Don Diego Acquisto intervistato da Domenico Vecchio direttore di Agrigento-Oggi

A colloquio con un ex-covidiano, don Diego Acquisto intervistato da Domenico Vecchio (nella foto), direttore della testata giornalistica on line Agrigento-Oggi—Proprio oggi, inizio della  Quaresima – (che è  un cammino di 40 giorni di speranza, in preparazione alla più importante  festa di risurrezione e di vita che è la  Pasqua) –  nella tarda mattinata mi viene comunicato l’esito del tampone molecolare a cui ieri mi  ero ancora una volta sottoposto, mi dichiarava essere negativo”.

Una notizia che mi provoca subito tanta gioia, da me condivisa subito con alcuni amici, unitamente ad uno spontaneo pensiero di amara ironia che esprimo pure subito.   Cioè che  oggi – frutto dei tempi che viviamo con questa pandemia-coronavirus che ci sta cambiando –  essere negativo è fonte di gioiosa soddisfazione condivisa.

Tra gli amici di questa condivisione, il direttore della testata giornalistica on line Agrigento-Oggi, Domenico Vecchio già da qualche tempo a conoscenza della situazione e che da giorni mi aveva proposto di raccontare l’esperienza che stavo vivendo, al fine di potere in qualche modo se non proprio aiutare altri, offrire almeno qualche spunto di riflessione.  La comunicazione della notizia della negatività ha affrettato i tempi ed ecco pervenirmi alcune domande precise, a  cui , per quello che mi riguarda, volentieri rispondo, pur nella consapevolezza che non ci sia niente di particolarmente interessante. Ecco comunque le domande e le mie risposte:

Don Diego hai avuto il covid?  Hai avuto paura?

Assolutamente no, nessuna paura, certamente dispiacere perché ho visto la mia vita personale improvvisamente sconvolta, con necessari riflessi  sulla Comunità di S. Vito, che è un parrocchia del glorioso Centro storico favarese, per la quale ho dovuto sospendere ogni servizio.  Ho tamponato la situazione, informando e  pregando  il  confratello, arciprete Don Giuseppe D’Oriente  che si è reso conto della situazione  e reso subito disponibile, aggregando anche  S. Vito all’Unità Pastorale  del Centro storico che ormai da alcuni anni serve.

Come è noto il Centro storico di Favara da anni ha subito un forte spopolamento a vantaggio dei quartieri periferici, e sicuramente anche con S. Vito, i fedeli  delle Parrocchie Matrice, Carmine, Transito e adesso, temporaneamente anche S. Vito,  sono inferiori complessivamente di numero a quelli di qualche Parrocchia della cosiddetta  periferia favarese.

Come ti sei accorto di essere positivo? Che sintomi hai avuto?

La tarda serata di domenica 24 gennaio u.s., rientrando nella mia  stanza nei locali dell’ex-Seminario Vescovile Minore, sentivo qualche piccolo, momentaneo brivido di freddo e quindi mi sono messo in poltrona, cercando anche qualche copertura in più del solito.

Ma dopo qualche oretta la situazione sostanzialmente non cambiava, per cui ho pensato di misurare la temperatura, che mi ha indicato  di avere 37, 3 di febbre.

Poca cosa ho pensato, ho preso qualche bevanda calda e sono andato a letto. Ho riposato , ma l’indomani avevo “il pensiero” e misurando  ancora la temperatura  ho visto che era poco meno di 37….. poco più tardi qualche linea  in più…e quindi ho pensato di fare un tampone rapido per mettermi al sicuro.

Eravamo poco prima di mezzogiorno e il tampone rapido mi dice di essere negativo. Nel pomeriggio sono senza febbre, ma la sera ho poco più di 37…e cosi tira e molla, una febbricola mi accompagna…  con qualche punta isolata  che supera di poco  i 38 gradi; questo sino a mercoledì 27. Dalla mattina del 28,  cioè  giovedì, rientrando a casa in Seminario, mi si consiglia di non uscire più, a causa della febbricola che mi accompagna, pur con qualche buona pausa. Incomincio a ricevere  il pranzo in camera e comunque  vengo prenotato per il tampone molecolare, che mi viene praticato domenica 31 gennaio verso le ore 12,00.  Esito 24 ore dopo: tampone positivo.

Come pensi di averlo preso? Eri stato attento alle regole? – Hai rispettato l’isolamento obbligatorio?

