Organizzata dai Padri Francescani a Favara una pubblica Liturgia Penitenziale
Liturgia penitenziale a Favara, presieduta dal Vicario Generale – Nell’urgente necessità di un impegno davvero nuovo per la città, l’iniziativa da tempo programmata dai Parroci e dal CPC, di una Liturgia Penitenziale, quando nulla faceva pensare a quello che sarebbe successo. Ed il riferimento è ai giorni difficili che Favara ha vissuto ed ancora sta vivendo, con montagne di immondizia in ogni dove. Immondizia materiale, frutto anche (o soprattutto) di immondizia morale che bisogna preliminarmente, sempre impegnarsi a rimuovere.
Una Liturgia Penitenziale programmata per sabato prossimo 31 luglio alle ore 20,00 in piazza S. Francesco, davanti al Convento dei Frati francescani, presieduta del Vicario Generale don Giuseppe Cumbo.
A caratteri cubitali, in una grande scritta, sarà ben leggibile in piazza S. Francesco, la frase del santo, in questo caso rivolta anzitutto ai favaresi, ma anche a quanti dagli altri paesi volessero venire: “Voglio portarvi tutti in paradiso”.
Una liturgia penitenziale per accogliere il giorno successivo il “Perdono di Assisi” o come viene più comunemente chiamata “l’indulgenza della Porziuncola”. Una vera e propria “festa dl Perdono” che ogni anno inizia il 1° agosto e si conclude alla mezzanotte del giorno successivo.
Due giorni quindi in cui l’Indulgenza della Porziuncola, che ad Assisi, è concessa per tutti i giorni dell’anno, si estende eccezionalmente, anche alle chiese parrocchiali e francescane di tutto il mondo. E per questo la necessità di prepararsi con il sacramento della penitenza-riconciliazione, o come comunemente viene chiamato “confessione” , per cui la liturgia penitenziale offre la possibilità a tutti di potere accostarsi preliminarmente a questo sacramento, condizione necessaria per lucrare una o più volte l’indulgenza plenaria, applicabile anche ai defunti.
La pubblica cerimonia della Liturgia penitenziale con la presenza contemporanea di oltre dieci sacerdoti, come assicura il Padre Guardiano del Convento di Favara, Fra Giuseppe Di Facta, si svolgerà nell’ampia piazza, attivando tutte le norme di prudenza previste dall’attuale normativa per il contrasto della pandemia, come il distanziamento e l’uso della mascherina anche da parte dei preti-confessori.
Tale liturgia penitenziale pubblica, precisa P. Di Facta, “può diventare occasione di grazia per la nostra gente e anche la gioia di accogliere per la prima volta don Giuseppe Cumbo nella comunità ecclesiale di Favara, come vicario generale”, a cui il vicario foraneo don Marco Damanti perciò rivolgerà all’inizio il saluto ufficiale.
Come è noto, la Porziuncola è la piccola cappella dove San Francesco d’Assisi, – nato nel 1181, dopo la sua conversione stabilì la sua dimora, e proprio da questa chiesetta diede inizio con Santa Chiara all’Ordine delle Clarisse, concludendo anche proprio in questo posto la sua esistenza terrena nella notte tra il 3 ed il 4 ottobre 1226.
Una ricorrenza molto sentita da tanti fedeli, questa del cosiddetto perdono di Assisi o indulgenza della Porziuncola. Tutto è collegato ad una visione di S. Francesco, quando una notte dell’anno 1216, il Santo, immerso in preghiera nella chiesetta della Porziuncola, ebbe il privilegio di una conversazione con Gesù e Maria che gli chiesero che cosa desiderasse per la salvezza delle anime e lui chiese che fosse concesso ampio e generoso perdono ai peccatori, “pentiti e confessati“. La risposta fu affermativa, con l’invito però a rivolgersi al Papa Onorio III che in quei giorni si trovava a Perugia. Il Papa lo ascoltò con attenzione e dopo qualche difficoltà dette la sua approvazione.
E così ogni anno il Perdono di Assisi o indulgenza della Porziuncola, dà la possibilità di lucrare l’indulgenza plenaria, sostando in preghiera, recitando il Padre Nostro ed il Credo, pregando secondo le intenzioni del Papa, come segno di comunione con tutta la Chiesa, accostandosi al Sacramento della Riconciliazione con il sincero desiderio di volersi distaccare dal peccato, ricevendo poi con fede la Santa Comunione.
L’esperienza che stiamo vivendo a Favara di una crisi igienico-sanitaria che non ha precedenti, deve spingere tutti ad un sincero impegno di rinnovamento, riparando per quanto possibile il danno arrecato come segno concreto di conversione. Dopo questa emergenza gravissima, le forze politiche devono pensare a misure adeguate, a norme legislative più chiare e cogenti, che agevolino anzitutto la prevenzione e scoraggino quanti non compiendo il loro dovere, dovessero ritornare a danneggiare la Comunità, sicuri dell’impunità. Sanzioni insomma come medicina necessaria di misericordia per i colpevoli e per la tutela di un bene comune come la salute.
Diego ACQUISTO
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