Edit. Radio R.F.101-lunedì 04.11.2024–Sicilia e santità

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Radioascoltatrici e radioascoltatori…eccoci ancora a voi …intanto….….un cordiale saluto a tutti da parte mia don Diego Acquisto e per la parte tecnica da Lillo  D’Anna.

Nella Sicilia della mafia, nella Sicilia della corruzione, nella Sicilia dello sperpero del denaro pubblico, dove non pochi contestano la costruzione del Ponte di Messina,…enorme somma di denaro che molti vorrebbero impiegato per altro…ben più urgente e necessario…..nella Sicilia dove tanti, forse troppi, hanno stipendi e vitalizi d’oro per la casta e la clientela collegata, …nella  Sicilia dei tanti, troppi, specie qualche anno fa consulenti lautamente retribuiti,…. in questa nostra Sicilia,  dove è evidente un’eccezionale ondata di crisi economica e sociale,  che speriamo possa venire affrontata con la dovuta serietà ed il necessario impegno….è sbocciata e sicuramente nel silenzio ancora oggi sboccia…: in questa nostra martoriata Sicilia … la preziosa pianta della santità.

Strano, ma vero.

Per fare un esempio concreto…nel settembre di appena qualche anno fa…, Acireale è stata invasa da un popolo di fedeli venuti a partecipare alla cerimonia per la beatificazione di un umile seguace di san Francesco, un frate francescano dei Frati Minori di Sicilia, formatosi  in questa nostra terra: fra Gabriele Maria Allegra , La sua beatificazione ha fatto e  fa gioire tutta la famiglia francescana di Sicilia.

Fra Gabriele Allegra, vissuto tra il 1907, l’anno in cui è nato a S. Giovanni La Punta- e il 1976, l’anno del suo ritorno alla Casa del Padre. Ha operato per molti anni in Oriente, nell’estremo Oriente, in Cina, fra Gabriele viene soprattutto ricordato come il traduttore della Bibbia cattolica in cinese, (lavoro che lo impegnò per oltre un ventennio,) oltre che come apostolo dei poveri e dei lebbrosi. Una gloria per la Sicilia e per la famiglia francescana. Ma non la sola !

Nel maggio 2013, a Palermo è toccato lo stesso onore a un altro sacerdote, un sacerdote diocesano, martire per mano della mafia: don Pino Puglisi (1937-1993).

Inoltre, come sappiamo…. è  stato proclamato beato il giudice ragazzino di Canicattì Rosario Angelo Livatino  vissuto 38 anni dal 1952 al-1990), anch’egli uomo di una fede profonda e feconda,  ucciso dai sicari della mafia.

Don Pino Puglisi e il giudice Livatino, vittime della mafia; il primo proprio martire della fede, perché la mafia ha voluto interrompere la sua efficace formazione alla fede autentica dei giovani del quartiere Brancaccio di Palermo, dove era parroco; il giudice Livatino martire della giustizia e secondo l’affermazione di Giovanni Paolo II, indirettamente della fede; Rosario Livatino durante la sua vita, non cavalcò mai la ribalta della cronaca, restando sempre nell’ombra, lavorando con assoluta dedizione…con grande determinazione… unicamente per servire la giustizia, senza mai il pur minimo cenno di protagonismo.

Queste tre  figure, Allegra, Puglisi e Livatino  ci offrono l’esempio di come nella nostra Sicilia sia possibile una testimonianza di novità di vita e di resistenza al malaffare e alla criminalità.

Allegra, Puglisi, Livatino sono cristiani dei nostri giorni e della nostra terra. Alcuni lettori li hanno conosciuti personalmente, hanno parlato con loro, li hanno osservati nella loro eccezionale normalità. Questo fatto ci dice, anzitutto, che i santi ci possono essere ancora oggi (e ci sono) persino in questa nostra martoriata Sicilia.

Si tratta di tanti uomini e donne con i problemi di tutti, ma che vivono una dedizione quotidiana alla famiglia, al lavoro, alla propria terra, ai più bisognosi in nome della loro fede in Cristo. Non li ritroviamo, certo, nelle prime pagine dei giornali o in tv, ma li avvertiamo compagni di cammino nella nostra quotidianità.

Se ripensiamo alle esperienze di vita di Padre Allegra, di P. Puglisi e del giudice Rosario Livatino siamo aiutati a sfatare un pregiudizio: che il santo sia un superuomo. Egli è un uomo ordinario, in carne e ossa, con le paure, i difetti, le domande di ogni persona comune. Ma è un uomo che non rinunzia alle proprie domande e si affida all’Unico che può soddisfarle. Essi ci testimoniano che la domanda di Infinito presente nel cuore di ogni persona non è uno scherzo della natura matrigna (come pensava Leopardi), ma è un’impronta lasciata da un Padre buono.

In un servizio su uno dei più diffusi quotidiani dell’isola, qualche settimana fa, proprio nell’imminenza della beatificazione di frate Allegra, leggevo un editoriale dal titolo un po’ curioso e provocatorio “ Finché ci sono santi l’Isola non è Sodoma”. E si argomentava partendo dal Vecchio Testamento, dove  c’è una storia , che si dice -ed è vero-, ripresa da diversi testi popolari siciliani. Si racconta cioè che ai tempi di Abramo, Dio, rammaricato per gli atti di malvagità praticati dalle popolazioni di Sodoma e Gomorra, decise di fare giustizia distruggendo quelle città. Ma Abramo lo implorò fino al punto da strappargli la promessa che se avesse trovato anche solo 10 uomini giusti avrebbe desistito dal suo proposito. E così quei 10 (ma in quel caso non si trovarono) sarebbero stati motivo di salvezza per tutti i loro concittadini.

A volte bastano pochi uomini giusti ….anche se rimangono anonimi… possiamo ragionevolmente pensare che per la Sicilia che fortunatamente non è ancora come Sodoma e Gomorra: finché ci sono santi, riconosciuti dalla Chiesa o anche rimasti anonimi ai più, ci può essere speranza di salvezza….per tutti.

E con quest’ultimo pensiero … radioascoltatrici e radioascoltatori, don Diego Acquisto cordialmente vi saluta ed unitamente a Lillo D’Anna per la parte tecnica, augura buon anno scolastico ed intanto, con la protezione di S. Francesco, patrono d’Italia, buona settimana con  i  programmi di questa emittente Radio Rf 101….

 

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