Una Messa nel 30° del barbaro assassinio del giudice Livatino
Don Alessandro Damiano arcivescovo coadiutore, domani celebrerà la Messa per Rosario Livatino
Ordinato vescovo lo scorso 5 settembre, don Alessandro domani, lunedì 21 settembre, a Canicattì celebrerà una Messa per il giudice Rosario Livatino.
Presiederà una celebrazione di grande valore simbolico, nella Chiesa di S. Domenico retta attualmente dal giovane, zelante parroco don Salvatore Casà, nel giorno che ricorda il barbaro assassinio del giovane giudice ad opera della mafia.
Una celebrazione nella città e nella chiesa parrocchiale dove Rosario Livatino, “martire della giustizia ed indirettamente della fede”, ha ricevuto il battesimo, in età adulta la Cresima e maturato la sua fede.
Una celebrazione che sicuramente per don Alessandro non mancherà di segnare anche il prosieguo del suo servizio episcopale; in una terra come la nostra dove ancora, come teneva anche recentemente a sottolineare il settimanale “L’Amico del Popolo”, la mafia appare sempre più potente e pericolosa, riportando quanto contenuto nell’ultima relazione semestrale della Dia, di un intreccio perverso di collusione tra massoneria, politica, amministratori locali e controllo del traffico degli stupefacenti.
Una Messa quindi di valore simbolico oltre che particolare rispetto agli altri anni, anche se il nome di don Alessandro non figura nei manifesti cittadini. Perché quella di quest’anno avviene nella ricorrenza del 30mo del barbaro assassinio di questo giovane giudice; un assassinio avvenuto il 21 settembre 1990 in contrada S. Benedetto alle porte di Agrigento.
Una Messa che per don Alessandro (ancora nella foto) sicuramente segnerà anche nel prosieguo il suo impegno di evangelizzazione, sulla scia dell’indirizzo di don Franco Montenegro che nel Convegno che si è svolto ieri nei locali del Tribunale, tra l’altro, ha detto che “se ognuno di noi, seguisse l’esempio di Livatino, con i fatti e non con le parole, faremmo terra bruciata attorno alla mafia”. E ancora: “Dovremmo andare nel posto dove si è consumato il martirio come pellegrinaggio. Da quell’esempio può arrivare una svolta per la nostra terra agrigentina”. Non solo: “Ognuno di noi dovrebbe trovare la forza per dire basta a ogni forma malata di potere“.
Come dire che l’evangelizzazione e la catechesi, con uno scatto nuovo di impegno, devono recuperare quella semplicità ed efficacia, che in passato hanno saputo formare uomini e coscienze della tempra di Livatino.
Con altre parole e toni diversi sia il presidente Fico che i magistrati Di Matteo e Patronaggio, nello stesso Convegno in cui ha parlato Montenegro, hanno tenuto a sottolineare che con la nobile figura del canicattinese Rosario Livatino: “La magistratura recupererà prestigio”.
In particolare il Presidente Fico ha detto che Rosario Livatino “Aveva il senso delle regole, della giustizia e della legalità. Un esempio che dobbiamo seguire tutti. Lo Stato ha bisogno di fare rispettare le regole e bisogna iniziare da ciascun cittadino”.
Ricordiamo poi che nel settembre dello scorso anno c’è stata la chiusura del processo diocesano di beatificazione di Livatino, ed è stata inviata a Roma, alla Congregazione Vaticana delle Cause dei Santi, tutta la raccolta di documenti e di testimonianze, con la “PERITIA IN RE HISTORICA”, del prof. Gaetano Augello.
Il quale, già docente di Rosario Livatino, aveva ricevuto incarico da parte dell’Arcivescovo cardinale don Franco Montenegro.
Tutto un materiale che resterà segreto fin quando gli atti del processo non saranno resi pubblici dall’autorità ecclesiastica competente.
C’è nel mentre da prendere atto che sulla figura del “giudice ragazzino” martire, si sentono tanti giudizi chiaramente positivi.
Come quello che il Parroco del tempo don Pietro Li Calzi, adesso da qualche anno passato a miglior vita, che, su precisa domanda di chi scrive, sul giovane giudice Livatino, che si preparava alla Cresima seguendo il corso di preparazione degli adulti, mi diceva di restare sempre colpito della grande puntualità con cui egli si presentava agli incontri, così come sempre, molto puntuale, nella partecipazione alla Messa domenicale.
Diego Acquisto
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