Su un tema di scottante attualità… in onda su Sky il delitto di Giarre

Il docufilm tratto dal libro «Il delitto di Giarre» sull’omicidio di una coppia di omosessuali.–Quarant’anni di interrogativi insoluti.–Ne parla “L’Osservatore Romano—12 agosto 2023

 

C’è chi chiede di tornare a parlare del delitto “particolare” di Giarre

  Un delitto di oltre 40 anni fa, con tanti “interrogativi” ancora insoluti, come scrive in un articolo di prima pagina, di qualche giorno fa L’Osservatore Romano”, che parla di “Quarant’anni di interrogativi insoluti”. Chiara quindi la richiesta che se ne torni a parlare, mentre tutta la vicenda sarà oggetto di una  ricostruzione storica dei fatti, ad opera di Francesco Lepore, scrittore e giornalista, che  ha svolto un’accurata inchiesta confluita nel libro “Il delitto di Giarre”, oggetto adesso di una trasmissione di 90 minuti su Sky, per raccontare quattro decadi di interrogativi rimasti senza una plausibile risposta.

Delitto “particolare” questo di Giarre, gradevole cittadina tra Catania e Taormina, perché  riguarda una coppia di omosessuali: Giorgio e Toni.

Due giovani di Giarre, provenienti da due famiglie rispettabili,  Giammona e Galatola  trovati nelle campagne della loro città,  esanimi, uno accanto all’altro, quasi abbracciati, a fine ottobre 1980.    Due giovani omosessuali conosciuti da tutti in paese. E ci viene subito da osservare: “Come potevano passare inosservati nella Sicilia degli anni Ottanta e specialmente in un piccolo Comune come Giarre due fidanzati  –  o, come si diceva in gergo locale – due “ziti”?

Giorgio Giammona era maggiorenne, mentre Tony Galatola, minorenne, . Un delitto inquietante, perché l’omosessualità, come pare chiaramente di capire, era  giudicata dalle famiglie interessate, ed anche a raggio più generale nella cittadina di  Giarre (ma non solo!), un fatto infamante per un’intera comunità.

Come scrive “L’Osservatore Romano”, “la loro morte, inizialmente bollata come omicidio/suicidio poi come assassinio per mano di un tredicenne, perciò non punibile,  per molti fu una liberazione”.  Il tredicenne Francesco Messina, prima confessò il delitto, poi ritrattò, poi di nuovo confessò. Il caso si chiuse con questo baby-killer reo confesso, senza nessun esame balistico sull’arma del delitto, come sarebbe stato necessario e comunque nell’insieme con tanta, tanta fretta.

Ecco il  titolo de L’Osservatore Romano: “Quarant’anni di interrogativi insoluti” a cui cercherà di dare, in qualche modo,  risposta il docu-film in onda su Sky, “ 90 minuti per raccontare quattro decadi di interrogativi insoluti”.

Contro questa mentalità  di radicale avversione sociale verso gli omosessuali, con tutta la conseguente carica di disprezzo,  purtroppo dovunque assai diffusa,  nel corso degli anni, soprattutto nell’ultimo cinquantennio,  qualche  parola di rispetto e chiarezza è venuta dalla Chiesa. A parte le diverse prese di posizioni di Papa Francesco, che hanno turbato non pochi benpensanti, che si ergono a tutori di chissà quale sano ordine sociale, ricordiamo che negli ultimi  cinquant’anni, man mano che la problematica si poneva, la Chiesa ufficiale non ha mancato di farsi sentire.    Cosi, la Congregazione per la dottrina della fede nel 1976, la quale, dopo aver distinto tra omosessuali la cui tendenza […] è transitoria e omosessuali […] di istinto innato o di costituzione patologica, giudicata incurabile, ha detto che  per questi ultimi : “La loro colpevolezza sarà giudicata con prudenza; anche se  non può essere usato alcun metodo pastorale che accordi loro una giustificazione morale. Perché, “secondo l’ordine morale oggettivo, le relazioni omosessuali sono atti privi della loro regola essenziale e indispensabile”.

E per arrivare ai nostri giorni, diciamo che la posizione dalla Chiesa cattolica è attenta, anzi molto attenta alle discriminazioni subite dagli omosessuali, e “condanna fermamente qualsiasi atto o espressione malevola nei  loro confronti”.

Altro quindi,  che approvazione della mentalità  popolare  che ha portato al  delitto  di Giarre ! Dove anzi – proprio a Giarre –  risulta storicamente  che solo il cappuccino padre Diego Sorbello, parroco dei due assassinati,  all’omelia del funerale ha parlato dei due,  a cui : …. è stata preclusa un’infanzia serena”. Non solo ! perché è sempre questo Parroco, massima espressione nel luogo dell’Autorità della Chiesa, che  ha voluto successivamente sempre ricordare   che i funerali dei due giovani,  sono statti celebrati separatamente,  come separate sono state le tombe e le lapidi recanti date differenti. Quest’ ultimo…un  gesto delle famiglie per dissociarli.   Mentre , sempre P. Diego Sorbello, ha tenuto testualmente a precisare: “Da parte mia c’è stato il tentativo di farli insieme i funerali. Proposi la riconciliazione delle famiglie. Raccomandai di non insistere molto sulla diversità, ma di rispettarla».

Purtroppo, prevalsero invece i sospetti, il rancore, le contrapposizioni.

Diego Acquisto

17-8-2023

 

 

++++++++++++++++++++++++

Giarre è un comune italiano di 26 308 abitanti della città metropolitana di Catania in Sicilia. Il comune, posto a metà strada tra Catania e Taormina, forma un importante polo urbano con la vicina Riposto con cui fu per pochi anni unita durante il periodo fascista assumendo il nome di “Jonia”.

Comments are closed, but trackbacks and pingbacks are open.

This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish. Accept Read More