I problemi di Favara e la “presenza dei Grandi della terra”……
I problemi di Favara e la “presenza dei Grandi della terra”……
Che non ci riescano, sotto gli occhi di tutti, lo scrive uno degli osservatori più attenti della realtà favarese, giornalista e docente, per diversi anni ed in legislature diverse, apprezzato ex vice-sindaco ed assessore in diversi rami. Insomma una persona davvero affidabile, come Giuseppe Piscopo, che, ormai da un decennio, senza più cariche pubbliche sul piano amministrativo, punta comunque sempre al bene di questa martoriata Favara. Ed a questo scopo utilizza i suoi talenti non comuni, anche nel campo dell’ironia nella forma più piacevole ed accattivante.
E, in questo caso, l’ironia si riferisce ai Grandi della Terra che hanno deciso di trascorrere l’attuale periodo delle festività a Favara, scegliendo per sede, la “Chiesa Madre, nel centro storico della città, a metà strada tra il monumentale Castello Chiaramontano e i Sette Cortili, altri due luoghi dove il mondo spesso si incontra per eventi culturali, artistici, economici”.
Così, all’interno della Matrice, sotto il grande Cupolone che è la prima cosa che si nota quando in viaggio ci si avvicina a Favara, “si sono dati appuntamento Papa Francesco, Giovanni Paolo II, Madre Teresa di Calcutta, Martin Luther King, Nelson Mandela, Rita Levi Montalcini, Albert Einstein, Gandhi. Non solo, ci sono anche Paolo Borsellino, Giovanni Falcone, Don Pino Puglisi, Peppino Impastato e lo scrittore Andrea Camilleri che, per la vicinanza dalla sua Vigata, è chiamato a fare da cerimoniere e padrone di casa”.
L’amarezza è che la presenza dei Grandi, esposti in artistici quadri di valore, grazie ai talenti non comuni di un gruppo di pittori favaresi che compongono l’associazione “Il giardino degli artisti” , diretta dalla bravissima Amelia Russello, aveva fatto nascere la speranza di qualche beneficio per questa martoriata città. Dove tante strade sono disastrate, compresa la grande Piazza Cavour, cuore della città, la cui pavimentazione da tempo è precaria, anche con pericolo in alcuni punti per la stessa incolumità fisica. Come pare sia già qualche volta avvenuto, specie nei momenti di maggiori visite da parte di inconsapevoli turisti. E poi, non dimentichiamo che anche la stessa statua della Madonna Addolorata, lo scorso Venerdì Santo, proprio per questo ha subito qualche danno, con dolorosa constatazione della numerosa folla presente.
Indovinata perciò la battuta ironica del Piscopo che invita a riflettere e vedere il da farsi, in un momento in cui con la nuova Giunta si parla di ripresa. E così come con “La leggenda di Colapesce”, recentemente rappresentata, metafora dell’attuale situazione, si auspica da parte di molti di trovare il coraggio di ripartire, con le energie e le persone giuste, che nel tessuto sociale favarese non mancano.
Infine, a proposito di Giuseppe Piscopo, ricordiamo lo stesso che, all’indomani dell’ultima tornata elettorale amministrativa, dopo il quinquennio di amministrazione-Manganella, esaminando il risultato faceva subito notare che quel voto non aveva un valore solo locale ma nazionale. Cioè, diceva che chiaramente era “un segnale forte di protesta del popolo che aveva votato ad occhi chiusi il M5Stelle, partendo da Torino a Favara, passando da Roma Capitale, Alcamo e Porto Empedocle”. Un voto che doveva fare riflettere , con il desiderio di potere “leggere sulle bacheche di tanti deputati la scritta :”Scusate il disagio che abbiamo procurato. Togliamo il disturbo. Ma è un sogno in una notte di inizio d’estate, con una luna piena, con il cielo per molti stellato e per altri grigio cupo”.
Parole che a due anni e mesi di distanza, ognuno può serenamente constatare come veritiere, compreso il sogno, in questi giorni in cui quel partito a cui allude, si prepara alle primarie, invocando invano da più parti la sua derenzizzazione, come imprescindibile per recuperare i consensi perduti.
Ma tornando a Favara che si è consegnata, come altre città non di secondaria importanza, “ad occhi chiusi al M5Stelle”, il problema di oggi, su cui si punta la benevola ironia di Piscopo, è che “a Favara non ci riescono nemmeno i grandi della terra…”.E se non ci riescono loro, … cosa fare allora ? Mi viene da dire: “Accrescere il nostro impegno, quello di marca genuinamente favarese, quando a tutti i costi si vuole centrare un obiettivo”.
Ed intanto ancora pazienza, perché come forse vuole suggerire il Piscopo, se non ci riescono i Grandi, possiamo ancora, se non assolvere, almeno comprendere la situazione delle persone improvvisamente chiamate a furor di popolo ad occupare poltrone pesanti che scottano; persone caricate da enorme responsabilità, in una disastrosa situazione finanziaria. Persone che comunque adesso sono, con grande senso di responsabilità, moralmente obbligate ad affrontare la realtà, senza escludere nessun tipo di scelta.
N.B.– Il mio articolo, “I problemi di Favara e la “presenza dei Grandi della terra”……con le riflessioni di cui sopra, è scaturito dalla lettura del servizio di Giuseppe Piscopo, al titolo “A Favara i Grandi della Terra” sul giornale on line malgradotuttoweb.
Diego Acquisto
Comments are closed.