Ricordare può giovare…Storia di una polemica cittadina

0

Ottobre 2006……Storia di una polemica cittadina, che, allora,  ha travalicato ampiamente i confini della nostra Favara

 

Lettera aperta al Sindaco ed alla cittadinanza di Favara, sul monumento alla “vergine nuda”

 

  “–Era proprio necessario per Favara un tale segno?”. “–A che pro” ?

“–Forse che la città è vissuta in passato o  in questi ultimi  anni si è trovata a vivere, in chissà quale situazione di incubo,  per  esorcizzare il quale  era necessario impiantare   un simbolo radicale di libertà” ?

“Una tale iniziativa è rispettosa della sensibilità del tessuto sociale favarese nel suo complesso ?”.

“Non si può offrire lo spunto di parlare di gusto,  da parte del Sindaco e dell’Amministrazione in carica, di una certa provocazione, finalizzata a chissà quale strategia, oppure di avere subìto  inavvertitamente l’influenza di una certa, discutibile cultura cosiddetta “progressista”,  che induce ad organizzare un Convegno “laico” sulla scienza a Genova,  una festa gay con il festival “Gender Bender” a Bologna, dove  il Comune ha  elargito 15mila euro?”.

In  estrema sintesi, sono le domande che tante persone di comune buon senso a Favara si porranno, nei prossimi giorni. Ed il riferimento sarà alla “Dea della libertà”  o – più realisticamente – “la Venere nuda”, che, collocata nella piazza Kennedy, che è il luogo di ritrovo per eccellenza della gioventù,  entrerà a far parte dell’arredo urbano di Favara.

Volendo esprimere, come altre volte in passato la mia opinione, dico subito di non condividere né taluni toni pessimistici di quanti parleranno di chissà quale sintomo di degrado morale in cui si troverebbe la città, né i toni sostanzialmente trionfalistici  di altri che, al contrario, vorrebbero presentare la cosa come simbolo di chissà quale salto di qualità nelle  vie del progresso, verso cui indirizzare Favara. Si veda a tal proposito l’ampio servizio del quotidiano “La Sicilia” del 29.10.2006, a firma di Lorenzo Rosso, dal quale ho appreso la notizia di questo che viene definito “il primo tassello di una serie di nuovi arredi urbani”.

Evitando di proposito  ogni valutazione censoria di natura moralistica, – (così come però desidero da quanti mi leggeranno di non essere censurato) – personalmente sono convinto, che al di là di una qualche attenzione da parte di alcuni, solo nei primi giorni, – con punte di perplessità e magari di sconcerto – subito dopo a Favara  subentrerà l’oblio e l’indifferenza generale.  Pertanto, chi per caso avesse pensato per la “Venere nuda” ad un clamore mediatico, di livello nazionale ed oltre, simile a quello che si è verificato, per esempio,  al lancio dell’idea della Chiesa-moschea, credo che in questo caso abbia commesso un clamoroso errore.

Penso che, soprattutto da parte delle persone più responsabili di ogni colore e collocazione politica, vada posta una serie di domande, per una riflessione più generale e complessiva:

“–Quale messaggio vogliono dare alla città e soprattutto ai giovani, coloro che hanno pensato e deciso questo simbolo” ?   “–Si tratta di un messaggio pedagogicamente positivo”?   “–Può  questo segno costituire un richiamo ad una maturazione umana”?  “–Si può parlare di elevazione “spirituale” nella contemplazione classica della bellezza, che l’artista nel suo genio ha impresso nel blocco giallo-dorato di pietra arenaria” ?  “–In un clima culturale di diffusa sessuomania, in cui una certa fascia dei nostri giovani rimane vittima della pornografia, la “Venere nuda” può costituire un anticorpo efficace per una purificazione dal fascino talvolta morboso del sesso, che, in alcuni casi, provoca tante infedeltà, lacerazioni familiari o addirittura gravissimi reati” ?

–Non è forse venuto, finalmente, il tempo di impegnarci tutti ad educare ad una valorizzazione seria e responsabile della sessualità, che è un prezioso dono alla persona (per i credenti un prezioso dono di Dio) e  che – come tutti i doni – (come la stessa libertà )- deve essere usato bene, nel  rispetto della propria e dell’altrui dignità”?

E ancora, con coraggio,  uno sguardo retrospettivo:

-“–Soprattutto da amministratori di sinistra non era ipotizzabile, in questi anni,  un uso più responsabile del denaro pubblico”?

“–Non si  poteva dare, soprattutto in talune particolari situazioni, come in quest’ultimo  emblematico  caso, un segno preciso di lotta all’industria ed  alla cultura dell’effimero, soprattutto mentre tante famiglie a Favara hanno vissuto e vivono, a causa dell’euro, situazioni di grave disagio economico, e attualmente sono alle prese con le esose bollette di pagamento,  inviate proprio – direttamente o meno poco importa –  dalla Municipalità per taluni servizi , peraltro assai carenti ?

Tutti interrogativi, quelli che ho sentito il dovere di porre, che, – ( al di là delle facili e – mi auguro – non demagogiche risposte che si potranno dare, o di ingenue e strumentali spiegazioni) – attraverseranno la coscienza civile delle persone responsabili nei prossimi giorni e forse anche nella prossima campagna elettorale, con il rischio di una mancata seria riflessione prima di un giudizio politico, su quello che negli ultimi 5 anni, è stato fatto o non è stato invece fatto.

Perché, sotto gli occhi di tutti, a modo di simbolo e come realizzazione più visibile di una legislatura amministrativa, anziché dei problemi più seri, si potrà parlare forse della statua di piazza Kennedy, dedicata alla “Dea della libertà”.

Con la speranza di non suscitare sterili polemiche, ma di avere offerto solo qualche spunto di riflessione in più,   un cordiale saluto a tutti.

Sac. Diero Acquisto

Parroco S. Vito

Favara 31.10.2006

Leave A Reply

Your email address will not be published.

This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish. Accept Read More