9 e 10 Agosto due significative ricorrenze di martirio
Ieri, ad ottant’anni di distanza dal 9 agosto 1942, tutte le Comunità ecclesiali nella liturgia hanno ricordato il martiro dell’ebrea Edith Stein (Santa Teresa Benedetta della Croce 1892-1942) ricercatrice della Verità, la cui vicenda esistenziale continua ad affascinare, anche perché vittima della persecuzione razziale di Hitler, che – come ha scritto l’Osservatore Romano – ha offerto coscientemente la sua vita, “come la Ester dell’antica Alleanza, a beneficio del destino del popolo ebraico e per l’umanità intera.
Cresciuta nell’ebraismo, l’ itinerario umano, razionale e di fede di Edith Stein non fu né facile né semplice, data la sua acuta intelligenza ed il forte ambiente e legame con la madre, E come fa notare l’organo vaticano, “nelle ricerche odierne quali la neurofenomenologia, le neuroscienze con l’origine della coscienza (M. Bitbol), la fenomenologa Edith Stein si impone per nitidezza e acutezza di pensatrice. Fides et ratio, l’enciclica del grande Giovanni Paolo II, afferma: “Tra i diversi servizi che la Chiesa deve offrire all’umanità, uno ve n’è che la vede responsabile in modo del tutto peculiare: è la diaconia alla verità”. Un servizio che Edith Stein ha realizzato con la sua vita.
Oggi 10 agosto il martirio di S. Lorenzo, uno dei sette diaconi di Roma, dove venne martirizzato nel 258 durante la persecuzione voluta dall’imperatore romano Valeriano . Un martire S. Lorenzo che ha goduto e gode di una devozione popolare notevole e per qualche aspetto anche singolare. Perché La notte di San Lorenzo, è collegata con lo spettacolo delle cosiddetta “stelle cadenti”. Uno spettacolo, in genere considerato tra i più romantici e insieme tra i più “scientifici” che porta non pochi a puntare il naso verso il cielo nella speranza di veder passare una delle tante meteore della cometa che scientificamente viene chiamata Swift-Tuttle, che però, leggo che in questo 2002 stasera non darà molte soddisfazioni perché la luna piena non consente una visione ottimale, con la conseguenza di non potere al meglio esprimere – secondo certa consuetudine – “i propri desideri” secondo il detto “Cento stelle, cento desideri per i cuori che vogliono crederci”. Mentre altri parlano delle “lacrime di San Lorenzo”, richiamando così il suo straziante supplizio che, proprio per questo, ha dato vita ad un culto molto sentito, specie in ambito cattolico, alimentando la credenza che del riflesso delle lacrime versate durante suo il martirio. Cento stelle, cento desideri per i cuori che vogliono crederci. Le lacrime di San Lorenzo: il suo supplizio diede vita a un culto molto sentito in ambito cattolico, alimentando la credenza che le le stelle cadenti fossero il riflesso delle lacrime versate durante suo il martirio, quando invece si sa scientificamente che si tratta della Perseidi, Che sono uno sciame meteorico per la particolare posizione della terra nel suo giro attorno al sole, producendo una pioggia meteorica che si manifesta in genera dalla fine di luglio fino oltre il 20 agosto, con magari qualche picco di visibilità proprio nella notte di S. Lorenzo.
Del martiro di S. Lorenzo ne parla diffusamente il grande S. Ambrogio (340-397), dal 370 sino alla morte, vescovo di Milano, narrando del suo impegno nella distribuzione dei beni della Chiesa ai poveri, e parlando poi della graticola, strumento del suo supplizio. E viene riferita la frase di Lorenzo, ’arcidiacono della Chiesa di Roma, che rivolgendosi ai suoi aguzzini, con grande determinazione e coraggio dice: “Assum est,… versa et manduca”. Cioè “ E’ cotto (da questa parte), …rigira dall’altra e mangia”.
Diego Acquisto
10-8-2022
N.B…..Riferiamo testualmente una nota storica sui discorsi del Vescovo Ambrogio……una NOTA che fa chiarezza……….Ecco:
“Assum est, inquit, Versa et Manduca” (Ambr. De Off. 1, 41, 207).—-Il 10 agosto del 258 d.C. veniva condannato a morte il diacono Lorenzo, che curava la parte amministrativa del Papa di allora, Sisto II. La condanna venne comminata dal Prefetto Cornelio Secolare, per volontà dell’imperatore Valeriano, il quale, a causa di difficoltà economiche sopraggiunte nel suo governo, ordinò di requisire, oltre agli immobili, anche tutti i beni mobili della Chiesa. Lorenzo, però, all’atto della consegna, presentò al prefetto tutti quelli che egli considerava beni “mobili” della Chiesa: i poveri, i malati, le fanciulle, etc. Il prefetto si sentì beffato e condannò Lorenzo a morte.
Pur riferendo di una graticola (inpositus super craticulam), la notizia che Ambrogio dà in merito al rogo rimane ad oggi piuttosto controversa, soprattutto se confrontata con le altre fonti relative ai metodi persecutòri adoperati al tempo dell’imperatore Valeriano: è più probabile, infatti, che Lorenzo sia stato decapitato. Il dato della graticola, oltretutto, sembra basarsi su testimonianze esclusivamente orali e si colloca pertanto tra il leggendario e il tópos agiografico. Questo non consente di ritenere certa nemmeno l’espressione ironica, rivolta ai suoi carnefici, che l’arcidiacono Lorenzo avrebbe esclamato nel bel mezzo del supplizio: Assum est… Versa et manduca! (“È cotto… Rigira e Mangia”).
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