FAVARA – Preghiera a Santa RITA per la Città
Parrocchia S. Vito – Favara (AG)—Preghiera a S. RITA per la Città—22-5-2021—Vigilia di Pentecoste
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La Sindaca Anna Alba, assente per motivi istituzionali, ha ceduto la fascia al suo vice-sindaco Giuseppe Bennica, che nella Chiesa di S. Vito, nel corso della celebrazione principale della festa di S. Rita si è rivolto alla Santa, facendo sua la formula di preghiera che pubblichiamo nel testo integrale:
O Santa RITA,
in questa Messa della Vigilia di Pentecoste, vogliamo adorare e ringraziare il Signore Gesù, che asceso al cielo – con la potenza della sua grazia e la forza e luce dello Spirito Santo che ha inviato – ha operato in Te meraviglie di amore e di misericordia.
Davanti al tuo venerato simulacro, vogliamo manifestare tutta la nostra devozione e quella dell’intera città, che a Te si affida, confidando nel tuo aiuto e nella tua protezione.
A Te, o Santa Rita si volge, con forte trepidazione, il nostro sguardo fiducioso; a Te ricorriamo con fiducia, perché i nostri sforzi umani, finalizzati al progresso spirituale e materiale della nostra Comunità ecclesiale e civile, con l’aiuto della grazia di Dio e la forza del suo Spirito , giungano a buon fine.
Per tua intercessione, o Santa Rita, il Signore Gesù, Salvatore del mondo, speranza che non ci deluderà mai, abbia pietà di noi, ci liberi da ogni male, e continui a sostenerci in questo momento per liberarci definitivamente dal contagio del coronavirus !
Ti preghiamo che possa essere definitivamente essere vinto il flagello di questo virus,… che possano esserne preservati i sani, che guariscano gli ammalati, che possano essere sostenuti da Te o Santa Rita quelli che hanno operato ed ancora operano, instancabilmente, notte e giorno: medici, personale sanitario ed operatori vari, che si sacrificano per la salute di tutti.
Signore Gesù, mostraci il Tuo Volto di misericordia e salvaci nel Tuo grande amore. In questa Pentecoste lo Spirito Santo ci illumini con la sua luce e con i suoi sette doni: Sapienza, Intelletto, Consiglio, Fortezza, Scienza, Pietà e Timor di Dio.
Te lo chiediamo per intercessione di Maria, Madre Tua e nostra e di Santa Rita, la santa della rosa e della spina della quale siamo tanto devoti e desiderosi di imitarLa nel suo grande amore verso di Te.
Chiediamo per le nostre famiglie, per la nostra Città, per il mondo intero, il prezioso dono della pace.
Consapevoli che soltanto da donne ed uomini onesti, buoni, disponibili e disinteressati, che sinceramente confidano nell’aiuto della grazia, può avvenire un miglioramento qualitativo della vita nella nostra Città, rivolgiamo a te, o Santa Rita, con fiducia le nostre preghiere.
Sia abbandonata la logica dell’egoismo, della falsità, dell’ingiustizia e della violenza.
Nella verità e nella carità, sia rafforzata una cultura nuova di riconciliazione, di giustizia, di fraternità e di solidarietà.
O Dio onnipotente ed eterno, sull’esempio e per intercessione di S. Rita, che ha saputo eroicamente perdonare, fa che il nostro cuore non covi mai sentimenti di vendetta e di rancore, ma si eserciti sempre nella forza e nella capacità di amare.
Aiutaci o Signore, per intercessione di Santa Rita, ad essere fedeli ai nostri doveri quotidiani, propri del nostro stato, in famiglia, nella società, nella Chiesa. Amen
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N.B.–La solenne celebrazione, animata da Gaetano Di Rosa et Company, è stata trasmessa in diretta da SICILIA-TV.
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Santa Rita è una Santa da venerare e soprattutto da imitare, …….a Favara c’ tanta devozione e la Chiesa di S. Vito è stata ieri, ininterrottamente, visitata da un fiume di persone che hanno portato rose……..Chissà che anche a Favara non possa sorgere qualche iniziativa particolare per approfindire sempre meglio la spiritualità delal Santa di Cascia…….. Intanto, per questo riprendiamo e pubblichiamo da L’OSSERRVATORE ROMANO del 22 maggio 2021 il seguente articolo, in cui tra le donne premiate ce n’è una della nostra arcidiocesi di Agrigento……precisamente di Caltabellotta………..
Le donne di RITA
Il perdono e l’amore. Sono i valori che hanno accompagnato l’esistenza di santa Rita da Cascia, sorretti dalla fede e alimentati dalla preghiera. Margherita Lotti, vissuta fra il xiv e il xv secolo, era una donna semplice, umile ma caparbia: bussava continuamente alla porta di Dio, per mettere in pratica gli insegnamenti del Vangelo, per avere sostegno dalla Provvidenza, per imparare a percorrere la strada di Cristo. Sposa, madre e poi monaca, è stata ed è un esempio per tante donne che ne hanno ricalcato le virtù e che continuano ad ispirarsi a lei nella vita di ogni giorno. E proprio per promuovere i suoi principi, nel 1988, il monastero delle religiose agostiniane di Cascia e il Comune hanno istituito il Riconoscimento internazionale Santa Rita.
