Un quarantennio di storia della Chiesa agrigentina, nel richiamo di una foto recente
Una foto emblematica che ci invita a riflettere—Ci invita a ripensare orientativamente all’ultimo quarantennio di storia ecclesiastica agrigentina. Per questo, sicuramente emblematica questa foto di don Baldo Reina, appena consacrato vescovo ausiliare di Roma, tra il nostro arcivescovo-metropolita emerito card. don Franco Montenegro e l’attuale pastore agrigentino don Alessandro Damiano.
Un avvicendamento questo, tra don Franco e don Alessandro, avvenuto il 22 maggio 2021, lo stesso giorno in cui don Franco, pastore agrigentino dal maggio 2008 compiva il 75mo anno di età.
Una foto che ci richiama quindi pure ad un paio di decenni indietro, quando in pratica iniziava l’episcopato ventennale di S. E. Mons. Carmelo Ferraro, segnato negativamente da episodi criminosi di eccezionale gravità, come la strage di Porto Empedocle o l’assassinio del giudice Livatino, mentre positivamente registrava in seguito la visita alla diocesi agrigentina nel maggio 1993 di Papa Giovanni Paolo II, a conclusione della quale dalla Valle dei Templi, si levava il suo storico grido contro la mafia, con il dito puntato verso l’alto e l’invito a squarciagola alla conversione “perché un giorno ci sarà il giudizio di Dio”.
Un episcopato quello di Mons. Ferraro in Agrigento, che nel quadro del riordino delle diocesi, vedeva riconosciuto nell’Anno Santo del 2000 alla Chiesa Agrigentina il diritto di essere considerata sede metropolitana, con due diocesi suffraganee, Caltanissetta e Piazza Armerina.
L’episcopato agrigentino di Mons. Ferraro, che, a sua volta, aveva alle spalle un fecondo decennio di servizio pastorale come vescovo nella diocesi Patti; un episcopato che iniziava, dopo pochi mesi, con la nomina di un sacerdote agrigentino, don Ignazio Zambito, proprio a Vescovo di Patti, cioè al posto lasciato libero proprio da Mons. Ferraro. Un episcopato, sempre quello di Mons. Ferraro, che praticamente poi si è concluso, con la nomina di un altro sacerdote agrigentino che per tanti anni era stato suo vicario generale, cioè don Salvatore Muratore, nominato da Papa Benedetto XVI alla sede vescovile di Nicosia il 22 gennaio 2009, ordinato poi vescovo nella Cattedrale di Agrigento proprio da Mons. Ferraro, il 25 marzo successivo…ed adesso il vescovo Muratore, per limiti di età, è divenuto emerito il 23 aprile scorso.
A Mons. Carmelo Ferraro che ha lasciato per raggiunti limiti di età, succede nel maggio 2008 don Franco Montenegro, già vescovo ausiliare di Messina, che il 23 febbraio precedente papa Benedetto XVI aveva nominato arcivescovo metropolita di Agrigento.
Don Franco Montenegro dal maggio 2013 è presidente della Commissione episcopale per le migrazioni della Conferenza episcopale italiana; nell’arcidiocesi agrigentina, sin dall’inizio ha improntato il suo operato sulla comunione, con una particolare attenzione alle varie situazioni di povertà. Per questo ed in seguito ad una suggestiva lettera carica di sofferenza ed umanità dell’allora Parroco di Lampedusa don Stefano Nastasi, Papa Francesco eletto nel marzo 2013, decide di compiere la sua prima visita fuori Roma proprio in terra agrigentina a Lampedusa, crocevia dei drammi del nostro tempo. Perciò il nostro don Franco, già al quinto anno di servizio alla Chiesa Agrigentina, l’8 luglio 2013 accoglie Papa Francesco, durante la visita apostolica a Lampedusa e Linosa.
Un incontro, questo di don Franco con Papa Francesco che ha un seguito, perché all’Angekus, nella prima domenica del gennaio successivo, cogliendo tutti di sorpresa, compreso l’interessato, da parte di Papa Francesco si ascolta l’annuncio della nomina a cardinale, che avviene poi di fatto nel concistoro del 14 febbraio 2015.
Passaggi questi, tutti che sicuramente la nostra diocesi ha seguito con somma attenzione, unitamente ai cambiamenti interni, che non sono stati pochi. Compresi tanti trasferimenti di preti che si avvicendano nei vari ruoli, specialmente ma non solo nelle parrocchie, anche nella Curia e nella direzione dello stesso Seminario, che è il luogo delicato di formazione dei futuri presbiteri e dove quindi il lavoro è assai carico di responsabilità.
Quindi una serie di avvicendamenti, con un certo equilibrio di stabilità che si raggiunge con la nomina a Rettore, di don Baldo Reina, dopo una consultazione telematica che a suo tempo don Franco ha chiesto a tutti i presbiteri, che dovevamo segnalare tre nomi. Nomina a Rettore che pare non abbia escluso da parte di don Baldo, oltre che all’interno del Seminario, altri tipi di intervento, più o meno conosciuti, a più vasto raggio e comuneque sempre a favore della diocesi, operati naturalmente sempre in profonda comunione con don Franco.
Don Baldo Reina che adesso, consacrato vescovo, con piacere, lo vediamo in mezzo ai due Pastori della Chiesa Agrigentina.
Adesso è proprio di questi giorni la nomina a successore di Reina nella direzione del Seminario, di don Stefano Nastasi, al quale in questi giorni è arrivato un mare di auguri per il servizio delicato e prezioso a cui è stato chiamato. Un servizio per l’intera Comunità Ecclesiale, sollecitata alla sinodalità, così come indicata da Papa Francesco, che vuole una Chiesa–Popolo di Dio in cammino.
Diego Acquisto
30-6-2022
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