Ormai vicina la data del 4 marzo: imbarazzo e confusione
Verso per le elezioni politiche del 4 marzo nell’imbarazzo generale
Imbarazzo generale, ma non solo! E tra le tante espressioni che si sentono, alcune dure, altre più pesanti, se non addirittura irriferibili, quella dell’imbarazzo ci sembra l’espressione politicamente più elegante e corretta.
E ciò per esprimere una situazione che forse mai gli italiani avrebbero potuto e voluto immaginare, specie quando si viene convocati per un adempimento così carico di responsabilità, come quello che in democrazia è il giorno delle elezioni politiche.
Giorno in cui i cittadini devono votare per un modello di società, dando la fiducia ad un Partito e scegliendo tra i candidati, quelli più affidabili per preparazione, rigore morale e coerenza.
Il cosiddetto “Rosatellum”, che è la legge elettorale, approvata alla scadenza della legislatura, appare unanimemente una legge disastrosa,… vituperata, e vista proprio come una carta di identità davvero poco lusinghiera dei Partiti che l’hanno concepita ed approvata. Approvata con ben otto voti di fiducia autorizzati naturalmente dal Governo Gentiloni a cui Renzi ha ceduto la guida , dopo la “débacle” del Referendum Costituzionale…….
E si sa che con la fiducia si impedisce ogni discussione e si è “costretti” a votare il testo così come è stato presentato, senza possibilià alcuna di poterlo modificare.
Ed adesso nel generale disprezzo e vituperio, dovuto al fatto che sembra tutto appositamente pensato per limitare al massimo la sovranità popolare, nessuno certamente dimentica che il Parlamento che si è sciolto risultava eletto e quantitativamente composto per ogni Partito da un certo numero di Parlamentari, secondo quanto previsto dalla precedente legge, cosiddetta “Porcellum”, dichiarata incostituzionale.
L’attuale situazione italiana, dopo gli ultimi cinque anni, poi è quella che è; diversa da quella che viene raccontata con una certa disinvolta interpretazione e lettura di alcune statistiche.
Una situazione però che poi di fatto risulta socialmente disastrosa, specialmente al Sud e nelle isole, dove la povertà si è molto dilatata, la forbice delle diseguaglianze non ne parliamo, e con le mille facce delle forme vecchie e nuove di schiavitù a cui deve sottostare chi ha la fortuna di trovare un lavoro, troppo spesso, per giunta, precario.
L’imbarazzo allora , oltre che dal caos della scheda elettorale figlia del “Rosatellum”, quindi parte anzitutto da questa situazione sociale e, subito dopo, dal modo con cui sembra ormai avviarsi a conclusione la campagna elettorale ricca di polemiche, veleni, parole fuorvianti e promesse.
Promesse a cui si vorrebbe credere, senza però riuscirci, perché nella gran parte chiaramente illusorie, fuori della concreta realtà e sulle labbra di chi manca di credibilità personale.
Un argomento poi che, stranamente, viene generalmente e strategicamente eluso, tranne qualche eccezione,… e su cui invece una grande fascia di opinione pubblica gradirebbe molto sentire parlare, è quello del taglio degli elevati stipendi della casta e clientela politica collegata. Remunerazioni, rimborsi e indennità varie d‘oro, vitalizi perpetui per sé ed eredi non si sa sino a quale generazione,…. privilegi , trattamenti vari, specie sanitari del tutto gratuiti ed assicurazioni varie, anche contro eventuali morsi di zanzare. Che è quanto dire…dove “democraticamente” si è arrivati in Italia !
Insomma una montagna di assurdità che pesano sul bilancio statale e su cui si preferisce tacere. E nel silenzio continuare tranquillamente come se nulla fosse, mentre la situazione sociale di povertà continua ad ingoiare nuove fasce sociali e tante, tante famiglie.
Sui privilegi dei politici tante le voci che negli ultimi anni si sono levate…e recentemente ha alzato la voce anche il parroco dell’Albergheria di Palermo, Don Cosimo Scordato.
Egli ha detto: “Per motivi di equità sociale gli stipendi più alti dovrebbero essere abbassati, compresi quelli dei presidenti di Senato e Camera e quello del presidente della Corte costituzionale, e andrebbero aumentati gli stipendi più bassi“. Poi per la Sicilia in particolare : “siamo ultimi in tutto. Il nostro statuto speciale non ci é servito a niente. Tanto vale che diventiamo una regione normale. Non voglio fare un appello ai leader politici candidati alle elezioni nazionali perché le promesse che farebbero non sarebbero credibili. Le indennità e gli stipendi di politici ed amministratori pubblici hanno creato delle situazioni di privilegio. E’ ingiusto il fatto che da un lato si tenda a salvaguardare diritti e privilegi acquisiti ma dall’altro però non si tiene in considerazione la condizione più diffusa di indigenza di tante persone che non hanno diritti e opportunità lavorative adeguate. … Molti giovani preparati non trovano lavoro, …gli anziani vivono con pensioni molto basse…”.
Insomma emerge una situazione che definire di imbarazzo per la ricorrenza del voto, sembra davvero un eufemismo. Voto a cui bisogna comunque doverosamente sforzarsi di partecipare, pur nell’amara constatazione di una politica fuori della realtà concreta, lontana dalle problematiche del territorio e della situazione economica reale della gente.
Gente che, – per esempio in Sicilia – si vede consegnare, tra l’altro per servizi assolutamente carenti, delle bollette di pagamento assolutamente non in proporzione col proprio misero reddito familiare.
Non solo !… per chiarezza, facciamo un solo esempio che riguarda la realtà che ci circonda … quella del servizio idrico: bollette che sono complessivamente assai superiori, anche doppie, ripsetto a quelle di tantissime parti d’Italia dove le famiglie hanno l’acqua corrente h24, mentre a Favara o Agrigento, se va bene, solo due volte la settimana e solo per qualche ora.
Di fronte ad una realtà simile, in così assurda e continua flagrante contraddizione, come le Autorità politiche ce la facciano a stare tranquille e restare in silenzio, è proprio un mistero.
Diego Acquisto