Ogni anno, alla vigilia della memoria liturgica della santa dei casi impossibili, viene conferito a donne di ogni età, condizione, nazione e religione, che si sono contraddistinte per la forza del perdono o per avere vissuto come una missione la difesa della dignità, dei diritti e dei doveri dell’uomo. Sono 119, ad oggi, le donne insignite del Riconoscimento; sono “le donne di Rita”, che come Rita, hanno perdonato, sofferto, amato e si sono aperte all’altro con gesti concreti di solidarietà e carità; donne i cui valori sono quelli che hanno caratterizzato l’esistenza della santa di Roccaporena.
Quest’anno Cascia ha premiato Gina Garrisi, Annalori Gorla e Monika Kornecka. Le loro sono storie di quotidianità, di dolore e sofferenza, in cui hanno prevalso l’amore e il perdono, come è accaduto nella vita di santa Rita la cui testimonianza ha lasciato un segno indelebile. «Tante donne si ispirano al suo ideale — spiega la badessa del monastero di Cascia, suor Maria Rosa Bernardinis — e, anche nei momenti tragici, sanno trovare il conforto e nello stesso tempo le motivazioni per andare avanti nell’amore. Il Riconoscimento internazionale Santa Rita vuole evidenziare che anche oggi ci sono delle “Rite”».
«L’esperienza di Rita è quella di una fede forte, che si è rafforzata nelle prove — aggiunge la badessa di Cascia — che non è venuta meno nelle ore più buie, e oggi molte donne, come Rita, sono esempi di vita, perché, animate e illuminate dallo Spirito, e aperte alla Grazia, vincono con l’amore il dolore, l’odio e la sofferenza. Per questo noi le chiamiamo “le donne di Rita”».
Geltrude Garrisi — chiamata Gina — di Caltabellotta, in provincia di Agrigento, è una “donna di Rita” perché ha accolto e accettato con amore la malattia della figlia primogenita, che assiste con dedizione e fede; per il suo impegno al fianco di malati e sofferenti; per la sua devozione a santa Rita che l’ha portata anche a promuovere, insieme ad altre donne, la Pia unione primaria Santa Rita nella sua città.
Anna Lorenza — per tutti Annalori — Gorla, di Milano, è la vedova di Giorgio Ambrosoli, commissario liquidatore della Banca privata italiana nel 1974, ucciso l’11 luglio 1979 per non aver ceduto a minacce e pressioni che volevano costringerlo a celare irregolarità e trame illecite. Ha ritirato il Riconoscimento perché, come santa Rita, si legge nella motivazione, «ha saputo volgere la sua dolorosa esperienza personale e familiare ad impegno fattivo per costruire il bene comune». Annalori Gorla, da anni, infatti, promuove i valori della giustizia e dell’equità sociale, tramandando l’eredità morale del marito ai suoi figli, ai suoi nipoti e ai giovani che incontra nella sua instancabile attività sociale.
Infine, Monika Kornecka, polacca, di Cracovia, ha ricevuto il Riconoscimento internazionale Santa Rita perché ha perdonato l’uccisore del figlio fermando il clima di odio e di vendetta creatosi attorno alla sua famiglia. Dawid, 23 anni, è stato assassinato da un ubriaco il 7 settembre 2013, nel tentativo di difendere la fidanzata e un’amica dalle molestie dell’uomo. Con la forza della fede, Monika, è riuscita a perdonare chi l’ha privata del figlio e a cominciare una nuova vita dedicandola agli altri. Ha lasciato il suo lavoro da commercialista, ha deciso di spendere la sua vita per i bambini malati e sofferenti e oggi si dedica anche ai malati di covid-19. Continua, inoltre, a pregare per l’assassino del figlio che si trova in carcere e al quale, durante le prime festività natalizie senza Dawid, ha inviato un pacco dono con una Bibbia e una lettera assicurando il suo perdono.
Con la consegna del Riconoscimento internazionale Santa Rita, venerdì 21 maggio, hanno preso il via a Cascia le celebrazioni per la festa di santa Rita. Nel tardo pomeriggio ha avuto luogo il Transito e, in serata, è giunta la “Fiaccola della pace e del perdono”, segno del “gemellaggio di fede e di pace” fra la cittadina umbra e Tolentino. Giunto alla 63a edizione, il gemellaggio, che ogni anno unisce Cascia a un’altra città, stavolta è dedicato all’anno “Famiglia Amoris laetitia“ voluto da Papa Francesco e per tale motivo propone santa Rita — modello di vita familiare — e San Nicola — uomo di pace e riconciliazione — come fari di speranza, segni della misericordia di Dio e della vittoria contro ogni male. Il gemellaggio fra Cascia e Tolentino vuole anche evidenziare la devozione alla santa dei casi impossibili così viva nella città di san Nicola — fra i santi ai quali Rita rivolgeva le sue preghiere — e il comune impegno per la ricostruzione dopo il sisma del 2016.
Oggi, giorno di santa Rita, fedeli e devoti hanno partecipato alle liturgie anche in streaming, grazie alla cosiddetta “maratona della festa” su festa.santaritadacascia.org. Durante le otto ore di diretta è stato possibile scrivere e condividere intenzioni di preghiera a santa Rita, scaricare “rose virtuali” e fare donazioni per il monastero e l’Alveare, la struttura voluta dalle religiose agostiniane per accogliere minori provenienti da famiglie in difficoltà. Il solenne pontificale, con la supplica a Santa Rita e la tradizionale benedizione delle rose, i fiori che simboleggiano la taumaturga, è stato presieduto dal cardinale Angelo Comastri.
di Tiziana Campisi
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