Su Radio RF 101 lunedì – 1°-febbraio 2021-De Gasperi al centro di una controversia tra Mussolini e Pio XI
Riprendiamo dal punto lasciato sospeso lunedì scorso…..la situazione che abbiamo lasciato nel 1931, ….cioè lo scambio dei messaggi segreti tra Mussolini che chiede al Papa di allora Pio XI (al secolo Achille Ratti) quel particolare, strano, incredibile “atto di cortesia”… “atto di cortesia”… così letteralmente si legge nel biglietto segreto di Mussolini…biglietto indirizzato al Papa…..….uno strano atto di cortesia……di cui come abbiamo accennato lunedì scorso in chiusura parliamo oggi ……un atto di cortesia che ci fa capire la persona che lo chiede ed i tempi……i tempi di allora….. le persone di allora…..per capire la politica di allora….la persona che chiede è Mussolini, capo del Governo, all’apice della sua gloria nel 1931…..il Papa che riceve la richiesta è Pio XI…..con cui Mussolini ha firmato l’11 febbraio 1929 il Concordato……Pio XI, era un uomo di profonda sensibilità, sentiva profondamente lo spirito di paternità universale legato al suo ruolo. Per questo avvertiva essere suo dovere, per quanto possibile, la tutela della dignità di ogni persona. Di contro il cav. Mussolini nel suo smodato sogno di egemonia, di un’egemonia che non tollerava dissensi, specie in campo politico…. in quel periodo….come accennavamo lunedì scorso Mussolini ricorreva a qualsiasi mezzo, compreso quello della fame,….di affamare per piegare al suo volere ogni avversario politico.
Ed ecco lo scontro dei messaggi, per il “popolare” Alcide De Gasperi, fisicamente fragile ed indifeso; il quale, (dopo l’assassinio di Matteotti, la protesta dell’Aventino e la dichiarata decadenza da parlamentare), aveva dovuto subire due anni di carcere a Regina Coeli. E quindi “graziato” dal Re, per potere vivere, aveva trovato in Vaticano un modesto lavoro con relativo stipendio mensile che gli consentiva di sopravvivere. Mussolini chiede al Papa come cortesia personale di licenziarlo dal lavoro…….ed a questo punto riceve a tamburo battente, sempre in segreto, dal Papa in persona, la risposta in questi termini: sentite …..scrive il Papa a Mussolini come risposta a Sua Eccellenza Mussolini “Ci fate pensare che avete ragione da temere della vostra solidità quando parlate in questo modo. Ci offende chiamare atti di cortesia quelli che sarebbero da parte nostra atti di vigliaccheria e di assoluta incomprensione della condotta paterna del Santo Padre. In quanto al De Gasperi il Santo Padre non si pente e non si pentirà di aver dato a un onesto uomo ed onesto padre di famiglia un poco di quel pane che voi gli avete levato”. — Parole forti e chiare queste, che solo la tempra umana di Pio XI poteva dare. Parole che fanno eco e sembrano in sintonia con l’ “Appello ai liberi e forti” di don Sturzo e con il grande impegno di De Gasperi e metterlo in pratica per costruire una nuova Italia, dopo i guasti del fascismo…. Parole che ci riportano ad un periodo particolare della vita di De Gasperi, quando ancora ci si accaniva contro di Lui, contro la sua persona, contro il suo pensiero profondamente cristiano ed antifascista. Parole quelle dettate personalmente da Papa Pio XI, al nunzio Borgoncini-Duca, come risposta al messaggio segreto che Mussolini, che aveva segretamente chiesto come “atto di cortesia” il licenziamento del nuovo impiegato della Biblioteca Vaticana, Alcide De Gasperi. (cfr. Elisabeth Arnoulx De Pirey(traduzione di Pierluigi Fiorini) De Gasperi – San Paolo edizioni 1992- (pagg. 136-37)
Credo che questo messaggio segreto respinto al mittente sia l’anticipo dell’enciclica “Non abbiamo bisogno” di Pio XI contro il tentativo del fascismo di monopolizzare la formazione della gioventù italiana attraverso le diverse organizzazioni che in diverse fasce di età riunivano, con divisione per sesso, dai più piccoli ai più grandi, dai “Figli della Lupa” e “Piccole Italiane”, ai Balilla, alle Giovani Italiane, agli Avanguardisti, ai Moschettieri del Duce, ecc. ecc. ostacolando in ogni modo le organizzazioni cattoliche a partire – tanto per fare un esempio – dalla GIAC (gioventù italiana di azione cattolica) ai vari settori dello scautismo cattolico.
Il Papa liquida con le parole testuali che abbiamo riferito la singolare richiesta di “cortesia” di Mussolini. E non solo ! nell’enciclica “Non abbiamo bisogno” protesta fortemente, senza giri di parole, contro i tentativi di militarizzazione della gioventù, con il mostruoso aggravante di finalizzare tutto ad esclusivo vantaggio di un solo Partito….un solo Partito quello Fascista. — Riguardo alla risposta pepata per quella richiesta di “cortesia”, ci viene da osservare subito che si tratta di una risposta diplomaticamente irriguardosa ma densa di forte saggezza, verso quel tipo di Mussolini, che, con incredibile sfrontatezza, aveva osato “come cortesia” chiedere il licenziamento di De Gasperi, assunto in quel posto da qualche anno e che trascorrerà invece in tutto, ben 14 anni della sua vita ad ordinare e catalogare i libri della Biblioteca Vaticana.
La richiesta di Mussolini, oltre a mettere in luce quello che anzitutto il Papa preliminarmente gli fa osservare sul dovere della sua paternità, rivela anche, in contrapposizione, la forte determinazione di quell’uomo politico, che tra l’altro si fregiava del titolo di cavaliere, il cav. Mussolini che cercava di fermare con la fame il cervello di un uomo che, malgrado tutto, non si era piegato al regime. E che mai, seppur soffrendo, si sarebbe piegato, rimanendo coerentemente fedele ai suoi ideali di popolarismo solidaristico fondato sulla dottrina sociale della Chiesa, che l’enciclica di Pio XI, “Quadragesimo Anno” pure del 1931, a 40 anni di distanza dalla “Rerum Novarum” di Papa Leone XIII del 15 maggio 1891, aveva richiamato ed aggiornato. E credo che già nell’episodio ricordato, di questo scambio di messaggi segreti venuti alla luce, c’è tutto. E bisogna onestamente riconoscere che la preoccupazione di Mussolini non era affatto infondata. Perché caduto il fascismo nel modo vergognoso che sappiamo, De Gasperi una delle più grandi figure del cattolicesimo politico italiano del dopoguerra, in quel clima di violenza e di odio, sarà l’uomo della rinascita in tutti i sensi dell’Italia. Un uomo, Alcide De Gasperi (1881-1954) al di sopra delle contingenze, che nel difficilissimo scenario del dopoguerra, saprà seminare concordia e serenità, con una grande capacità di mediazione; un uomo che sapeva piegare le situazioni con la forza degli ideali, nella linea di un solidarismo cristiano, sempre dalla parte dei più deboli. Uno statista dotato di grande realismo, capace di liberarsi e di liberare dall’illusione del messaggio marxista larghe fasce popolari. Perché quel messaggio marxista illusorio dove poi si è attuato – la stroia lo ha dimostrato – ha prodotto nuove e più terribili forme di povertà e di schiavitù, come senza ombra di dubbio, si è constatato con la caduta del muro di Berlino.
E con questo pensiero, che è anche un augurio, da questa emittente Radio RF 101 un caro saluto a tutti, da parte mia don Diego Acquisto e da Lillo D’Anna per la parte tecnica.
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