Il Consiglio Pastorale Cittadino ha incontrato i tre candidati a Sindaco di Favara
La Chiesa di Favara ha incontrato i tre candidati a Sindaco – L’incontro così come programmato è avvenuto ieri sera nel Salone “P.Pino Puglisi” della Parrocchia dei Ss Pietro e Paolo. Un incontro a porte chiuse dato che potevano partecipare solo tutti i componenti del Consiglio Pastorale Cittadino, (CPC) che raggruppa oltre al Clero locale, i rappresentanti delle nove Parrocchie e di tuti i Gruppi ecclesiali della Città. Presente anche la stampa appositamente invitata.
Da precisare che oltre ai tre Candidati a Sindaco Giuseppe Infurna, Salvatore Montaperto, Antonio Palumbo, erano presenti anche gli Assessori da loro designati.
L’incontro si è aperto con il saluto iniziale del Vicario Foraneo, nonché presidente del CPC, don Marco Damanti che, non ha mancato di sottolineare il ruolo importante della politica, che nell’ottica pastorale della Chiesa, vissuta come “la forma più alta di carità”, risulta determinante nell’avviare a soluzione positiva i tanti problemi di una Comunità.
All’intervento del presidente è seguito quello del coordinatore laico del CPC Salvatore Sutera Sardo che ha voluto tracciare, seppure in maniera sintetica per ovvi motivi, una panoramica dell’attività svolta dal Consiglio nei suoi trenta anni di vita, cercando per quanto possibile di operare sempre in sinergia con la pubblica Amministrazione, con l’augurio di una ancora più feconda collaborazione nel prossimo futuro in rapporto ai drammatici problemi sul tappeto.
E dopo il coordinatore Sutera Sardo hanno preso brevemente la parola i responsabili delle varie aree del CPC, da quella dei mezzi di comunicazione sociale a quella della Liturgia che cura le varie manifestazioni a livello cittadino, a quella intitolata a P. Pino Puglisi per i problemi sociali e della legalità, a quella della Catechesi che sta vivendo un particolare momento di travaglio nel rinnovamento alla preparazione ai sacramenti dell’iniziazione cristiana, … a quella della Famiglia che cura pure la preparazione dei Corsi al matrimonio con tutte le problematiche collegate, per quelli che scelgono il sacramento con la celebrazione in Chiesa, nell’osservanza i quanto prescritto dal diritto canonico e delle norme concordatarie, per gli effetti civili.
Ma fra tutte questa interessanti comunicazioni, particolare attenzione ha suscitato l’intervento di Giuseppina Pitruzzella responsabile dell’Area Madre Teresa di Calcutta, che cura le fasce socialmente più deboli, notevolmente aumentate in questo tempo di pandemia.
Non era difficile notare che i tre candidati a Sindaco, seduti al tavolo della Presidenza, (con al centro Infurna, alla sua destra Montaperto ed alla sua sinistra Palumbo….una disposizione puramente casuale e, senza volerlo, forse anche subliminarmente significativa !), ascoltavano tutto con palpabile interesse e visibile partecipazione. Come hanno poi anche dimostrato soprattutto nei loro interventi conclusivi, con cui ognuno di loro ha tenuto a sottolineare non solo la gratitudine per quello che la chiesa favarese in questi anni si è sforzata di fare, col più puro volontariato. Così come ancora si sforza e si sforzerà di fare nel prossimo futuro, con l’attenzione ed il supporto della Civica Ammnistrazione, nell’ossrevanza delle norme sul welfare che in questi tempi subiscono interventi legislativi.
Per concludere, a margine di tutto e considerando la personalità diversamente valida dei tre candidati (- persone diverse per “forma mentis“, temperamento, carattere, esperienza preterita, dimostrata sul campo, formazione culturale e spirituale, ecc. ecc) si può davvero sperare che Favara può salvare se stessa e non sognare chissà quale intervento esterno e di chissà chi.
I tre coraggiosi che si propongono per il ruolo di Sindaco, meritano rispetto, attenzione, gratitudine.
Sì, anche gratitudine perché nella situazione attuale, non era difficile ipotizzare che si potesse pure verificare concretamente il caso di non avere candidati.
Adesso al popolo viene offerta la possibilità di scegliere. L’augurio è quello di un voto veramente libero nel segreto dell’urna, senza il condizionamento di interessi personali e/o clientelari. La democrazia ce ne dà la possibilità e dobbiamo onorare tutti la vera democrazia, che con tutti i suoi limiti ci offre questa possibilità, che altri sistemi assolutamente non danno.
A Favara urge una vera e propria rinascita culturale, morale e spirituale, come premessa di quella politica. Per la rinascita spirituale e morale è necessaria una seria e consapevole conversione, anche solo laica, dei cuori, per un rinnovato impegno di una politica che deve essere finalizzata a costruire una città normale, legale, più giusta e solidale, capace di capire e quando necessario punire, con coraggio e tempestività, per la tutela efficace del bene comune.
La Chiesa di Favara, anche col rischio di essere equivocata, non si è mai tirata indietro e mai lo farà. Non solo ! nel contesto di un welfare carente, attraverso i suoi organismi di corresponsabilità laicale accentuerà, per quanto possibile, la sua opera di supplenza. Ed in momenti particolarmente significativi, se necessario, non mancherà di far sentire la sua voce.
Diego Acquisto
29-9-2021
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