Mondo cattolico in  fermento socio-politico su problematiche importanti anche nell’agrigentino

Un fermento di una certa,  crescente intensità,  che si nota prestando attenzione ad umori e parole che,  sempre più chiaramente, è facile cogliere in assemblee ecclesiali, da parte di   laici e chierici, come pure, in maniera più elaborata,  ma ancora  chiara e indubbiamente  più  tagliente,  sfogliando  la  stampa cattolica più vicina alle classi popolari.

Un fenomeno in crescita, soprattutto da qualche tempo a questa parte e che adesso  appare abbastanza chiaro.

Un fermento che già  si notava,   prima che Papa Francesco dal Policlinico Gemelli, lo scorso 9 giugno, antivigilia della domenica del Corpus Domini, lanciasse un suo specifico messaggio.

Messaggio lanciato non in un giorno qualsiasi, ma –  a nostro giudizio, volutamente  in un momento particolare, cioè  quasi  alla vigilia  del Corpus Domini,  domenica in cui notoriamente dovunque  si mobilitano folle di credenti per esprimere pubblicamente la loro fede e  rendere omaggio alla presenza reale di Gesù nell’ Ostia consacrata.

Un messaggio,  in cui Papa Francesco ha voluto richiamare tutti  a “ri-animare l’Europa” con una visione politica alta”; visione  che per i credenti deve  comportare  l’unità sulle “questioni in cui sono in gioco valori etici primari e punti importanti della dottrina sociale cristiana”.

Parole testuali ! Un invito chiaro che Papa Francesco ha rivolto, anzitutto e  direttamente  ai membri del gruppo del Partito Popolare europeo,  che dal 1999 è  il primo partito nel Parlamento di Strasburgo, raggruppando 84 partiti membri, provenienti da 43 Paesi, di cui 27  membri dell’UE.

Dal nostro osservatorio agrigentino, guardando all’interno della nostra Italia ed anche della nostra Sicilia , come pure, soprattutto,   della nostra stessa  provincia di Agrigento, non possiamo non notare questo fermento, espresso in vari modi. Così, per esempio, certe   prese di posizione, come quella recente sulla disastrosa  situazione in cui versa la sanità pubblica da parte della Curia, attraverso l’apposito Ufficio,   raccolgono un largo  consenso popolare,  che va sicuramente  ben oltre  il pur non ristretto ambiente ecclesiale.

Su un piano generale,  questo tempo, anche nell’agrigentino,   è fortemente caratterizzato – a me pare –  da un’instabilità strutturale a causa della pandemia, della crisi finanziaria,  dell’inflazione galoppante, della disoccupazione dilagante…ecc…ecc. in una situazione cioè quasi simile a quella del dopoguerra. Ed intanto,   nella  stampa cattolica più diffusa tra il nostro popolo, non è difficile avvertire chiaramente, il desiderio di una presenza significativa dei cattolici sul piano politico.

Una presenza, come quella del dopoguerra,  viene ritenuta quasi  necessaria come fermento e  lievito positivo, per avviare al meglio la situazione. Insomma, per chiarezza diciamo che  da  parte di non pochi  si invoca la presenza di un ritorno dei  cattolici in politica.  Un ritorno che sembra invocato,  proprio in un momento  in cui  pare evidente che le forze politiche attuali, in preparazione alle elezioni europee del prossimo anno, si stiano  posizionando  sulle ali estreme degli schieramenti, magari attraverso vie  centrifughe  che prima si escludevano.

Leggo perciò che nell’attuale situazione, contro ogni forma di equivoco populismo,  si richiede  una cultura dell’incontro, in consonanza con i principi della DSC (Dottrina Sociale della Chiesa).  Naturalmente,    pensando  in questo modo, anche  ad una proposta   per recuperare  quei 18 (o  circa 19  milioni di italiani!…forse in maggioranza di sinistra!) – che alle ultime  elezioni politiche del 25 settembre scorso,  non   sono andati a votare.

Per  i cristiani d’Europa poi, la sfida più importante, alla base di tutto,  oggi è la questione antropologica e valoriale. Ed il consiglio che in molte riviste di cultura cristiana si dà è che “le paure si superano con la speranza , l’inerzia con le competenze ,  le solitudini con spazi nuovi da riaprire , l’apatia con il confronto sulle soluzioni concrete  da dare ai problemi”.

In Italia poi, specificamente  dalla stampa cattolica viene denunciato che  gli adulti non hanno educato i giovani ad assumersi le loro responsabilità ed a considerare la politica  importante, almeno come lo sport e la musica. Anzi,  ancora più grave,   leggo che  –  stando ai sondaggi – la statistiche dicono  che  su due cattolici che vanno a Messa, ogni domenica,  uno dice che la politica non gli interessa.

Per passare poi a parole più precise di autorevoli persone di Chiesa, riguardo a tanti comportamenti politici su episodi  concreti, sul settimanale diocesano della nostra arcidiocesi agrigentina, “L’Amico del Popolo”,  spesso si parla di “punti di vista e visioni  dell’uomo” davvero discutibili; punti di vista che  invocano una “politica alta, saggia, lungimirante”, che comunque “…non chiuda  gli occhi alle nefandezze degli altri”.  

Parole queste  dell’Arcivescovo Mons. Alessandro Damiano, che nei giorni scorsi ha pubblicamente alzato la voce  sui disastri della sanità pubblica nell’ agrigentino  e che tuttavia invita ad andare avanti con “fiducia e realismo”, precisando che “una fiducia senza realismo, ci fa essere un po’ la “vispa Teresa”;  e d’altra parte,  “un realismo senza fiducia  ci può paralizzare nel pessimismo, nel cinismo, nell’ inazione…che sono cose che non ci possiamo permettere”.

Ed a proposito di fermenti socio-politici,   sempre restando  in  Agrigento, sul settimanale diocesano, diretto da don Camelo Petrone, che dà voce ai cattolici agrigentini, sul problema di un bene essenziale come quello dell’acqua, in prima pagina sotto un titolo amaramente ironico, Acqua pubblica all’ agrigentina” parla  delle varie truffe e “di quanto sta emergendo dalle inchieste  sul “sistema Campione”,  “in  molti, tanti,  troppi, esponenti politici di allora ed attuali , ai cittadini raccontavano una storia ed ai dirigenti  di Girgenti -Acque ed a Marco Campione  ne raccontavano un’altra” .   

Inoltre si denuncia che l’attuale classe dirigente, che pure ha ricevuto la fiducia  dei cittadini,  con il voto al momento delle elezioni; e tuttavia  pratica una politica più  arruffona che interessata al bene delle popolazioni”.

Diego Acquisto

05-07-2023

 

Comments are closed, but trackbacks and pingbacks are open.

This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish. Accept Read More