Favara ricorda il Parroco Don Giuseppe Seggio nel 50° della sua scomparsa
“Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo se invece muore porta molto frutto” (Gv 12,24)
Arcidiocesi di Agrigento
Comunità Ecclesiale di Favara
Parrocchia S. VITO
Il Consiglio Pastorale Parrocchiale invita la Comunità Ecclesiale di Favara a partecipare ad una concelebrazione di suffragio, che si terrà nella Chiesa di S. Vito lunedì 6 maggio p.v.alle ore 18,30 nella ricorrenza del 50° anniversario della tragica scomparsa di Don Giuseppe Seggio, sacerdote dal cuore amabile e generoso, sempre pronto e disponibile con tutti, morto all’età di 47 anni. Una morte tragica, quella di Don Seggio che ha segnato non poco la vita della città.
Vogliamo elevare al Signore un inno di lode e di ringraziamento per i 22 anni della sua zelante e generosa azione pastorale a Favara, prima come vicario parrocchiale nella Chiesa Madre con l’arciprete Mons. Giuseppe Minnella e quindi a S. Vito con P.Luigi Arnone, del quale è stato suo successore come Parroco.
Indimenticabile figura di sacerdote e di uomo, il Parroco Don Giuseppe Seggio col suo operato ha profeticamente inciso nel tessuto sociale favarese, trasmettendo sempre messaggi di rinnovamento e di speranza, infondendo fiducia e creando amicizia, abbattendo muri di miopia psicologica ed ignoranza, conquistandosi il rispetto delle istituzioni, la fiducia delle forze più promettenti e dei giovani più dotati, della gente di ogni rango e condizione sociale.
Favara 26-4-2019
Lillo Montaperto
Coordinatore del C.P.P.
Il Parroco
Sac.Diego Acquisto
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Pubblichiamo un ricordo vivo, sincero e palpitante del prof. Biagio Lentini…..Gino per gli amici…allora uno dei tanti giovani di P. Seggio…… per me sempre il caro GINO che mi ha collaborato non poco, assieme a tanti altri, soprattutto nei miei primi anni del difficile ed arduo compito a cui, allora, mi sono sentito come improvvisamente “catapultato”……………cercando di navigare al meglio………… o alla meno peggio…………..in una sostituzione così difficile………..ed in periodo ecclesiale tanto problematico, di cui qualcosa si coglie anche nei recente volume “FRAMMENTI di vita”……..
Da Favara web —- Primo piano—01-05-2019
Nel ricordo di padre Seggio, barbaramente ucciso.
Era il 5 maggio del 1969. Quel giorno ricadeva di lunedì, un giorno fatidico e tragico. Padre Seggio , come era sua consuetudine, attorno alle 18.00, si avviava dalla chiesa di San Vito, dove era parroco, a casa. Improvvisamente e in pieno giorno viene barbaramente ucciso nella parte alta della via Umberto. Una marea di gente sbigottita e scioccata accorreva verso il luogo del delitto. Qualcuno commosso e in lacrime andava gridando “ spararu a patri Seggiu”. Numerosi erano i carabinieri presenti. Impossibile era avvicinarsi al corpo di padre Seggio steso per terra. Ad un tratto un temporale improvviso inondò la strada lavando il sangue dell’innocente, come se il cielo avesse voluto partecipare al dolore e piangere per uno dei suoi figli migliori. Ma chi era padre Seggio? Perché era tanto stimato? Perché non è stato mai dimenticato? Egli non è stato un sacerdote qualsiasi, ma il sacerdote per eccellenza. Quando dalla chiesa Madre di Favara, venne in quella di San Vito, come parroco, portò un clima nuovo,un’atmosfera giovanile mista ad una profonda vocazione ed a una fede cristallina, mostrando subito un grande carisma e una intelligente capacità organizzativa. L’Azione Cattolica divenne il fiore all’occhiello della parrocchia e di tutta la comunità ecclesiale di Favara. La parrocchia visse una primavera feconda di iniziative. Fanciulli cattolici, aspiranti, giovani, donne e uomini stimolati dalla sua instancabile azione e dall’entusiasmo che sapeva infondere , diedero vita ad un momento esaltante e felice dell’Azione Cattolica. La sagrestia , oltre ad essere un centro ricreativo, era diventata un vero e proprio laboratorio sociale , culturale , politico e religioso. Padre Seggio era il sacerdote che viveva in mezzo alla comunità. Attento alle problematiche sociali , spesso e volentieri interveniva , senza che gli fosse stato richiesto, in favore di chi aveva bisogno. Egli preparava tutto con particolare cura. A molti giovani assegnava un tema , che in seguito diventava argomento di dibattito. Era un metodo educativo e formativo che aveva l’obiettivo di stimolare l’interesse dei giovani di Azione Cattolica verso lo studio, irrobustire la fede e nello stesso tempo era un esercizio proficuo per far sì che ogni giovane fosse nelle condizioni di fare le omelie e la Via Crucis predicata. In questo modo stimolava alla lettura , allo studio e all’approfondimento di temi e problemi che avevano come epicentro la fede e nello stesso tempo venivano sviluppate conoscenze, competenze e un forte interesse per i problemi sociali. Il canto, poi, era una delle sue passioni. Padre Seggio dedicava tante serate a preparare, circondato dai ragazzi, gli inni domenicali accompagnandosi con l’organo. Egli emanava un fluido magico di cui pochi sacerdoti erano in possesso . Padre Seggio,vittima innocente, offrì la sua vita alla città di Favara , infatti oltre ad essere il parroco della chiesa di San Vito,era il sacerdote a cui si rivolgeva la gente di ogni quartiere del paese, tanta era la sua popolarità. Egli era il sacerdote dotato di molte virtù quali : l’umiltà, la sobrietà,il rigore , la bontà d’animo,la generosità e l’intelligenza acuta. Fu inoltre, un convinto assertore della importanza della presenza dei cattolici impegnati nella vita politica, infatti stimolò e incoraggiò nel 1966 la formazione del Movimento Lavoratori Cristiani, che ebbe alla amministrative un successo inaudito. Era un sacerdote molto attento ed interessato alla questione sociale e ai problemi della gente specialmente dei ceti più bisognosi. Egli era severo quando era necessario esserlo, con gli alunni a scuola , ma di una di una severità e di un rigore giusto paterno e amorevole, perché in fondo era un “fanciullone”, che amava tifare allo stadio per la squadra del cuore o scherzare con gli amici a lui più vicini. E’ stato un grande , che merita di essere ricordato per far continuare a vivere il suo messaggio e additare il suo esempio.
BIAGIO LENTINI
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