Ricordare giova…… Una riflessione salutare, anche se forse positivamente dirompente
Sì, oggi, solennità di tutti i Santi, una riflessione – se vogliamo – anche dirompente……su cui vale però davvero la pena di meditare….ed a lungo…….. per un salto di vera ed eccellente qualità, necessario per tutti………
VALORE SACRO dell’UBBIDIENZA, virtù per il “SUPERIORE” e per l'”INFERIORE……
Riflessione che allora – a caldo – ho pensato come sconvolgente; una riflessione del monaco camaldolese P.Guido Innocenzo GARGANO (nella foto) nell’‘assemblea del Clero agrigentino, convocato per il primo Ritiro Diocesano del nuovo anno pastorale 2016-2017, alla presenza del Card. Francesco Montenegro….Ha invitato a riflettere sul valore sacro dell’ubbidienza, in cui nello sforzo di storicizzare sempre il mistero trinitario, del rapporto paritario tra le identità uguali ma diverse delle tre Persone divine, e segnatamente del Padre e del Figlio, deve finire per non esserci più, nella concreta prassi ecclesiale, un “superiore” ed un “inferiore”.
E ciò per realizzare, – nel momento delicatissimo in cui ci si rifà alla virtù dell’ubbidienza – un condiviso piano di Dio, con la conseguente fatica di scoprirlo, in sintonia comunionale.
Una meta questa, sicuramente molto elevata ed impegnativa, anche e forse soprattutto per il Superiore, le cui disposizioni non devono mai essere né apparire frutto di convenienze e calcoli umani.
Come è facile notare, una visione chiaramente diversa ed evangelicamente innovativa, rispetto alla famosa e tradizionale concezione gesuitica dell’ubbidienza “perinde ac cadaver”. Ricordiamo che Sant’Ignazio di Loyola ( 1491-1556) pretese per gli appartenenti all’ordine religioso da lui fondato, quello della Compagnia di Gesù, un’obbedienza totale, senza discutere. Nelle Costituzioni, scrive che il gesuita: “come se fosse un corpo morto (“perinde ac cadaver”), dal Superiore “si fa portare dovunque”.
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