A Favara l’unica Chiesa dell’agrigentino dedicata a Maria Ss della Neve
Oggi S. Maria della Neve ……il pensiero va a Favara
Proprio a Favara, dove, tra le quasi 200 parrocchie dell’arcidiocesi di Agrigento, c’è l’unica Chiesa Parrocchiale chiamata comunemente S. Vito, ma che in realtà prima che al grande martire siciliano, è dedicata a Maria Ss. della Neve. Come scritto chiaramente nel lontano 1812, cioè ben oltre duecento anni fa, quando è stata inaugurata, questa Chiesa di S. Vito, nelle attuali dimensioni, costruita nello stesso posto dove, già da tempo, esisteva una piccola cappella dedicata al giovane martire.
Nella scritta, di cui si era perduta traccia, ma che è stata recuperata, nel rifacimento del prospetto, circa un buon trentennio fa’ , si legge chiaramente “Ecclesia Ss Mariae Virginis ad nives et Sancti Viti”, come del resto poi risulta anche nelle bolla di erezione della Parrocchia, il 10 gennaio 1935, firmata del Vescovo Mons. Giovanni Battista Peruzzo; che quindi ha autorizzato ad unire i due titoli, Maria Ss. della Neve anzitutto, e quindi il giovane martire S. Vito.
Il che fa sorgere a tutti una domanda: “ Che c’entra S. Vito con Maria Ss. della neve ? che altro non è, che la Basilica Papale di S. Maria Maggiore di Roma. ……..”.
– “Una chiesa – questa di S. Maria Maggiore, come scriveva qualche giorno fa l’Osservatore Romano – davvero speciale: il più grande santuario occidentale dedicato alla Madonna e al tempo stesso la basilica papale più antica costruita per ispirazione diretta di Maria che nel 358 dopo Cristo apparve a Papa Liberio e al patrizio romano Giovanni chiedendo che le fosse dedicato un tempio nel luogo che Lei stessa avrebbe miracolosamente indicato. Il miracolo fu la nevicata fuori programma avvenuta il 5 agosto proprio qui, sul colle Esquilino, e da allora rievocata ogni anno nella stessa data attraverso lo spargimento di fiori bianchi”.
Ed a quello che dice l’autorevole quotidiano pontificio, per spiegare quello che è avvenuto, Favara, dobbiamo solo dire che la Madonna, – a suo tempo – tra tutti i posti di Roma, scelse quel luogo che era ed è, vicinissimo alla Chiesa di S. Vito. Chiesa che già a Roma , dopo il famoso editto di Milano del 313 dell’imperatore Costantino sulla libertà di culto per i Cristiani, i cristiani di Roma avevano costruito per onorare il martire siciliano.
Il ragionamento dei cattolici favaresi, di conseguenza, è stato questo: “Avendo scelto la Madonna, con il prodigio delle neve il 5 agosto, di stare nel territorio di S. Vito, era più che opportuno, che a Favara si unissero i due titoli: e quindi “Ecclesia Ss Mariae Virginis ad nives et Sancti Viti”.
Madonna della neve, che altro non è che la Divina Maternità di Maria, in un periodo in cui, nei primi secoli, pullulavano diverse eresie, tra cui quella, diffusa dal vescovo Nestorio che sosteneva alla Madonna potesse solo darsi il titolo di “Madre di Cristo” e non “Madre di Dio”; come invece chiarì, il Concilio di Efeso del 431, che compose la seconda parte dell’Ave Maria, che inizia proprio con le parole “Santa Maria, madre di Dio”.
Tutto frutto di un lavorio spirituale di approfondimento della fede, con l’aiuto dello Spirito che, promesso da Gesù a Pietro ed ai suoi successori, spinge ad usare sempre correttamente la ragione.
In estrema sintesi, per concludere, diciamo che mentre oggi , alle ore 18, a Favara nella Chiesa di S, Vito ci sarà la recita del Santo Rosario a cui seguirà la celebrazione eucaristica, diciamo che il prodigio della Neve del 5 agosto dell’anno 358 si verificò solo sul Colle Esquilino, cioè nel territorio parrocchiale della la Chiesa che già a Roma esisteva, dedicata al martire siciliano S. Vito.
A Favara i devoti, dedicando la Chiesa a S. Vito, come dice l’iscrizione della facciata, hanno voluto legarla anzitutto alla Madonna …..dato che tra tutti i territori di Roma, dove già esistevano altre chiese, la Madonna nel 358 per la sua Chiesa, come Madre di Dio, scelse una posto vicino alla Chiesa di S. Vito.
Diego Acquisto
05-08-2023
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