Lillo Montaperto rilancia la Sala-Teatro del Boccone del Povero, come “laboratorio-scuola di recitazione per stimolare aggregazione e socializzazione”
Favara-Riuscita la rappresentazione della “Leggenda di Colapesce” – Riuscita e partecipata ieri sera nella Sala-teatro del Boccone del Povero, strapiena come non mai, e comunque come nelle grandi occasioni del passato, quando tante compagnie teatrali, nel più glorioso periodo, con la regia dell’Associazione Giò ‘90 S.Vito, si alternavano nelle rappresentazioni, regolarmente programmate ad inizio d’anno. Ieri sera, dopo un periodo di semi-abbandono, dovuto alle note vicende, la grande Sala è tornata affollata, anzi affollatissima.
Ricordiamo che, dopo tanti “bocconi” amari, nel giugno scorso, la Sindaca Anna Alba, con regolare determina, in quella parte dei locali del grande Istituto, ha voluto “creare un laboratorio-scuola di recitazione per stimolare aggregazione e socializzazione”, affidando il progetto a Lillo Montaperto e Giuseppe Crapanzano, detto Cioppino, due personalità di spicco del teatro locale con esperienze artistiche, più che decennali alle spalle, specie per il primo, che nella Giò ’90 S. Vito, è stato una delle colonne portanti.
Ieri sera, la Sindaca, prendendo brevemente la parola all’inizio, ha voluto sottolineare la validità pedagogica del progetto, nello spirito delle intuizioni del grande benefattore di Favara, il barone Antonio Mendola. La cui salma riposa all’interno degli spazi adiacenti alla Sala ed al quale perciò – ha detto – che, subito, bisogna pensare come sempre rendergli doveroso omaggio.
Premesso quanto sopra, dobbiamo dire che , la messa in scena della “Leggenda di Colapesce”, era inserita nelle attività del Premio Arte e Cultura Siciliana “Ignazio Buttitta”, organizzato anche per la XX Edizione dal Centro Culturale Renato Guttuso, presieduto dall’infaticabile e benemerita Lina Urso Gucciardino, che, presente in Sala, ha voluto brevemente ripercorre, a grandi linee , il cammino più che trentennale del Centro, fecondo di traguardi raggiunti, grazie alla generosa, disinteressata, qualificata ed appassionata collaborazione di tanti volontari.
E dopo queste parole, non poteva mancare e non è mancata la sottolineatura di Lillo Montaperto e del disinvolto, bravo presentatore Giuseppe Moscato, che definivano, “Colapesce” per Favara, sia la presidente Gucciardino, sia il primo cittadino di Favara, Anna Alba.
Il motivo si è subito pienamente compreso con la rappresentazione che ne è seguita, visto che il buon Nicola Colapesce – ( cosi chiamato per la sua grande e straordinaria abilità a muoversi in mare ed ottimamente interpretato dal giovane Maria Giovanni), risulta sommamente benemerito, perché mette tutte le sue energie e sacrifica anche la sua vita, per evitare che la nostra isola sprofondasse in mare, visto che nelle sue immersioni nelle profondità marine, aveva notato che una delle tre colonne su cui la sua “bedda Sicilia” si reggeva, mostrava vistose crepe, che ne facevano presagire un’imminente rovina.
Bravissimi tutti i personaggi e gli interpreti, dallo stesso Narratore-regista, Lillo Montaperto, ai meravigliosi bambini Daniela e Salvatore Patti, alla madre di Colapesce, Lucia Milia, straordinaria nelle sue performances, nel rappresentare il dolore di una madre, verso un figlio che sa correre un gravissimo e sicuro pericolo; al re Federico II, superbamente interpretato da Federico Ceresi, a Nella e Rusalia, (rispettivamente Gloria Vullo e Giuseppina Zambito Marsala), come tutte le altre ragazze, per la prima volta sulla scena, come la Regina (Nancy Mannino) con le figlie le Principesse Costanza (Giulia Montaperto) e Virginia (Silvia Mendolia)., per finire con il Ciambellano (Enzo Bullara) e quindi Saru (Giuseppe Mendolia) e ‘Ngiliddru (Lillo Limblici) due bonaccioni e saggi personaggi popolari del tempo, che non mancano mai nei nostri paesi siciliani e nella nostra Favara, in particolare.
Insomma per concludere, dobbiamo veramente dire che “La leggenda di Colapesce”, liberamente riadattata da Nancy Mannino e Lucia Milia con la Regia di Lillo Montaperto, metafora dell’attuale situazione, ha avuto ieri sera grande consenso di critica e di pubblico.
Una evento, anche questo, che fa davvero ben sperare, in un momento in cui la città di Favara si sforza e deve trovare il coraggio di ripartire, trovando le energie giuste che nel suo tessuto sociale non mancano.
Diego Acquisto
07-12-2018
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