Come l’ho preso non so proprio….non riesco a capire….. Certamente ho sempre rispettato le regole,  ho tenuto sempre la mascherina e sono stato severo in Chiesa a fare osservare le regole ed a chiudere la Chiesa, quando per qualche funerale “praesente cadavere”, cioè con la salma nella cassa funebre davanti all’altare o di ricorrenza del trigesimo o del primo anniversario i posti disponibili  secondo le norme risultavano esauriti.  A chiesa chiusa la gente aspettava nella piazzetta antistante la Chiesa, spesso numerosa, malgrado gli inviti ad evitare assembramenti delle Autorità civili ed ecclesiastiche,  e quindi  tornare a casa.

Per quanto riguarda l’isolamento l’ho rispettato rigorosamente a cominciare già da qualche giorno prima del tampone, che poi, come detto è risultato “positivo”.

Mi viene da dire e proporre  che per i Sacerdoti dovrebbe essere applicata la norma  emanata per il personale scolastico, per le forze dell’Ordine…ecc. per quelle persone  cioè che per il loro ruolo nel servizio che devono svolgere, devono comunque, pur nel rispetto delle precauzioni previste dalla normativa,  venire a contatto con tante persone. – Mi pare che nel dicembre scorso  il numero dei sacerdoti in servizio pastorale in tutta la nostra Italia  vittime del coronavirus fosse già  salito  a 182 unità; un bilancio davvero amaro che fa riflettere e per questo vorrei proporre quello che vale giustamente per le altre categorie di cui sopra…..

Come hai vissuto questo periodo di isolamento, chi ti assisteva?

L’ho vissuto devo dire bene, anche  dopo il secondo tampone del tardo pomeriggio di giorno 9 u.s  che mi risultava ancora “positivo

L’ho vissuto bene…. anzitutto perché non ho avuto sofferenze di alcun genere e quella febbre  o febbricola, dopo qualche giorno è completamente scomparsa.

Poi perché una certa abitudine a stare solo ce l’ho, …solo ma non isolato….stare soli non è sinonimo di isolamento !   Tramite mamma-TV ho seguito tutte le vicende socio-politiche-ecclesiastiche, proprio tutte, meglio di prima ….ed ho capito meglio quello che in Seminario tante volte mi era stato suggerito, cioè che  il silenzio  garantisce e tutela  uno spessore  più vero e autentico di libertà. Non solo !  si  evitano pure tante parole che non infrequentemente, pur con tutta la buona volontà,  sono chiacchiere; chiacchiere che concentrano l’attenzione magari su banalità, o comunque su cose  e problemi  davvero non importanti.

L’assistenza non mi è mancata. Essendo nell’ex-Seminario, si sono prodigati due confratelli sacerdoti, Don Pastor e soprattutto Don Saverio Pititteri (nella foto), che davvero quest’ultimo ha esercitato il ministero di responsabile diocesano della pastorale della salute, oltre che di cappellano presso l’Ospedale S. Giovanni di Dio di Agrigento. Il Signore ricompenserà i loro sacrifici, a vantaggio della mia persona e di quanti nella Comunità delle “Discepole del Redentore” hanno avuto ed alcuni continuano ancora ad avere qualche problema, che comunque pare adesso  davvero in fase pure di superamento.

Adesso come stai? – Cosa ti senti di consigliare a chi non ha contratto il virus? A chi l’ha contratto? Le regole del distanziamento sono state utili?

Queste ultime domande le unisco, pensando di avere in parte già risposto. Io sto bene, mi preparo   con gradualità e pienezza – come mi si consiglia – a riprendere il mio  standard ordinario di vita socio-pastorale, in rapporto alla mia età che ha superato le quattro ventine….

Deo gratias !  Vorrei augurare a tutti di non contrarre il Covid e se mai di viverlo senza  sofferenze,  così come è capitato a me; avere pazienza senza allarmismi, …usare  tutte le precauzioni e la mascherina … il giusto distanziamento…..

E se- malgrado tutto – come è capitato a me …. non scoraggiarsi…ed augurare che  possibilmente se ne possa venire fuori nel più breve tempo possibile, …comunque senza impazienza.

Devo molto ringraziare il nostro Pastore  card. don Franco Montenegro (nella foto) che mi è stato spiritualmente vicino, parlandomi della sua esperienza ed invitandomi fare il “bravo covidiano”.

Cosa che  ho cercato di fare, anche se nella vita fare il bravo non sempre mi è riuscito. Anzi !

Non solo mi ha anche detto che Lui  ha vissuto  “tutto il periodo natalizio solo nella stanza . Il mondo è andato avanti lo stesso….”. Al che la risposta che mi è venuta spontanea  è quella che tutti in questo  momento potete immaginare.

Diego Acquisto

17-2-2021

 

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