C’è ancora tempo di rimediare e Favara attende impaziente e fiduciosa, si rifiuta ancora di metabolizzare l’amarezza della delusione
Favara attende risposte dall’Amministrazione monocolore penta stellata. E proprio oggi la cronaca registra che ieri pomeriggio la riunione del Consiglio Comunale si è svolta regolarmente, dopo che però appena nel giorno precedente, cioè l’altro ieri, la seduta era proprio caduta per la mancanza del numero legale, dato il clamoroso abbandono in massa dei Consiglieri Comunali pentastellati. Che – come è noto – a Favara nella massima assise cittadina hanno la maggioranza assoluta dei seggi.
E, per giunta, la cronaca dice che, sempre nella seduta precedente, erano cadute nel vuoto le esortazioni o addirittura forse le “implorazioni” a restare in Aula da parte dell’Assessore al bilancio Crocetta Maida.
Ieri invece, ad appena 24 ore di distanza, tutto è andato liscio e la maggioranza consiliare formata dai Consiglieri dei 5-Stelle ha approvato quanto richiesto dall’Amministrazione, senza porre domanda alcuna. Un comportamento che appare surreale !
Non poteva perciò mancare e non è mancata l’ovvia battuta ironica dell’opposizione per la solita, in genere, voce di Marilì Chiapparo che ha implicitamente “lodato” tale comportamento disciplinato “come se nulla fosse successo”.
La stampa locale che, nell’interesse della città, segue con attenzione l’evolversi degli eventi amministrativi, dopo che nei giorni scorsi, tra l’altro, aveva giustamente punzecchiato, pubblicando il numero eccessivo, nel periodo gennaio-settembre 2018 di 534 riunioni fatte dalle 8 Commissioni consiliari, ( le 6 permanenti e le 2 statutarie), con regolare stesura di 534 verbali e conseguenti relativi costi in un Comune in dissesto, oggi parla di ritrovata unità tra tutti i pentastellati, Amministratatori e Consiglieri, ponendo il logico dubbio relativo a questa ritrovata concordia, se cioè solo momentanea e fittizia, o reale e costruttiva, dopo mesi di freddezza, culminati l’altro ieri nel clamoroso, inaspettato gesto.
Ma al di là di tutto questo, se la concordia di ieri sia apparente o reale, quello che appare palpabile nella pubblica opinione è la richiesta di una generale chiarezza e vera trasparenza, attraverso anche un dibattito aperto e coraggioso, sui reali problemi della città, partendo dai punti programmatici con cui due anni e mezzo fa i cittadini favaresi hanno plebiscitariamente votato il Movimento 5-Stelle.
E per i problemi non c’è bisogno i scendere ai particolari, perché sotto gli occhi e l’intelligenza di tutti, a partire naturalmente da quello più scabroso che riguarda la situazione finanziaria generale, su cui non si sa ancora nulla, dopo la dichiarazione di dissesto del settembre 2016.
Questa ritrovata concordia interna, se vera – ( come da parte di non pochi sicuramente si vorrebbe ) – deve avere come frutto un confronto pubblico, con la stessa forza e grinta di quando si è chiesta la fiducia.
Ed anche o forse proprio dal coraggio di ammettere comprensibili errori, fragilità, falle e lentezze, trarre l’energia necessaria per eventualmente incominciare seriamente a recuperare quello che poteva essere fatto, ma che invece non si è fatto o potuto realizzare.
Il bello della democrazia è proprio un dibattito nella chiarezza, alla luce del sole, in diretta streaming e televisiva. Favara attende impaziente e fiduciosa, si rifiuta ancora di metabolizzare l’amarezza della delusione dopo quella del passato, da cui, a larghissima maggioranza, ha deciso di liberarsi.
D’altra parte siamo a metà “legislatura” e mi pare che qualcosa del genere è stato chiaramente ed ufficialmente promesso, scritto e previsto nel programma o negli impegni etici, proprio del Movimento 5-Stelle favarese, in sintonia con quello nazionale.
Diego Acquisto
18-X-2018