Anche la Chiesa Agrigentina impegnata nel cambiamento ! e lunedì prossimo riunione del Consiglio Presbiterale
Quale Chiesa dopo la pandemia……Una domanda che in questo tempo si pongono non pochi, particolarmente i pastoralisti più sensibili alle sollecitazioni di Papa Francesco, che frequentemente ricorda che il ritorno alla normalità, deve avvenire all’insegna di un profondo cambiamento nell’azione pastorale, evitando prioritariamente quello che viene chiamato il “virus” di un ritorno al passato”… del “sempre così si è fatto…”. Insomma … si richiede un cambiamento vero nell’azione pastorale nel suo insieme, in alto ed in basso, cioè a livello spicciolo nelle singole Parrocchie ed a livello più alto negli organismi di governo centrale e diocesano della Chiesa, cioè nelle Congregazioni Vaticane come nelle varie Curie Diocesane con gli organismi collegati che dalla Curia dipendono…. E tutto questo che si avverte a livello generale, si avverte, magari anche senza manifestazioni ufficiali, anche all’interno della Chiesa Agrigentina, ….(sarebbe anomalo se ciò non avvenisse o addirittura se fosse il contrario)……… e giusto-giusto….in questo clima, la Chiesa Agrigentina, proprio nei giorni scorsi, appena qualche settimana fa ha registrato il cambio del vertice, il cambio del Pastore. Dopo 13 anni don Franco Montenegro, al compimento esatto dei 75 anni, ha visto accolte da Papa Francesco le sue dimissioni e proprio lo stesso giorno del suo 75mo compleanno è subentrato il nuovo Pastore don Alessandro Damiano………Il quale, in mezzo a noi come coadiutore da un anno, tuttavia anche Lui sorpreso per il come e per l’inusuale tempestività,… adesso anche Lui si interroga sul da farsi….. ed ha il dovere di farlo, perché convinto ….. dopo avere osservato ed invitato ad osservare tutte le norme prudenziali per non favorire il contagio del coronavirus, che dopo questa pandemia nulla sarà più come prima,… perché questa terribile esperienza vissuta, ha profondamente inciso non solo nella vita di ognuno, ma nello stesso tessuto sociale.—Premesso quanto detto, mi pare comunque di cogliere una profonda sintonia con la sesnibilità di Papa Francesco, che più volte recentemente ha fatto osservare che dopo questa esperienza non si esce uguali, cioè non si esce come prima, ….. ma si esce, o migliori, o — Dio non voglia !— peggiori. E peggio di questa pandemia c’è solo non capire che tutto è cambiato…. L’impegno e l’augurio allora non può che essere intanto quello di uscirne migliori.
Indubbiamente quasi tutti i pastoralisti oggi rilevano che nella nostra Italia c’è facile accomodamento, se non proprio appiattimento su tante “esteriorità liturgiche”,…- con troppo “ devozionismo miracolistico” , e “tanta religione senza un briciolo di fede”. Da questo l’esigenza di cogliere l’occasione per un cambiamento a 360 gradi…..una vera e propria rivoluzione copernicana in campo pastorale, con la guida dello Spirito.
Come Chiesa Agrigentina, nella sua struttura e nell’attuale strutturazione, possiamo dire di essere fortunati…perché con il cambio di Vescovo, così come avviene in Vaticano, quando cambia il Papa … dato che nella Chiesa non ci sono e non ci debbono essere posti di potere, ma di servizio…. ….all’interno della diocesi, quando cambia il Vescovo, decadono tutte le cariche curiali, decadono tutti i Vicari, a partire dal Vicario Generale, ed il nuovo Vescovo ha la possibilità di un vero rinnovamento, scegliendo, senza condizionamenti di sorta, nuove energie e nuove persone, con una diversa ottica, ….un diverso modo di impostare la pastorale, per incrociare meglio le nuove sensibilità e le particolari esigenze del territorio diocesano; e così potere essere più vicini alla gente in questo particolare momento segnato da stanchezze,…segnato da ansie, segnato da preoccupazioni, frustrazioni… e potere scrivere così una pagina davvero nuova e più bella per le nostre Comunità….. Dove, se vogliamo essere franchi ed impietosi nel giudicare la realtà, a causa di certi valori evangelici trascurati, se non calpestati, si registrano diseguaglianze insopportabili, nell’impotenza della politica, … una politica che si è troppo allontanata dalla DSC (dottrina sociale della Chiesa), perseguendo quella logica del profitto che mortifica l’operosità del nostro territorio e costringe i giovani a continue partenze per il Nord e per l’estero, al punto che in alcuni Comuni sono rimaste solo le persone anziane e gli abitanti si sono dimezzati.—Il nuovo arcivescovo don Alessandro Damiano, un forte segno di cambiamento lo ha subito dato con la nomina del nuovo Vicario Generale, nella persona del giovane presbitero don Giuseppe Cumbo…una nomina davvero fuori dagli schemi….E lunedì prossimo 21 giugno, è in programma un’importante riunione…. C’è la convocazione di uno dei più importanti organismi collegiali di corresponsabilità ecclesiale a livello diocesano, cioè il Consiglio Presbiterale……quello attuale, nella sua attuale composizione, che sicuramente comunque nel prossimo futuro sarà rinnovato e forse riformato , eletto con criteri ancora di maggiore rappresentatività…..dall’intero presbiterio.
Altre riforme e cambiamenti sono sicuramente in cantiere…. anche perché – come è noto…l’avvicendamento dei parroci nelle Parrocchie è ormai strutturale, dato che le nomine sono fatte “ad tempus”….. il Parroco, a norma del diritto, certamente, in comunione col Vescovo, è il “pastore proprio” (can.519), della Parrocchia… ma alla scadenza fissata nella nomina, così come previsto dal nuovo Codice di Diritto Canonico del 1984, pur tenendo a precisare che “è opportuno che il parroco goda di stabilità (can. 522), tuttavia viene concessa al Vescovo, se la Conferenza Episcopale della Regione cosi decide, di recepire il suggerimento del Concilio Vaticano II, e quindi, avendo così deciso la CEI si consente al Vescovo la nomina ad tempus………per un massimo di 9 anni, … un periodo massimo stabilito dalla CEI e quindi alla scadenza …. se non c’è proroga, il Parroco perde automaticamente tutti i poteri e le facoltà di Parroco, previsti dalla normativa,. …… Una norma questa che, saggiamente utilizzata, può fare tanto bene alle Comunità come allo stesso Parroco, perché favorisce il ricambio, utile spesso, anche se non sempre, … utile spesso alla Comunità come allo stesso Parroco.
Diego Acquisto
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