Don Marco Damanti vicario foraneo della Forania di Aragona
Stimato e benvoluto Parroco della Parrocchia dei Ss Pietro e Paolo, trasferito da oltre un biennio a Favara – (dopo tanti anni lodevolmente trascorsi dal punto vista pastorale come parroco a Menfi) – Don Marco Damanti, 43 anni, nativo di Licata, proprio in queste ore, apprendiamo ufficialmente, con la pubblicazione di un apposito decreto curiale – che è stato nominato vicario foraneo della forania di Aragona.
Forania che da sempre si è chiamata di Favara, e il cui cambio di denominazione non pare sufficientemente giustificato, per il solo fatto che alla forania, (che sempre ha compreso i soli Comuni di Aragona e Comitini), sono stati aggiunti i Comuni di S. Elisabetta e di Raffadali, così come è avvenuto per altre foranie. Ciò in conseguenza della riduzione numerica, per esigenze pastorali, delle foranie che, come è noto, da 15 sono state ridotte a nove.
Ma comunque – a parte questa osservazione in cui appare forse evidente che si richieda almeno un pizzico in più d‘attenzione da parte dello staff dei pastoralisti che in Curia fanno queste scelte – dobbiamo forse chiarire per una fascia dei nostri lettori, che il Vicario Foraneo, secondo il Codice Diritto Canonico o Ecclesiastico, a norma dei canoni 553-554-555
“… è nominato dal Vescovo diocesano, dopo aver sentito, a suo prudente giudizio, i sacerdoti che svolgono il ministero nel vicariato in questione”….è “nominato a tempo determinato, definito dal diritto particolare”
e nel nostro caso concreto per cinque anni sino al 2024
e ancora …
“oltre alle facoltà che gli attribuisce legittimamente il diritto particolare, ha il dovere e il diritto: 1° di promuovere e coordinare l’attività pastorale comune nell’ambito del vicariato; 2° di aver cura che i chierici del proprio distretto conducano una vita consona al loro stato e adempiano diligentemente i loro doveri; 3° di provvedere che le funzioni sacre siano celebrate secondo le disposizioni della sacra liturgia, che si curi il decoro e la pulizia delle chiese e della suppellettile sacra, soprattutto nella celebrazione eucaristica e nella custodia del santissimo Sacramento, che i libri parrocchiali vengano redatti accuratamente e custoditi nel debito modo, che i beni ecclesiastici siano amministrati diligentemente; infine che la casa parrocchiale sia conservata con la debita cura”……ed inoltre…..” § 2. Il vicario foraneo nell’ambito del vicariato affidatogli: 1° si adoperi perché i chierici, secondo le disposizioni del diritto particolare, partecipino nei tempi stabiliti alle lezioni, ai convegni teologici o alle conferenze a norma del can. 279, § 2; 2° abbia cura che siano disponibili sussidi spirituali per i presbiteri del suo distretto ed abbia parimenti la massima sollecitudine per i sacerdoti che si trovano in situazioni difficili o sono angustiati da problemi. ……..abbia cura che i parroci del suo distretto, che egli sappia gravemente ammalati , non manchino di aiuti spirituali e materiali e che vengano celebrate degne esequie per coloro che muoiono; faccia anche in modo che durante la loro malattia o dopo la loro morte, non vadano perduti o asportati i libri, i documenti, la suppellettile sacra e ogni altra cosa che appartiene alla chiesa. 4° Il vicario foraneo è tenuto all’obbligo di visitare le parrocchie del suo distretto secondo quanto avrà determinato il Vescovo diocesano”.
Come è facile notare, incombenze e compiti abbastanza impegnativi, per i quali – mi comunicava don Marco in questi giorni – avrebbe voluto personalmente sottrarsi come la biblica figura di Giona, mentre il Signore – gli dicevo da parte mia – forse continua ad inseguirti.
E così è stato ! ed adesso lo stesso dice di comunicare “con gioia” ma anche “con grande trepidazione” questa nomina che lo chiama all’obbedienza.
Conosciamo ormai bene la sua tempra fisica, spirituale e la sua tenacia.
Non ci resta che porgergli tanti, tanti auguri, pregare per Lui, essergli vicino e collaborarlo.
Diego Acquisto
19-12-2019
Comments are closed.