A margine della cerimonia del centenario al Monumento dei caduti di Favara
Credo proprio che per non fare passare inosservata una ricorrenza così significativa, come quella del centenario del Monumento dei caduti a Favara, non si potesse pensare ad un’iniziativa migliore. Iniziativa che è stata pensata, proposta ed in parte organizzata dall’Associazione Culturale Penna Sottile, non nuova a preziose iniziative di grande caratura valoriale, a cui ben volentieri si sono uniti altri Enti pubblici e non. E la proposta che è diventata man mano concreta iniziativa profondamente condivisa e quindi al meglio realizzata, è stata quella di concedere la cittadinanza onoraria al “milite ignoto”. Un segno tangibile e duraturo nel tempo per rendere onore, mostrare affetto e gratitudine ai caduti di tutte le guerre.
Caduti in guerra, che hanno eroicamente sacrificato la loro vita per la difesa o la gloria e soprattutto la liberà della patria. Ideale che tanti uomini sono stati chiamati a difendere, combattendo, sacrificando la loro vita, a prescindere talvolta, magari in alcuni casi, anche dalle loro personali convinzioni, secondo la logica, sempre insensata, della guerra.
La ricorrenza del centenario del Monumento – (che a tutti i non pochi caduti favaresi cento anni fa è stato innalzato nella piazza principale della Citt), – specie nel periodo che stiamo vivendo, mentre cioè sulla TV scorrono le terribili immagini della guerra in corso tra Russia ed Ucraina, ha richiamato tutti al grande valore della pace. Perchè la guerra produce sempre e comunque morte e distruzione.
Così come ebbe ad ammonire, purtroppo invano, il grande Pontefice Pio XII, nell’appello del 24 agosto 1939: “Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra”.
La seconda guerra mondiale poi iniziata in Europa il 1° settembre successivo, con l’invasione della Polonia da parte della Germania nazista – (frutto dell’accordo russo-tedesco dei due dittatori Stalin ed Hitler) – a cui nel giugno del 1940 si unirà l’Italia fascista di Mussolini, sappiamo bene tutti, quale mostruosa catastrofe soprattutto umana ha provocato, oltre alle incredibili distruzioni.
Dopo i tanti caduti nella prima guerra mondiale del 1915-18 il Monumento innalzato a Favara nel 1922 ha poi dovuto aggiungere anche i nomi dei numerosi caduti della seconda guerra mondiale 1940-1945.
Anni terribili, soprattutto dall’8 settembre 1943 al 9 maggio 1945, quando l’Italia, ripudiando l’alleanza con la Germania di Hitler, passava dalla parte delle forze anglo-americane, ed in Italia le forze partigiane dei vari Partiti che uscivano dalla clandestinità e fedeli al nuovo governo legittimo, dovevano confrontarsi con le forze fasciste rimaste fedeli a Mussolini che aveva costituito la cosiddetta Repubblica Sociale di Salò, sotto la protezione di Hitler.
in Italia, una sanguinosa ed incredibile guerra civile, che tante lacrime e tanto sangue fratricida ha fatto versare, per la conquista della liberà repubblicana, così come poi deciso nel Referendum popolare ed istituzionale del 2 giugno 1946.
Il Monumento ai Caduti vuole ricordare tutti i caduti, tutti, nessuno escluso, in un momento di grande confusione, quando, tra il 1943-1945, era più facile magari trovarsi dalla parte sbagliata, creduta in buona fede, anche giusta.
E proprio per questo il Monumento è anche un Ammonimento per tutelare e rafforzare sempre, nel dialogo e nel confronto libero e coraggioso delle posizioni, anche diverse, il prezioso valore della Pace
Diego Acquisto
29-5-2022
N.B.—Infine, se mi è consentita una nota autobiografica, devo dire che sono un orfano di guerra; e ragazzo di poco più di quattro anni, conservo ancora nella memoria il “disperato” dolore dei miei familiari, mia mamma e mio nonno paterno, quando hanno ricevuto la terribile notizia di mio papà. Che proprio ai primi di luglio del 1943 era ripartito per il fronte a Genova, dopo la guarigione di una ferita ed una breve vacanza ottenuta. A portare la notizia a Canicattì, negli ultimi mesi del 1944 o nei primi mesi del 1945 proprio alcuni amici favaresi, che affrontarono i disagi del viaggio da Favara, per raccontare quello che era successo. Successivamente, qualche anno dopo, un Atto notorio regolarmente redatto, descriveva l’incidente dovuto ad un tafferuglio-inseguimento dei tedeschi che si trovavano in quel posto. Ed a leggere il voluminoso libro di storia locale di Canicattì, pubblicato dal prof. Gaetano Augello, mio papà, Acquisto Carmelo è tra i caduti in guerra, deceduto a Genova il 27-1-1944.
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