Politica di ieri e di oggi in terra agrigentina
Qualche considerazione su quello che va succedendo nel nostro territorio, anche all’indomani della preghiera che per l’inizio dell’attività del nuovo anno pastorale 2020-21, i due Vescovi, don Franco Montenegro ed il suo coadiutore don Alessandro Damiano, in diretta streaming dalla Cattedrale, hanno rivolto alla Madonna, di “amare questo territorio per essere portatori di speranza”. E ciò anche sulla scia della recente enciclica di Papa Francesco in cui si dice che “l’amore implica qualcosa di più che una serie di azioni benefiche”, perché include il dovere di un impegno nel sociale e nel politico, intrinsecamente costitutivo della spiritualità cristiana.
E per ieri, mi riferisco alla fine degli anni ’50 del secolo scorso, quando la Chiesa Agrigentina tramite il suo Vescovo alzava la voce per deplorare il comportamento di tanti militanti in quello che era considerato il Partito Cattolico, cioè la Democrazia Cristiana erede del Partito Popolare fondato da don Sturzo.
Forte e chiara la condanna di una DC agrigentina “non più cristiana” perché lacerata da correnti che alimentavano la lotta, con veleni, odi e vendette.
In questo clima il canonico Sorrento, (a cui Agrigento ha recentemente dedicato una via), storica figura e veterano del Partito Popolare di sturziana memoria, la vigilia delle elezioni politiche del 1958 scrisse una lettera ai responsabili delle due fazioni della DC che si combattevano accanitamente. Una lettera coraggiosa in cui dimostrava come, nella loro faziosità, entrambe le correnti si fossero allontanate dal vero spirito democristiano. Formulava pesanti e varie accuse. Avevano fatto della DC agrigentina un rifugio di avventurieri….anziché lottare contro l’ideologia marxista-comunista e difendere i diritti di Dio, della Chiesa e del popolo. Insomma, nella lettera si dava sfogo a un sentimento comune che parlava di “mangiatoia democristiana” col continuo desiderio di accaparrarsi i posti più alti e più lautamente retribuiti.
Una lettera che fece scandalo ed enorme scalpore, sicuramente influendo sul risultato elettorale. Si dice che ne parlarono non solo tutti i giornali nazionali, ma anche la stessa Radio Praga.
Una lettera che il Vescovo Peruzzo (nella foto) aveva conosciuto prima, condividendo la diagnosi, da inviare però solo ai capi democristiani. Doveva restare segreta; cosa però non avvenuta. Per questo il Can. Sorrento fu pubblicamente richiamato dal Vescovo e per punizione inviato ad un Corso di Esercizi Spirituali a Bagheria, dove c’era a Villa S. Cataldo una Casa dei Gesuiti.
Quelli ieri erano i tempi !
Intanto il Vescovo Peruzzo, per il quale nella lotta per la fede e la verità, contro il marxismo ateo e materialista, c’era il fondamento della stessa libertà e civiltà cristiana, scriveva una lettera ai deputati agrigentini in cui tra l’atro si legge: “Io la prego a meditare che la S.V. è un esponente qualificato della DC. Ora l’essere cristiano ha un carattere suo proprio esposto da Gesù Cristo….bando agli odi, alle disunioni e si giunga alla pacificazione degli animi. Se in questo vi posso essere utile o se bramate come intermediario Mons. Fasola, noi due siamo a disposizione”.
Credo che bastino questi cenni per avere in qualche modo una qualche idea di quale era la situazione nell’agrigentino, da rapportare a quella di oggi, in cui non mancano le asprezze, le faziosità, ma soprattutto la poca coerenza con gli impegni assunti al momento di chiedere i voti, promettendo ed intanto solo demolendo l’avversario politico.
Cosi, solo ad esempio, riscontro un documento allora pubblico di cinque anni fa, esattamente del 7 febbraio 2015, quando già si intensificava la preparazione alle elezioni amministrative…. elezioni che a Favara si sarebbero tenute nella primavera dell’anno seguente.
Ecc un documento….eloquente e significativo della politica di oggi ! un documento prodotto da menti pensanti proprio nella nostra Favara diretto a Leonardo Pitruzzella presidente del Consiglio Comunale del tempo e per conoscenza a tutta la cittadinanza, in cui tra l’altro si legge: “Lo scandalo di Agrigento sui gettoni di presenza, che si sta allargando a macchia d’olio anche in altre realtà, deve far riflettere tutti, attuali e vecchi amministratori, partiti e consiglieri. Occorre dare l’esempio in un momento di crisi sociale ed economica che spesso soffoca il cittadino con gli aumenti delle imposte e dei tributi. Il paese è un colabrodo in termini finanziari che strutturale (strade, acqua rifiuti le annose questioni). Anche tu sei altro, sei un giovane che sta subendo gli orrori della mala politica e di scelte scellerate del passato non recente. Proprio per questo devi fare qualcosa, ne hai l’obbligo morale di una generazione che rappresenti in termini politici per il ruolo istituzionale che ricopri ed in termini generazionale per la tua età. Proponi ai tuoi colleghi, che riteniamo essere persone per bene e che non abusano del gettone per i caffè, una diversa regolamentare dei costi della politica. Mostrate un piccolo segnale e unitevi a questa lotta di civiltà gridando NOISIAMOALTRO!”.
Diego Acquisto
21-11-2020
N.B.–Il Can. Giuseppe Sorrento, proveniente da Ravanusa, fu per tanti anni Parroco in Agrigento-città nella Parrocchia di Maria SS, Assunta in cielo, detta di Ravanusella. Impegnato molto nel sociale, oltre alla lettera dello scandalo del 30-4-1958 …. scrisse poi nel 1962 un opuscoletto contro l’allenza della DC con il Partito socialista di Nenni, dando vita al primo governo di Centro-Sinistra, dal singificativo titolo : “QUO VADIS MORO COMITE FANFANI ? “. Infine nel 1965 quando la Democrazia Cristiana si preparava al Congresso Nazionale che si doveva tenere a SORRENTO (NA), scrisse ancora una lettera pubblica dal titolo : “ Il bel cielo di Sorrento farà tornare il bello nella DC ?”, indirizzandola all’on. Luigi Giglia, deputato democristiano di Campobello di Licata, ed esponente di primopiano, in quel momneto il più in vista nell’agrigentino.
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