FAVARA saluta e ringrazia don Giuseppe D’Oriente, a conclusione delle festa di S. Giuseppe
Una festa “esterna” al Santo più amato dai favaresi, tradizionalmente fissata all’ultima domenica di agosto, e quest’anno rinnovata grazie all’impegno di una nuova Associazione Culturale dedicata, anche nel nome, a questo santo,; un’associazione che si è formata nei mesi scorsi, con l’impegno di rinnovare e curare al meglio, anche negli anni avvenire , il culto all’amato e venerato Patriarca.
Nella grande Chiesa Madre, gremita all’inverosimile, così come la Piazza Vespri antistante, ieri, domenica sera 27 agosto, Favara, dopo una solenne concelebrazione, ha voluto ringraziare il Signore per il servizio ultradecennale che don Giuseppe D’Oriente, classe 1950, stimato e benvoluto arciprete, ha prestato alla Comunità favarese e che adesso lascerà Favara, per trasferirsi nel suo Comune natio, cioè Santa Elisabetta, per decisione dell’arcivescovo S.E. Mons. Alessandro Damiano.
Don Giuseppe D’Oriente, per alcuni anni , oltre che parroco-arciprete di Favara, è stato anche vicario foraneo; e quindi ha prestato un servizio anche alla Forania, che nel recente passato, col nome di Forania di Favara, comprendeva anche i soli Comuni di Aragona e Comitini.
Ieri sera, presenti alcuni parroci del luogo e tutte le massime autorità cittadine, con a capo il Sindaco Palumbo, diverse e proprio tante, sono state alla fine della concelebrazione le testimonianze di stima e di affetto, che anzitutto dopo quelle del primo cittadino, sono state pubblicamente espresse.
Come ho avuto modo di dire in altra occasione, spesso guardando al “modus operandi” di don Giuseppe, mi è venuto da pensare a quanto ebbe a dire don Primo Mazzolari, che scrisse: “Il prete è un uomo; guai se non lo fosse!”.
E don Giuseppe davvero lo è e lo ha sempre concretamente dimostrato.
Il ricordo del grande don Mazzolari, a cui, pur nella totale diversità dei tempi e delle situazioni mi è venuto di pensare, non manca di fondamento osservando lo stile di vita di don Giuseppe D’Oriente.
Uno stile di sobrietà e semplicità che richiama a vivere la vocazione a cui ognuno è stato chiamato in maniera personale, con l’impegno ad incarnarla concretamente dove si opera, non sottovalutando le peculiarità del luogo.
E perciò, per quanto riguarda la specifica vocazione del prete, dato che ogni stile anche di prete è personale, è doveroso ricordare che egli non è comunque di nessuno perché è sempre di tutti; e che il prete non è prete per sé, non dà l’assoluzione a se stesso, anzi come espressamente chiarisce l’autore sacro della lettera agli Ebrei deve offrire a Dio preghiere e sacrifici per sé e per gli altri, per i suoi peccati e per quelli del popolo. (Eb. 5,1-3).
Ieri sera è stata messa, in tutti gli interventi, da tutti è stata messa in risalto la grande dote di don Giuseppe D’Oriente di sapere ascoltare, di sapersi calare nelle situazioni concrete delle varie circostanze, entrare subito in empatia con le persone, attraverso il silenzio, la capacità di ascolto, di discrezione e di saggezza.
Come in altre occasioni è stato sottolineato e messo da tutti in evidenza, il suo modo di rapportarsi con tutti, da persona semplice e cordiale, ricco di umanità e di cultura.
Così come evidenziato, proprio ieri sera, nell’omelia su S. Giuseppe, da Lui definito santo dell’ordinarietà della fede, che nelle varie difficili circostanze, richieste dalla situazione, ha saputo capire e quindi collaborare con il piano di Dio, facendo sino in fondo con umiltà e nel silenzio tutta la sua parte, perché il piano di Dio potesse .pienamente realizzarsi.
La sua Omelia ieri sera sulle virtù di S. Giuseppe, davanti ad un’assemblea numerosissima e silenziosa, di favaresi di tutte le condizioni sociali e culturali, con un’attenzione che era quasi palpabile,… illustrando la spiritualità del grande Patriarca S. Giuseppe a cui Favara è legatissima, ha offerto contemporaneamente, oltre ad utilissimi spunti di riflessione per il prosieguo del cammino della Città, anche la possibilità di toccare con mano la Sua carica interiore di spiritualità, che sorregge il suo cammino personale di crescita nella fede.
Un cammino di crescita che è bene che resti sempre attivo in ogni credente, che davvero vuole vivere le sua fede, nella fedeltà alla propria particolare vocazione, nel ruolo specifico e nel contesto particolare in cui è stato chiamato.
Diego Acquisto
28-8-2023
29-agosto 2023–Gruppo di Penna Sottile con il Presidente prof. Pino Crapanzano, che ha consegnato in Chiesa Madre, una targa all’arciprete don Giuseppe D’Oriente….
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