Arcidiocesi di Agrigento – Imminente la promulgazione del Piano Pastorale Diocesano 2019-2020
Agrigento – Col nuovo Piano Pastorale Diocesano 2019-2020 verso l’Assemblea Diocesana in Cattedrale. Sotto la presidenza di don Rino Lauricella (nella foto sotto) coordinatore del Dipartimento Unico della Curia per la Pastorale e la Ministerialità, con a fianco don Leo Argento vicario episcopale per la Pastorale e la Ministerialità del Settore-Centro si è tenuto nel tardo pomeriggio di ieri, nell’ampio Salone della Parrocchia S. Gregorio a Cannatello, l’ultimo degli incontri programmati, in preparazione all’Assemblea Diocesana per la presentazione del P.P.D. 2019-2020 che si terrà nella Cattedrale di S. Gerlando nel pomeriggio di sabato 23 novembre p.v., vigilia dell’ultima domenica dell’anno liturgico 2018-2019. Quando, sospese in quel pomeriggio tutte le celebrazioni, si ritroveranno attorno all’arcivescovo don Franco i Sacerdoti e gli operatori pastorali di tutte le parrocchie dei 43 Comuni della nostra vasta arcidiocesi, con l’occhio puntato alla domenica successiva 1° dicembre, inizio dell’Avvento e quindi del nuovo anno liturgico e pastorale 2019-2020.
Quello di ieri è stato un momento preparatorio di una parte del Centro (Sud) della nostra dioecsi, che ha visto riuniti i rappresentanti della Parrocchie di Agrigento, Aragona, Casteltermini, Cattolica Eraclea, Lampedusa, Linosa, Comitini, Favara, Joppolo, Raffadali, S. Elisabetta, P. Empedocle, Realmonte, Siculiana, Montallegro, S. Angelo Muxaro, Siculiana.
E per il settore Centro c’era già stato un altro incontro, oltre ai due incontri del Settore Est e del Settore-Ovest, dove sempre sotto la direzione del Dipartimento Unico della Curia, operano gli altri due Vicari episcopali, don Giuseppe Cumbo per il Settore-Ovest e don Giuseppe Agrò per il Settore-Est.
Tutto secondo la nuova impostazione, chiamata “piccola rivoluzione”, decisa dall’Arcivescovo che ha unificato i settori della ministerialità e della pastorale, nel Dipartimento Unico della Curia e nei tre settori, e riducendo pure i Vicariati foranei che da 15 diventano 9.
Nella nuova impostazione questi incontri di Settore, sono considerati molto importanti e significativi, così come è stato ripetutamente sottolineato ieri e così come sicuramente è avvenuto già negli altri incontri per i settori Est-Ovest, nell’ottica di privilegiare e favorire sulle cose da fare, anzitutto il sentire comunionale di una Chiesa locale, che vuole partire col piede giusto per il suo impegno primario di evangelizzazione del territorio.
Un territorio da conoscere, abitare e quindi amare. Dei tre verbi, i primi due hanno accompagnato il lavoro degli anni precedenti, con l’aggiunta in quest’anno pastorale 2019-20 del terzo, cioè amare. Con tutto quello che ciò può e deve significare, dato che quando veramente si ama, non solo non pesano i sacrifici, ma anzi si mette in moto tutta una un’energia creativa per assicurare il vero bene della persona e/o comunità amata.
L’incontro di ieri, con un’assemblea affollata e con alcuni che non hanno trovato posto a sedere, si è svolto in un tempo ben definito. Compreso il momento comunitario di preghiera, iniziando poco dopo le 18,30 tutto è durato poco più di un’ora, e si è concluso verso le 19,50 come programmato.
Chiari, razionalmente bene impostati, articolati e sentiti i due interventi di don Leo prima e don Rino dopo, che hanno chiaramente proposto e contestualmente dimostrato di avere ben chiaro il percorso da fare, gli stimoli da proporre, senza inutili e sterili invadenze, nel pieno rispetto delle peculiarità locali, a cui viene concessa ampia libertà di azione.
E ciò, come potrebbe risultare facile verificare, in chiara inversione con quanto nella nostra diocesi avveniva in un certo passato, quando minuziosamente, anche per iscritto, venivano stabiliti tempi e modalità di attuazione del Piano, attribuendo alla forma il valore di sostanza.
Adesso, a margine di tutto, dopo questo primo incontro durato poco più di un’ora, in un’assemblea abbastanza partecipata ed affollata, che ha seguito con attenzione le relazioni appassionate di don Leo (nella foto, in un momneto di relax) e don Rino, c’è forse solo un’osservazione da fare.
Cioè, non avere potuto dare il tempo a possibili interventi della base con la quale bisogna sempre fare i conti, anche se ci sono stati tutti gli incontri preparatori negli organismi preposti, come Commissioni, Consigli Presbiterale e Pastorale, incontri dei direttori dei vari Uffici ecc. ecc. E nel passato sempre comunque, anche dopo tutto il resto è stata sempre concessa la parola alla base, accogliendo valutazioni e proposte. Soprattutto quest’anno, quando, mi pare che il “Cantiere delle idee” si è tenuto in forma notevolmente ridotta, rispetto al programma iniziale, per il numero esiguo degli iscritti e quindi dei partecipanti.
Sicuramente ieri si è trattato di una contingenza puramente congiunturale, a cui in futuro bisognerà prestare più attenzione anche nella nuova rimodulazione. Tutta l’impostazione, che – come si è notato – è chiaramente concepita secondo una logica positiva e propositiva, non trascurerà sicuramente questo aspetto, che non è secondario.
Diego Acquisto
06.11.2019
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