Favara accoglie calorosamente il nuovo Parroco-arciprete Don Nino Gulli
Nella grande Chiesa Madre, gremita all’inverosimile, così come avvenuto nella cerimonia di commiato di don Giuseppe D’Oriente , Favara, nel tardo pomeriggio di ieri, domenica 24 settembre, con una solenne e partecipatissima concelebrazione ha festosamente accolto e dato un caloroso benvenuto, al nuovo parroco-arciprete Don Nino Gulli, visibilmente di alta e prestante statura dal punto di vista fisico e, sicuramente, non solo! .
Dopo il saluto iniziale da parte della civica amministrazione e dei diversi rappresentanti delle organizzazioni ecclesiali, il giovane parroco don Calogero Lo Bello, attuale presidente del CPC (Consiglio Pastorale Cittadino….l’unico organismo di corresponsabilità comunitaria, di questo tipo, che, ormai a tempo, funziona in diocesi…), ha dato lettura del decreto del 1° sett. u.s., con cui l’arcivescovo S.E. Mons. Alessandro Damiano, ha nominato don Nino Gulli, successore di don Giuseppe D’Oriente, come Parroco dell’Unità pastorale del Centro Storico di Favara, che, se giuridicamente ingloba solo le tre Parrocchie di S. Antonio (Chiesa Madre), della BMV del Carmelo e di Maria Ss. del Transito, di fatto, per la particolare situazione, abbraccia, in concreto, anche la Parrocchia di Maria Ss della Neve e S. Vito.
Una parrocchia quest’ultima, costituita in data 10 gennaio 1935 dal vescovo del tempo, S.E. Mons. Giovanni Battista Peruzzo, quando, dopo appena qualche anno dalla sua presa di possesso, questo Vescovo, per tanti aspetti giudicato dalla storia “grande” ed assai benemerito, pensò anche di costituire in ogni Comune, e quindi anche a Favara, altre Parrocchie, e la prima fu proprio S. Vito unitamente al Carmine, con la stessa data. Prima di quella data, la sola Chiesa Madre pensava a tutto il territorio favarese.
Una Chiesa parrocchiale questa, comunemente chiamata “S. Vito”, che però, come dice la scritta in latino nel decreto ufficiale di nomina, ( e come scritto nel frontespizio del prospetto) è “Ecclesia Ss. Virginis Mariae ad nives et sancti Viti”, con tutto quello a cui questa precisa dicitura richiama e fa esplicito riferimento, dal punto di vista storico e dottrinale.
Don Nino Gulli, proveniente da Menfi, classe 1975 , ordinato presbitero nel novembre 2001, prima di essere nominato Parroco di S. Gregorio in Agrigento, dove, ultimando anche i lavori della nuovissima Chiesa, è stato parroco in quest’ultimo decennio, aveva lavorato come vice-parroco nel vivace quartiere di S. Nicola a Fontanelle, con il compianto Parroco Russotto ed un periodo anche nella Parrocchia Madonna di Fatima, sempre di Agrigento.
Comunque, in tutti gli anni, contemporaneamente, ha prestato servizio anche in Curia, nel delicatissimo settore amministrativo, distinguendosi per competenza ed assoluta precisione; riuscendo così a risanare talune situazioni problematiche, di particolari enti ecclesiali che da anni si trovavano in difficoltà.
Ieri sera, erano presenti alla concelebrazione, presieduta in rappresentanza dell’Arcivescovo, dal Vicario Generale don Giuseppe Cumbo, tutti i parroci del luogo, le massime autorità cittadine, tutti i componenti del Consiglio Pastorale Cittadino, e comunque una larga rappresentanza delle varie associazioni favarese. Numerosa e festosamente rumorosa, la rappresentanza della Comunità parrocchiale di S. Gregorio di Agrigento, dove don Nino è stato parroco nell’ ultimo decennio.
Sarebbe troppo lungo aggiungere altro ad una celebrazione in cui era palpabile la gioia e sentita partecipazione da parte di tutti i presenti. Proprio tante, sono state le testimonianze di stima, di devozione e di affetto, pubblicamente espresse per dare il benvenuto, assicurando, secondo la migliore tradizione tipicamente favarese, la volontà di collaborare, accogliendo anche , docilmente e con maturo senso di responsabilità, eventuali suggerimenti e proposte.
Come ho avuto modo di dire in altre simili occasioni, ricordo sempre a me stesso ed a tutti, quanto ebbe a scrivere, un grande parroco, cioè don Primo Mazzolari, che teneva spesso a sottolineare che : “Il prete è un uomo; guai se non lo fosse!”.
Il ricordo del grande don Mazzolari, a cui, pur nella totale diversità dei tempi e delle situazioni mi è spesso , negli di mia presenza a favara, è venuto di pensare, non manca mai di essere benefico, per noi preti e per la Comunità nel suo insieme, sollecitata sempre a rivedere, ed eventualmente aggiornare, lo stile e le modalità pastorali nel suo impegno concreto di testimonianza cristiana , in questo particolare territorio favarese, con le sue peculiari diversità. In uno stile di sobrietà e semplicità in cui ognuno, per la sua parte e nel suo ruolo, deve vivere la sua specifica vocazione in maniera personale, non sottovalutando magari le fragilità e peculiarità del luogo di questa Favara, dove non mancano mai i problemi, ma dove si trovano sempre emerge e risorse che altrove mancano.
Per quanto riguarda la specifica vocazione del prete, dato che ogni stile anche di prete è personale, sento che è doveroso ricordare, quanto comune a Favara pare assolutamente assodato) che il prete non è comunque mai di nessuno, perché è sempre di tutti; e che il prete non è prete per sé, non dà l’assoluzione a se stesso, anzi come espressamente chiarisce l’autore sacro della lettera agli Ebrei deve offrire a Dio preghiere e sacrifici per sé e per gli altri, per i suoi peccati e per quelli del popolo. (Eb. 5,1-3).
Di don Nino Gulli, già nei posti e luoghi dove ha prestalo servizio è stata messa in risalto la grande dote di sapere ascoltare, di sapersi calare nelle situazioni concrete, di sapere entrare subito in empatia con le persone, con capacità di ascolto. Insomma è una persona che già ha messo in evidenza, particolari doti semplicità, cordialità, umanità e saggezza.
Allora augurissimi don NINO , buon lavoro a Favara ed andiamo avanti sempre comunitariamente nel nome del Signore, dei nostri santi protettori, S. Giuseppe e S. Antonio, e soprattutto sotto la protezione di Maria SS, madre del Verbo incarnato e della Chiesa, che a Favara è titolare della maggioranza delle nostre Chiese.
Maria SS., la cui devozione è profondamente radicata e tanto sentita a Favara, è la creatura umana che più di tutti, ha saputo capire e quindi collaborare con il piano di Dio, facendo sino in fondo con umiltà e nel silenzio tutta la sua parte, perché il piano di Dio potesse pienamente realizzarsi. Quello che in estrema sintesi, mi pare di cogliere dall’affollata, gioiosa, sentita celebrazione di benvenuto, con cui la comunità favarese ha accolto don Gulli. Auguri e buon lavoro.
Diego Acquisto
25-9-2023