Papa Francesco in Mongolia…una visita storica
Il saluto del presidente Khürelsükh
L’Osservatore Romano 02 settembre 2023
È un giorno storico, quello in cui Papa Francesco compie il suo pellegrinaggio in Mongolia, «la terra dall’eterno cielo blu, il cuore sacro dell’Impero mongolo, il luogo di nascita di Gengis Khaan, uomo del millennio». Lo ha sottolineato il presidente Ukhnaagiin Khürelsükh, nel saluto di benvenuto al Pontefice. Questa visita, ha aggiunto, «ha un rilievo storico in quanto si svolge in occasione dell’860° anniversario di Gengis Khaan e del 31° anniversario dello stabilimento delle relazioni diplomatiche tra la Mongolia e la Santa Sede».
Queste relazioni «hanno una storia che risale all’epoca del Grande impero mongolo fondato da Gengis Khaan» ha osservato il presidente, ricordando che otto secoli fa, nel 1246, Giovanni da Pian del Carpine, inviato di Innocenzo IV , arrivò a Karakorum e «presentò una lettera del Papa a Guyug Khaan, nipote di Gengis Khaan, dando così inizio allo storico legame tra i nostri Paesi». Va riconosciuto che il sacerdote fu «il primo inviato europeo ad entrare alla corte del Grande impero mongolo per stabilire relazioni ufficiali». A quel tempo egli ebbe «la grande occasione di essere invitato come ospite d’onore all’incoronazione di Guyug Khaan».
Il racconto che scrisse, Storia dei mongoli, basato sui promemoria del suo viaggio, è l’opera che non solo ha introdotto la storia e la cultura mongola nel mondo occidentale, ma che ancora oggi continua ad essere una fonte preziosa nella ricerca sul Paese e sull’Eurasia del Medioevo. Si tratta, ha sottolineato il presidente, di un’occasione cronologicamente fortunata per Papa Francesco di visitare la Mongolia, il cuore sacro dell’Impero mongolo, esattamente 777 anni dopo il viaggio di Giovanni da Pian del Carpine.
I legami tra i due Paesi, ha ricordato ancora, furono ulteriormente rafforzati con lo scambio di inviati e lettere dei Pontefici ai sovrani mongoli nel corso dei secoli; e «tali scambi rimangono come patrimonio storico delle nostre relazioni». Inoltre i due Paesi, celebrando il 31° anniversario delle relazioni diplomatiche, continuano la collaborazione umanitaria nei settori della cultura, dell’istruzione e della scienza.
Il presidente ha sottolineato come Gengis Khaan e i suoi successori stabilirono la Pax mongolica unendo tutte le tribù, ponendo fine a conflitti che duravano da secoli e riuscendo «a creare i prerequisiti per la coesistenza pacifica e l’armonia tra le nazioni e i popoli dell’Asia e dell’Europa, sviluppando la scienza e l’istruzione e promuovendo la prosperità». Studiosi di fama mondiale e organizzazioni internazionali riconoscono «il contributo significativo dei mongoli alla storia del mondo e l’inestimabile patrimonio ereditato dall’umanità: la Pax mongolica ha portato molte nazioni a rispettare e ad amare reciprocamente i propri valori e la propria identità, ha favorito la coesistenza pacifica di ogni civiltà, ha fatto fiorire le poste, i trasporti, le relazioni diplomatiche, l’economia e il commercio nonché la scienza, la cultura, la tolleranza religiosa e consolidati principi di legalità».
I principi di rispetto dello Stato, la prosperità della pace, l’armonia e unità ereditati da Gengis Khaan si sono tramandati nel corso di molti secoli. E la Mongolia «resta impegnata per il mantenimento e il rafforzamento della pace e della sicurezza globale e regionale e persegue un approccio amante della pace, aperto e indipendente, e una politica estera multilaterale».
Al fine di contribuire «pacificamente agli sforzi della comunità internazionale nell’affrontare le sfide alla sicurezza regionale e globale», ha assicurato Khürelsükh, la Mongolia sta offrendo «con grande entusiasmo le sue iniziative e si è impegnata attivamente con i suoi vicini immediati e con i Paesi “terzi”», contribuendo così «a nobili sforzi per garantire la pace e la sicurezza globali».