Una pillola di storia locale favarese……il problema-vespasiano
Tralasciando le scene più vicine sul problema, con la costituzione all’inizio del secondo decennio di questo secolo del III millennio del “Comitato pro-cesso”,…… e vicende seguenti, su cui conviene forse stendere un pietoso velo …. sino ai nostri giorni,… ecco un
Editoriale– della fine del secondo millennio…. di Radio Favara 101 di Lunedì 09.03.1998
La storia ci dice che Tito Flavio Vespasiano è stato imperatore di Roma dal 69 al 79 d.C. Egli riordinò lo Stato che versava in mille emergenze, dopo le guerre civili precedenti, riformò il Senato, ammettendo un gran numero di provinciali, riformò i costumi, attese a grandi opere pub¬bliche, fra cui il Colosseo, la cui costruzione però, non poté vedere ultimata, malgrado vi facesse lavorare inten¬samente per tutti e dieci gli anni del suo impero.
Ma , tra le tante cose buone eseguite, non c’è dubbio che il suo ricordo nella memoria popolare, è legato al fatto che durante il suo impero si moltiplicarono nella Roma del suo tempo , tanti orinatoi pubblici, per lo più a forma di garitta o di edicola. E fin qui, con tanta soddisfazione dei tanti plebei che potevano fare tranquillamente “il bisognino”; successivamente però, secondo la testimonianza dello storico Svetonio, con l’ama¬ra sorpresa di notare come l’imperato¬re aves¬se inventato una nuova tassa.¬ Una tassa sugli orinatoi, a carico dei fullones, (i lava¬tori di panni), che ne ricavavano ammoniaca necessaria per il loro mestiere. Con cruda ironia romanesca, “vespasiano” cominciò, allora, ad essere chia¬mato il gabinetto pubblico; “vespasiano”,dal nome dell’imperato¬re, un nome che è pas¬sato dal latino alla lingua italiana, rendendo sempre vivo il nome dell’impe¬ratore Vespasiano, legato ai pubblici gabinetti.
Leggendo la cronaca di questi giorni, per la controversia intentata da qualche forza politica contro il sindaco Vetro,- dopo avere in un primo momento dubita¬to della veridicità del fatto – credo che più d’uno abbia pen¬sato a que¬sta pagina di storia. Chis¬sà, -si sarà chiesto -se nell’anti¬ca Roma, quei gabinetti pubblici ordinati dall’imperator¬e, siano stati installati con regolare licenza edilizia, la cui mancanza, eventualmente, avreb¬be potuto, a richiesta, quanto meno invalidare la tassazione imposta dall’imperato¬re. Ma, per quanto ci risulta, nessuno allora ha avuto una pensata così creativa e geniale. Ai nostri giorni invece, ci è dato sape¬re che il gusto della legalità si spin¬ge sino a richiedere tanto di timbri e carte bol¬late , per potere consentire ai cittadini di fare il bisognino, indisturbati, in un luogo di notevole afflusso di pubblico.
La nostra Favara,- incredibile ma vero,- doveva registrare anche questo.
Certo, lo spirito di legalità esige anche questo, l’osservanza delle norme, in tutti i momenti della vita del cittadino.
Ma, consentitemi di dire, con la saggezza latina : “De minimis non curat prae¬tor”; a cose dav¬vero più importanti deve attendere il Sin¬daco Vetro; argomenti ben più importanti le forze politiche devono affrontare, come è del resto nelle loro migliori tradizioni. L’Amministrazione Comunale non deve lasciarsi fuor¬viare da que¬ste facezie, che, magari pos¬sono avere una loro importanza, data la buona fede di chi le propone, ma che ri¬schiano di far dimenticare i problemi veri, le mille emer¬genze che Favara deve affrontare, dalla disoccupazione ai pro¬blemi della microcriminalità, della devianza giovanile, ai problemi urgentissimi del Cen¬tro storico che continua ad andare a pezzi perché non sente ragioni teori¬che e parolaie, ai problemi della sanità, dell’assisten¬za agli anziani, dell’assi¬stenza ai portatori di han¬dicap, ai problemi del Piano regolatore, ai problemi di carattere culturale che riguardano, per davvero, il recupero della legalità su pro¬blemi seri e di sostanza; problemi veri di legalità a partire dal compimento esatto del proprio dovere da parte di tutti, – ma proprio tutti – i burocrati e gli impiegati del Comune, pagati con i soldi dei cittadini e che perciò devono sempre sentirsi al loro servizio.
Problemi seri di legalità, nell’uso del pubblico denaro che non deve essere sper¬perato, mentre continuano a persistere sacche paurose di miseria e di disperazio¬ne.
Problemi , come si vede, ben più seri. Cose tutte che non hanno nulla a che fare con un pro¬blema di vespasiano, se questo sia stato installato con tutti i bolli e le firme necessarie, oppure no. Anche con qualche bollo in meno, quel-lo che è più importante è che anche questo servizio esista e sia igienicamente fruibile da par¬te dei cittadini.
Forze politiche che nel loro passato, anche recente, hanno al loro attivo, diverse battaglie ben meritevoli di attenzione per il bene della collettività, ¬ non possono lasciarsi ingabbiare da una que¬stione di “ve¬spasiano senza licenza”, perdendo e facendo perdere tempo.
Tempo che deve essere utilizzato per battaglie davvero più impegnative, ponen¬dosi, se necessario in posizione duramente critica per il bene della collettività ed evitando di creare attorno alla Giunta Vetro quel clima sospetto di una¬nimismo, che noi a suo tempo abbiamo denunciato da questa nostra emittente attorno alla Giunta Airò e che mai può essere fecondo , per una crescita veramente democra¬tica.
Bisogna incalzare la Giunta Vetro, Giunta ricca di tante potenzialità; bisogna incalzarla a sfrut¬tare queste potenzialità sino in fondo, per quel salto di qua¬lità da tanti auspicato e non più differibile.
Giunta dell’Ulivo e Consiglio Comunale del Polo, a Favara per tutti è tempo di met¬tere veramente al Centro la CITTA’, le sue emergenze, i suoi veri problemi, le sue speranze, le sue reali possibilità, il suo desiderio di collegamento con le grandi trasformazioni in atto con l’ingresso in Europa.