Il nuovo Vescovo Mons. Reina ha celebrato nella Cattedrale di S. Gerlando

Concelebrazione in Cattedrale presieduta dal neo-vescovo don Baldo Reina- E’ quello che ci preme subito dire è che ha rivelato durante l’Omelia di portare nella Croce pettorale una reliquia del beato martire don Pino Puglisi.

Una concelebrazione molto paretecipata ieri pomeriggio, nella  Cattedrale  di S. Gerlando in Agrigento, dove  il neo-vescovo S.E. mons. Baldassare Reina, ha chiesto a  tutti di volere continuare ad essere sempre chiamato Baldo.

Baldo o don Balto, che è vissuto   in Agrigento sin  dal 1981, quando è entrato in Seminario,  sino a diventare don Baldo con l’ordinazione presbiterale l’8 settembre 1995 nella Con-Cattedrale di  Santa  Croce di Villaseta,  per le mani dell’allora Vescovo  Mons. Carmelo Ferraro.

Il quale ultimo – (lo diciamo  per la storia)  – diventa arcivescovo nell’Anno Santo del 2000, quando alla Chiesa Agrigentina,  nel quadro della riorganizzazione  delle diocesi voluta dal papa Giovanni Paolo II, viene riconosciuto il titolo di sede metropolitana,  con due diocesi suffraganee, che sono Caltanissetta e Piazza Armerina.

Don Baldo, dopo altri servizi fuori Agrigento, come per esempio a Favara nella parrocchia dell’Itria, ed in qualche atro Comune,  poi sempre in Agrigento per diversi servizi,  come  l’ultimo, quello più impegnativo,  di Rettore del Seminario Maggiore di piazza don Minzoni, per quasi  tutti gli anni del servizio pastorale di don Franco Montenegro.

Ma ritorniamo nella Basilica Cattedrale di Agrigento,  dove  ieri pomeriggio mons. Baldo  Reina ha presieduto la prima Santa Messa,  dopo l’ordinazione episcopale ricevuta il 29 giugno nella Basilica San Giovanni in Laterano, nominato da papa Francesco vescovo ausiliare di Roma, assegnandogli  la sede titolare di Acque di Mauritania.

Ad affollare ieri la nostra cattedrale, un popolo di amici, familiari, tante autorità civili, una qualificata rappresentanza delle comunità di Cammarata e San Giovanni, città quest’ultima da cui propriamente proviene don Baldo;  e poi a concelebrare proprio tanti sacerdoti, oltre a  tre Vescovi, cioè Mons. Alessandro Damiano, l’arcivescovo di Palermo Mons. Corrado Lorefice ed il nostro Mons. Salvatore Muratore, vescovo emerito di Nicosia.

Un’omelia semplice e  discorsiva quella di don Baldo Reina, che commentando il Vangelo del giorno,  ha spiegato che Gesù alla sua sequela,  per annunciare la salvezza, che è sempre una lotta contro il male per fare trionfare il bene che comunque è sempre più forte, chiama  non i migliori ma gente normale, chiamando per nome.

Ed il passo di vangelo di ieri di Matteo 10,7-15, iniziava col dire che Gesù “strada facendo”, va  scegliendo persone nella normalità della loro vita. Non solo !   colpisce il fatto che l’elenco dei dodici scelti è dettagliato; sono indicati  anche  i  legami di parentela.

Tutto questo   un chiaro messaggio per dire che tutti siamo e dobbiamo restare  collegati, perché proprio  le relazioni sostanziano e qualificano la vita e  la personalità di ognuno.

Un’omelia semplice e profonda,  seguita con un’ attenzione che quasi si toccava con mano,  a cui poi alla fine ha registrato , da parte di don baldo, anche un grande grazie a tutti.  E  quindi c’è stato un fragoroso prolungato applauso dell’assemblea.

La celebrazione era iniziata con una breve considerazione introduttiva  dell’Arcivescovo Mons. Damiano, che formulava  gli auguri  sintetizzandoli in tre verbi:  “ricordare”.  Verbo che riporta al  cuore “sede della memoria”; poi  “vivere” ed  “amare”.  “Qui, – nella Chiesa Agrigentina, ha concluso Mons. Damiano –  “ti sei allenato per affrontare il cammino di crescita umana e spirituale”.Ed  a queste parole è seguita la consegna della  croce pettorale.

E poi il passo forse più  commovente dell’omelia è stato  quando (già comunque l’attenzione era concentrata al massimo) si è ascoltata  la rivelazione del suo segreto.

Cioè  don Baldo ha  confessato di aver  chiesto ed ottenuto da monsignor Corrado Lorefice, per quella croce pettorale che porterà sempre  addosso,  una piccola reliquia di don Pino Puglisi.

Mi piacerebbe diventare come Don Pino Puglisi – ha concluso – mi affido alla vostra preghiera perché il Signore mi conceda di essere lì dove egli vuole, un servo che desidera semplicemente dare la propria vita”. Cosi da imitare,   per quanto possibile,  l’eroica disponibilità al servizio propria  dell’eroico beato parroco palermitano,  che ha coronato la sua vita col martirio.

Diego Acquisto

07-07-2022

 

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