Edit.RF101-lunedì 19-11-18 Centenario Prima Guerra Mondiale
Un cordiale saluto da parte mia, don Diego Acquisto e per la parte tecnica da Tonino Lentini
Il 4 novembre. 1918 la guerra ebbe termine, la prima e terribile guerra mondiale, con milioni di morti, di feriti, impazziti per ciò che avevano visto, sentito, inferto agli altri. Insomma una strage tanto dura e tanto crudele, vent’anni prima della Seconda guerra mondiale che, oltre ai morti e ai feriti, produsse anche la strage di milioni di ebrei e di rom: un evento che non sarà mai dimenticato nella storia del mondo. E difatti anche l’Italia lo ha ricordato nei giorni scorsi nel centenario della conclusione della Prima Guerra Mondiale, che si è svolta dal 1914 al 1918…guerra mondiale perché con gli Stati europei entrarono pure in guerra le rispettive colonie degli altri continenti.
Il conflitto ebbe inizio infatti il 28 luglio 1914 con la dichiarazione di guerra dell’Impero austro-ungarico al Regno di Serbia, in seguito all’assassinio avvenuto a Sarajevo da parte di un giovane di nome PRINCIP, …assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando erede al trono dell’Impero austro-ungarico e della sua consorte… avvenuto il 28 giugno 1914. La guerra, inizia esattamente un mese dopo, il 28 luglio.
A causa del gioco di alleanze che si erano formate negli ultimi decenni del 1800, la guerra vide schierarsi le maggiori potenze mondiali, e rispettive colonie, dell’Impero britannico e di altri paesi extraeuropei tra cui gli Stati Uniti d’America e l’Impero giapponese, in due blocchi contrapposti: da una parte gli Imperi centrali (Germania, Impero austro-ungarico e Impero ottomano), dall’altra gli Alleati rappresentati principalmente da Francia, Regno Unito, Impero russo e, dal 1915, anche Italia, che all’inizio era rimasta neutrale.
Con la dichiarazione di guerra del 28 luglio 1914, a cui nel maggio 1915 si aggiunse anche l’Italia che pero nel frattempo dalla Triplice Alleanza era passata con l’Intesa, cioè con Francia e Gran Bretagna, oltre 70 milioni di uomini furono mobilitati in tutto il mondo (60 milioni solo in Europa) di cui, a fine guerra, bisogna dire che oltre 9 milioni caddero sui campi di battaglia, ed inoltre si dovettero registrare anche circa 7 milioni di vittime civili. Insomma una catastrofe senza precedenti. In Italia si contano oltre seimila i Monumenti ai Caduti (basti pensare al Sacrario Militare di Redipuglia, il più importante insieme al Monte Grappa) della Prima Guerra Mondiale di questa che viene chiamata anche Grande Guerra, che però sarà poi superata anche di molto dalla seconda guerra mondiale, 1939-1945. Incredibile quello che è successo….nel secolo scorso….incredibile e disumano…….non si trovano parole adatte per dire delle atrocità commesse….e quindi diciamo solo disumano….. l’Italia ebbe seicento mila morti. Un conflitto che subito dall’inizio infranse le speranze tedesche in una guerra breve e vittoriosa, e il conflitto degenerò in una logorante guerra di trincea che si replicò su tutti i fronti e perdurò fino al termine delle ostilità. A mano a mano che procedeva, la guerra raggiunse una scala mondiale con la partecipazione di molte altre nazioni, come Bulgaria, Romania, Portogallo e Grecia; determinante per l’esito finale fu, nel 1917, l’ingresso in guerra degli Stati Uniti d’America a fianco degli Alleati. La guerra che per l’Italia si concluse con la pace firmata con l’Austria a Villa Giusti a Verona il 4 novembre 1918, si concluse poi definitivamente l’11 novembre 1918 quando anche la Germania firmò la pace imposta dagli Alleati. Alcuni imperi esistenti– quello tedesco, austro-ungarico, ottomano e russo – scomparvero, generando diversi Stati nazionali che ridisegnarono completamente la geografia politica dell’Europa.
Abbiamo sommariamente riassunto un po’ tutto…e ci poniamo una domanda: “Cosa ci insegna il passato?”. Risposta Il bene prezioso della pace e della democrazia, ci debbono sollecitare a tenere bene aperti gli occhi della mente e del cuore – per una cultura che semina giustizia e concordia, non rancori ed odio…i nuovi come certo populismo che si annida in tutti i Partiti….in tutti i Partiti, nessuno escluso…e come anche le vicende attuali per la mafia che si cela con l’etichetta dell’antimafia….così il populismo più pericoloso è quello di quei Partiti che magari parlano di ingiustizie sociali, ma che andando al potere favorisco la crescita senza precedenti delle diseguaglianze e della povertà, determinando una forte ed inevitabile rabbia popolare, ed accusando poi gli altri di fomentare il populismo. O forse meglio, anziché parlare di populismo riconoscere che il popolo si sta rivoltando contro le élite che lo hanno ingannato; il populismo che ha anche una storia rispettabile non c’entra. Perché il tempo in cui viviamo registra una crescita economica che favorisce ed ha favorito solo le istituzioni finanziarie, un danno per l’economia. C’è stata sì una crescita economica e un aumento della produttività, ma la ricchezza generata è finita in pochissime tasche, per la maggior parte a istituzioni finanziarie predatorie che, nel complesso, sono dannose per l’economia. I partiti di centrodestra/centrosinistra hanno abbandonato gli interessi della classe lavoratrice. Secondo qualche illustre studioso “ciò ha portato alla rabbia, alla frustrazione, alla paura e al capro espiatorio con lo spauracchio del populismo”,… quello cattivo – c’è da aggiungere – che dovrebbe essere solo quello che inganna il popolo per estorcergli il voto…..mentre c’è un populismo buono – ne ha parlato anche il papa a Palermo – che è quello di sapere ascoltare le giuste esigenze del popolo ed impegnarsi a dare un’efficace risposta politica positiva. E per dirla proprio con Papa Francesco, che ne ha fatto il tema della prossima giornata Mondiale della Pace del prossimo 1° gennaio…. “La buona politica è al servizio della pace”. E per buona politica s’intende quella che s’impegna seriamente sul piano della giustizia sociale, per combattere la povertà e non favorire le diseguaglianze sociali, causa vera del cattivo populismo.
Radioascoltatrici e radioascoltatori, don Diego Acquisto cordialmente vi saluta, e unitamente a Tonino Lentini che cura la parte tecnica ed anche a nome di tutto lo staff di Radio R.F. 101, vi augura buona settimana con i programmi della nostra emittente.
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