No anche all’ “anestesia del presepio”. Sì alla verità storica….utile anche ai bambini.
In preparazione alla Novena, l’augurio di un Natale veramente diverso. A lanciarlo nei giorni scorsi è stato un vescovo ! sì, un vescovo che possiamo definire almeno per alcuni aspetti certamente controcorrente; un vescovo che alcuni cronisti, parlando del suo modo di praticare la pastorale, dicono che attinge alla “Pop theology”, cioè alla teologia popolare. Perché spesso, specie quando ha davanti un pubblico prevalentemente giovanile, attinge alle canzoni dei cantanti più in voga, come per esempio Noemi e Mengoni, riprendendo al vivo, cioè cantando anche lui, brani delle loro canzoni, cogliendo il senso profondo di quelle parole ed il loro significato, che spesso sfugge, ma che è in profonda sintonia con il messaggio biblico ed evangelico.
Si tratta del Vescovo di Noto, S.E.mons. Antonio Staglianò, che anche recentemente, durante l’omelia per i cresimandi, ha cantato brani di Noemi e Mengoni in cui si parla di un cuore giovanile che troppo spesso rischia di riempirsi di “un vuoto a perdere….,.” (Noemi), o dell’urgente necessità di “creare nuovi spazi”, …..“mentre il mondo cade a pezzi”, nella Canzone “essere umani” (Mengoni).
Ed il Vescovo che cantando, sottolinea in partcolare alcuni passaggi, “oggi la gente ti giudica…..vede soltanto le maschere……non sa nemmeno chi sei….credo negli esseri umani che hanno il coraggio di esseri umani…….”.
Ed a queste parole in canto, per il Vescovo Staglianò, (sicuramente caso forse unico in Italia, come, secondo le cronache), c’è stato recentemente, un uragano di applausi da parte della platea.
Un talento sicuramente non comune quello di questo vescovo, che, assecondando la sensibilità giovanile in voga, sfrutta questa sua capacità per lanciare messaggi che possono davvero far maturare personalità forti in grado di contrastare la deriva di valori negativi che trovano presa in non pochi giovani e – (diciamolo pure!) – anche assai meno giovani in questo nostro tempo particolarmente travagliato sotto tanti punti di vista.
Ed in effetti oggi, malgrado tutto, – come si coglie da talune manifestazioni politiche impensabili sino ad pochi anni fà,… – (manifestazioniu che hanno visto il confronto di personalità con ideologie e sensibilità assai diverse) – oggi va maturando la necessità di un nuovo approccio ai problemi, assorbendo e globalizzando un nuovo senso di fraternità, che porta all’esigenza di un confronto senza chiusure preconcette.
Quasi un nuovo stile ed un nuovo e diverso modo di esprimere la propria personalità, con fierezza sì, ma senza orgoglio, anzi con umiltà e con una nuova carica di coraggio, contro “le forze del Nulla”; contro tutto qullo che logora la fantasia, ne consuma le energie, le spoglia di valori ed ideali, sino a considerare quasi inutile la propria e l’altrui esistenza, appiattita su una “routine” abulica e perciò insignificante.
In questa cornice di fondo, il messaggio dirompente che ha suscitato discussioni e polemiche del Vescovo Staglianò. Il Quale davanti ad un’affollata platea prevalentemente di ragazzi, – (ma non solo!) – ha parlato – sentite un po’! – di anestesia del presepio. Perché Gesù è un personaggio reale e non un personaggio inventato come Babbo Natale. Un personaggio storico che nascendo in una squallida e sporca stalla in una grotta ci vuole dire che “nessuno deve venire al mondo e nascere come è nato Lui”…..!
Le cronache riferiscono che è stata ricorrente domanda posta dai bambini sia alle maestre e, una volta fatto ritorno a casa, anche alle mamme che erano assenti : “Ma davvero Babbo Natale non esiste?”,
E giù una caterva di commenti e polemiche dei grandi, di molti genitori; non pochi anche di aperto dissenso e condanna, o nel migliore dei casi, magari solo di inopportunità.
Ma, a spiegare il senso di quelle espressioni è stato lo stesso Vescovo, che non ha arretrato di un millimetro ed ha tenuto a precisare. «Ho detto che Babbo Natale esiste, ma che non è una persona storica come san Nicola da cui è stato tratto il personaggio immaginario”.
“Ho spronato i più giovani – ha aggiunto monsignor Staglianò – ad avere di Babbo Natale un’idea più incarnata per poter vivere meglio l’attesa e soprattutto lo scambio dei doni. Se Babbo Natale è San Nicola, i bambini dovrebbero aprirsi ad un sentimento di vicendevole aiuto, alla solidarietà dei doni verso i bimbi più poveri. Con tutto il rispetto per la casa produttrice della “Coca Cola” che si è inventata Babbo Natale”.
Per mons. Staglianò insomma “il compito del vescovo è annunciare la carità evangelica, anche attraverso questi simboli della cultura popolare. E questo per non perdere e per alcuni magari invece recuperare il senso vero della tradizione cristiana del Natale.
“Per il resto – ha concluso il vescovo Staglianò – i bimbi sanno che Babbo Natale è papà o lo zio. Quindi nessun sogno infranto”.
Verità storica….utile anche ai bambini.
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