, Fiume, e dalle zone dell’Istria, Dalmazia ecc. ad opera dei partigiani comunisti titini, cioè agli ordini del maresciallo Tito.
Vergognose pagine di crudeltà inaudite e di dolore, subite dagli ebrei per motivi razziali e da tanti cittadini italiani per motivi puramente politici, non solo durante la guerra ma anche nell’immediato dopoguerra, sul confine orientale, senza colpa alcuna, se non quella dell’appartenenza religiosa o politica, o anche per il solo sentirsi italiani.
L’Associazione “Penna Sottile” presieduta dal bravo prof. Giuseppe Crapanzano, ormai da tempo ha unificato le due date in un unico ricordo, per condannare e conservare la memoria di questi fatti terrificanti, che meritano comunque la più decisa deplorazione senza se e senza ma, ed indipendentemente dal colore politico dei carnefici.
La riuscita della manifestazione oltre all’impegno degli alunni del “N.Gallo” guidati dalla dirigente prof.sa Girolama Casà, ed alla collaborazione delle Istituzioni a tutti i livelli, con particolare riferimento alle Amministrazioni comunali di Agrigento e Favara, che ultima – come ha comunicato l’assessore Gianluca Caramazza, in rappresentanza della sindaca Anna Alba, che – accogliendo la richiesta di “Penna sottile” inoltrata durante la V edizione della Giornata della Memoria e del Ricordo del 2018, che si è svolta allora nella sala del Collare del Castello Chiaramontano di Favara – ha deliberato che prossimamente in città ci sarà una Via intitolata “Vittime delle Foibe”
Ritornando adesso alla riuscita della manifestazione di ieri, il merito si deve pure alla Società agrigentina di Storia Patria, presente nelle persone del dott. Calogero Brunetto, del Cav. Totò Fucà e dell’avv. Gaetano Allotta, i cui interventi qualificati sono stati seguiti con particolare attenzione.
Mentre davvero commovente è risultata la testimonianza del prof. Domenico Svettini, figura storica dell’ex-Provveditorato, che ha narrato a grandi linee le peripezie umilianti di un suo stretto parente, illuso prima dalla retorica patriottica della italianizzazione delle terre irredente e deluso poi dall’instaurazione in quelle terre del sistema comunista del Maresciallo Tito, che costruiva un altro sistema di schiavitù con l’appropriazione da parte dello Stato di tutte le terre e private proprietà, lasciando ai lavoratori dopo tante fatiche e lavoro solo gli occhi per piangere e non avere nemmeno il cibo a sufficienza per potersi sfamare adeguatamente. Insomma un nuovo sistema di schiavitù che faceva rimpiangere quello precedente .
Nel complesso, come ci auguriamo possa rilevarsi da questi cenni, una mattinata veramente interessante, con alcuni pertinenti interventi da parte anche di alcuni degli alunni presenti, come Calogero Salvaggio della V-G , Morena Matraxia della IV-E, e Matteo Piazza che invece ha narrato una sua particolare esperienza vissuta in gruppo in stile militare durante l’estate scorsa, organizzata dall’Associazione Bersaglieri di Agrigento .
Diego Acquisto
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